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Lupatelli: “I territori montani non sono in difetto di attrattività”

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Più volte ci siamo occupati dello spopolamento dell’Appennino ed abbiamo ‘ospitato’ articoli che raccontano una montagna reggiana abbandonata e, soprattutto, poco attrattiva.

Ma per (ri)popolare la montagna bastano gli investimenti in attrattività? Lo abbiamo chiesto all’economista Giampiero Lupatelli.

“Innanzitutto - ci spiega - oggi bisogna interrogarsi non tanto sull’abbandono ma sull’inverno demografico che ha portato per le popolazioni della montagna italiana come per ogni popolazione europea, le nascite alla metà appena della soglia di equilibrio della riproduzione naturale”.
“Siamo di fronte ad un’esigenza di neo popolamento – spiega - e dobbiamo rispondere, in questo paese, ad una crisi demografica grave come non abbiamo mai vissuto. Ogni processo di sviluppo deve rispondere a questo”.
La conclusione è che “i territori montani non sono in difetto di attrattività. La montagna italiana ormai da qualche anno attrattiva lo è già. Piuttosto, un investimento deve essere rivolto all’interno dei territori e delle comunità”. In altre parole “un investimento culturale deve essere idiosincratico, cioè adatto a quel luogo e fatto dalle persone giuste per quel luogo e per quell’intervento. Per fare un esempio, uno dei nostri investimenti culturali nell’Appennino reggiano, è la Summer School sul paesaggio (tra una settimana ci sarà la seconda edizione) rivolta a studenti di corsi universitari e post universitari di tutta Italia, docenti degli istituti comprensivi e degli istituti superiori, architetti, dottori forestali e dottori agronomi e a giovani amministratori. Quest'anno affronterà i temi della comunità e della sostenibilità”.