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Chiara Guidarini: “I miei libri mi regalano emozioni”

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“Tempesta Celtica” e “Mattia e la musica del cuore” scritti per scopi benefici; i saggi la collaborazione con Anna Losi e Giuliano Cervi nel libro “la rocca di Minozzo – storia di una riscoperta” e quella con Giuseppe Giovanelli e Marco Zobbi ne “la via delle Fiamme Verdi”: questi alcuni dei libri scritti da Chiara Guidarini.

La scrittrice minozzese sarà presente il 29 luglio alle ore 18 nella Sala Consiliare del Comune di Castelnovo Monti per la presentazione del nuovo numero di Reggio Storia, che prevede un suo intervento sulla Pieve di Minozzo.

Il 28 luglio parlerà del suo 24esimo romanzo: “Di spade e di tramonti” - Robin Edizioni, basato su fonti storiche reali che raccontano il ritrovamento di una nave antichissima sepolta in un terreno a Sutton Hoo, in Inghilterra, nel 1939, e della vita del re che poteva essere stato tumulato all’interno.

L’intervista

Partiamo dal suo ultimo romanzo “Di spade e di tramonti”, la sua ventiquattresima pubblicazione.

Si tratta di un romanzo storico ambientato in Anglia Orientale, in Inghilterra. Nel 1939 a Sutton Hoo, a seguito di alcuni scavi, è stata rinvenuta una nave tumulata in un campo. I reperti archeologici hanno restituito il quadro di un’epoca semi-sconosciuta di storia inglese, e hanno permesso la datazione della nave, che si colloca tra il VI e VII secolo. E se già era anomalo trovare una nave sepolta in un campo, persino i reperti risultavano particolari… una miscellanea tra cristiano e pagano, che hanno dato il via a una serie di interpretazioni. Oggi, sembra appurato che si trattasse del sepolcro di un grande re, Redwald dell’Anglia Orientale, uno dei sette bretwalda nominati da Beda nella sua “storia degli inglesi”, vissuto nel periodo in cui l’Inghilterra si stava lentamente cristianizzando. Pregio di questo re è l’essere stato in grado di fare convivere religioni diverse, senza imporre al suo popolo nessuna di esse.

Ho seguito tracce storiche, istinto ed empatia, così tramite un incrociarsi di dati è nata la mia storia, la storia di Redwald.

Una storia di spade, di battaglie politiche o religiose, d’amore e di odio, ma anche tramonti, bellissimi, lontani: la fine del giorno ma anche la fine della vita. Ciò che resta e che crea la leggenda, che ancora oggi vive a Sutton Hoo.

Per questo testo mi pregio dell’aiuto tecnico di Francesco Pellegrinetti, esperto d’armi e di tecniche militari, della professoressa di latino e greco Roberta Dieci e dell’amica Catia Santoni che ha letto la prima bozza.

Questo 2024 è produttivo: ha pubblicato il romanzo storico “Amore e Coraggio – Ferentium civitas splendidissima” scritto con Catia Santoni, Linee Infinite e il libro per bambini “Mattia e la musica del cuore” scritto con la dottoressa Daniela Gambetti e illustrato da Alice Renzi, Artestampa Edizioni.  Come è andata?

Sono produzioni che mi regalano emozioni su emozioni. La prima “Amore e coraggio” come “Viterbium” nasce da una collaborazione con l’amica Catia Santoni. Lei è viterbese e ama il suo territorio; per un’appassionata di storia come me, conoscere i suoi luoghi è stato come un invito a nozze. Nel viterbese tutto chiama la storia, tutto è storia. Ogni pietra, ogni sasso, ogni muro ha qualcosa da raccontare. Prima è successo con Viterbium, dove siamo partite in punta di piedi ottenendo un insperato successo, e poi con questo secondo libro che tratta le vicissitudini che hanno portato alla caduta della città di Ferento, avvenuta tra il 1171 e il 1172.

