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Sanità privata a Reggio, i sindacati: “Grande business ma il lavoro non si paga”

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Questa mattina il presidio dinanzi al Centro medico Spallanzani organizzato da Fp Cgil Reggio Emilia, Cisl Fp Emilia Centrale e da Uil Fpl Modena e Reggio, per chiedere il rinnovo del contratto nazionale della sanità privata, scaduto da oltre quattro anni. 

Aiop Aris, associazione di categoria che riunisce importanti realtà del settore a livello nazionale dice no al rinnovo del contratto nazionale della sanità privata.

Circa cinquecento professionisti sono il motore della sanità privata a Reggio Emilia, tra infermieri, tecnici sanitari e Oss in servizio al Centro Medico Spallanzani, a Villa Verde, Villa Salus, al Millefiori di Novellara e all’Hospice Madonna dell’Uliveto di Albinea. Cinque strutture accreditate dalla sanità pubblica, al centro di un business senza dubbio redditizio.

"Eppure questi professionisti che lavorano qui – donne nel 70% dei casi – guadagnano 200 euro al mese in meno dei loro colleghi assunti da Ausl e che svolgono le stesse identiche funzioni", chiosano i sindacalisti.

“Stiamo assistendo – dichiarano Luana Congiu (Fp Cgil Reggio Emilia), Alberto Ansaloni (Cisl Fp Emilia Centrale) ed Emanuele Stavolo (Uil Fpl Modena e Reggio Emilia) – ad un ulteriore depauperamento dell’assistenza sanitaria. Il mancato adeguamento economico dei professionisti, in primis infermieri, tecnici sanitari e OSS, significa negare il giusto riconoscimento alla professione e assumersi il rischio che questi operatori, vittime di una disaffezione che passa anche dallo stipendio non adeguato, scelgano altri percorsi di carriera. E in questo caso a pagarne le spese saremo noi tutti, intesi come cittadini e pazienti”.

Se il settore della sanità pubblica ha avuto il rinnovo del contratto nel novembre ‘22, sulle aziende della sanità privata rappresentate da Aiop Aris sta per arrivare il grande sciopero nazionale del 23 settembre prossimo.

“La richiesta è semplice – dichiarano i sindacalisti – adeguare il trattamento economico del privato a quello del pubblico. Abbiamo avuto l’ultimo rinnovo nel 2020 e fu più o meno una sanatoria, dato che quel contratto sistemava lo scandalo del triennio 2016/2018 rimasto anch'esso senza copertura. Dal 2020 ad oggi sono passati quattro anni, l’inflazione è esplosa e fare la spesa è un atto di coraggio. Rinnovare il contratto nella sanità privata, sostenuta con le tasse dei cittadini che pagano l’accreditamento, è fondamentale per sopravvivere. Lo dobbiamo a questi professionisti che si prendono cura di noi ogni giorno”.

1 COMMENT

  1. C’è da augurarsi che la “vertenza” contrattuale trovi al più presto composizione, con esito soddisfacente per entrambe le parti, vista l’importanza che riveste la sanità privata a fianco di quella pubblica.

    P.B. 10.07.2024

    • Firma - P.B.