Ci sono avventure bellissime nascoste tra le pieghe del tempo e questa è una di quelle: se passate in Lazio vi consiglio una sosta tra le rovine di Ferento. Gestito da Archeotuscia ODV, questo sito è un luogo magico, dove davvero il passato echeggia con forza e così come è successo con Redwald, Gaudiano ha raccontato la sua vicenda a Catia, che l’ha raccontata a me. E io l’ho scritta, unendo i puntini e infarcendola di dettagli che ricercavo sulle fonti storiche. Quando la bozza è stata pronta, è stata letta in anteprima dalla nostra cara amica, poetessa e giornalista Rosanna de Marchi, purtroppo scomparsa, che ci ha anche scritto la prefazione; a lei è dedicato il nostro libro. La postfazione è di Raffaele Donno, Vice Presidente di Archeotuscia, che ha letto anche lui la bozza e ci ha dato preziosi suggerimenti. Come poeta, ha anche scritto una composizione ispirata ad Amore e Coraggio. È bello quando l’arte ispira altra arte.

Presenteremo “Amore e Coraggio” il 20 luglio proprio tra le rovine di Ferento, grazie all’impegno di Archeotuscia ODV, all’archeologa Emanuela Musotto che ci modera, al presidente Luciano Proietti e al vice già citato Donno, all’EIPAA ODV, al fotografo Simone Ferraro, al gruppo figuranti La Contesa… Per me è un grande onore e un privilegio immenso poter parlare di storia nei luoghi che quella storia l’hanno vista accadere, e per questo non smetterò mai di ringraziare Catia che ogni volta rende possibili queste magie.

Mattia merita una menzione a parte.

Ho cercato di insegnare a mia figlia che non tutto il male genera male, e se cerchiamo quel piccolo lumicino nell’oscurità e lo alimentiamo, la luce è in grado di spazzare via le tenebre. Nel nostro caso, dopo un intervento al cuore terminato magnificamente - e già questa è una luce grandissima, immensa, che ha annullato un sacco di problematiche future di cui non avevamo idea – io e mia figlia ci trovavamo nella clinica Hesperia Hospital a Modena. La psicologa Daniela Gambetti ci dava supporto e sostegno, e tra una chiacchiera e l’altra io ho scoperto della sua storia e lei ha scoperto che io scrivo. Lei raccontava la sua storia ai bambini che dovevano essere operati al cuore e mostrava loro dei disegni. Mi disse che il suo sogno era vedere “Mattia e la musica del cuore” pubblicato. Mattia era il nome del primo bambino che lei aveva seguito.

Io avevo con me il pc, così, nella stanzetta dell’ospedale si creò un prezioso giro di aiuti: tutti partecipavano a colorare la storia di Mattia e piano piano questa prendeva corpo e vita.

Ci sono voluti tre anni, perché Daniela ha cercato l’illustratrice per il suo libro, Alice Renzi, ha cercato l’editore giusto, Artestampa edizioni di Modena, e la sua idea è piaciuta moltissimo allo staff di Hesperia bimbi di cui lei fa parte. Il mio lavoro e quello di Daniela per questo libro sono gratuiti; nostro intento è fare parte di quella luce buona che porta sostegno ai bambini e alle loro famiglie. Per informazioni si può contattare Hesperia bimbi alla mail: [email protected]

Lei è una appassionata di storia e di psicologia…

Sì. Grazie ai processi empatici da “Pirandello”, ovvero che è il personaggio che si racconta e l’autore non può fare altro che stare ad ascoltare e scrivere quello che gli viene detto, è facile calarsi nella psicologia del personaggio e poi analizzarlo accuratamente tramite gli strumenti a disposizione sul web. In “io dentro ai tuoi occhi” si parla di psicologia e psichiatria; ho trovato tantissimo materiale di semplice interpretazione sul web che mi ha aiutata in alcuni passaggi; faccio in modo che il lettore si cali nella mente del personaggio, sia il personaggio, percependone ogni sfumatura nel bene o nel male tanto da fargli empatizzare la narrazione il più possibile.

Invece, quando si scrive di storia da un lato è più facile perché il canovaccio è praticamente pronto, dall’altro è facile scivolare in anacronismi. Nel mio caso, ogni tanto qualcuno salta fuori. Mi rincresce. Ogni volta che un lettore me lo segnala, io imparo qualcosa di nuovo e per me è importante perché miglioro, perché imparo. Perché “sbagliare è l’unica cosa che ci dona la possibilità di migliorare.” (cit. di spade e di tramonti).

E la passione per la storia l’ha portata a scrivere un saggio sulla Pieve di Minozzo. Come è nata questa idea?

Lungo il cammino nella storia minozzese ho avuto la fortuna di conoscere molte persone che mi hanno arricchita col loro sapere. Da Don Adelmo Costanzi, al professor Giuseppe Giovanelli, agli archivi parrocchiali, a quelli storici, ai libri pubblicati nel tempo, alle persone che sempre mi aiutano a livello storico-genealogico. Mi sono accorta di avere tantissimo materiale sparso, e ho provato a unirlo in ordine cronologico, tra pubblicazioni conosciute e sconosciute, qualche illazione mia, chiaramente segnalata nella ricerca, e alla fine mi sono trovata in mano un saggio senza sapere di aver scritto un saggio.

Io avevo già collaborato con Anna Losi e Giuliano Cervi nel saggio “la rocca di Minozzo – storia di una riscoperta” e con Giuseppe Giovanelli e Marco Zobbi ne “la via delle fiamme verdi”, ma non osavo sperare di scriverne uno tutto mio, finché non è arrivata l’opportunità di pubblicazione con Reggio Storia. L’analisi della Pieve non sarebbe finita, ci sarebbe altro da dire, ma per ora fermiamoci qua, senza eccedere. Ne parleremo con storici illustri durante la presentazione del numero di Reggio Storia di Luglio, il 29 luglio alle 18.00 in sala consiliare a Castelnovo ne’Monti.

Il libro “Melocium – lettere dal passato” (Linee Infinite edizioni) è tra le menzioni speciali del premio “Raccontami” abbinato al BUK 2023.

Melocium, Minozzo. Come detto sopra, da amante della Pieve non potevo non amare anche la rocca. Sono stata guida volontaria alcuni anni, sia in rocca che in Pieve, e di entrambe ho scavato nel passato. Non ho ancora finito, perché ci sono documenti da scovare e storie da portare alla luce. Il 2021 è stato un anno importante, perché oltre alle basi di Mattia, nascevano Melocium e Viterbium. A me i nomi latini piacciono molto, ma se Viterbium evoca subito la città di Viterbo, in tanti mi hanno detto “ma Melocium, cos’è?”.  Giusto. Melocium è il nome latino di Meloccio, Minozzo. Oggi sappiamo molto di più riguardo l’etimologia di questo nome, ma nel 2021 eravamo circa lì, alle varie declinazioni e a quella che presumibilmente c’era nel 1373, anno in cui è ambientato il romanzo.

Un romanzo che ha avuto la menzione al premio Buk: è stato letto e valutato da una giuria di esperti e questo è stato lo straordinario risultato. Devo dire che quando mi è arrivato l’invito a presentarmi al premio sono sobbalzata sulla sedia. Ho poi saputo in seguito che i romanzi partecipanti erano più di quattrocento e ottenere la menzione è stato un successo incredibile. Quando ho sentito pronunciare dal direttore del Buk Festival Francesco Zarzana: “Menzione speciale: Melocium, di Chiara Guidarini”, ho fatto la passerella per ricevere il mio conferimento col cuore che batteva a mille, e ogni passo era un ricordo bello, un sorriso, una persona, un commento, un autografo. Ho portato tutte le persone con me sul podio, perché quel premio è mio, ma è anche di Minozzo, dei miei amici, di coloro che ci hanno sempre sostenuto e aiutato.

C'è un libro che porta nel cuore?

… Quello che sto scrivendo.