Home Cronaca Nubifragio a Carpineti, gli ex sindaco e vice in aiuto a Ruggi

Nubifragio a Carpineti, gli ex sindaco e vice in aiuto a Ruggi

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Solidarietà e impegno civico sono alla base di un'amministrazione che funziona. Le nostre piccole comunità montane hanno bisogno di persone altruiste che scelgano di dedicare tempo agli altri e ai doveri che ricoprono o hanno ricoperto.

L'ex sindaco Tiziano Borghi e ex vice sindaco Gianfranco Campani non ci hanno pensato due volte ad aiutare la nuova amministrazione nella gestione dell'emergenza e non appena il neoeletto sindaco Giuseppe Ruggi si è fatto avanti si sono subito rimboccati le maniche.

La storia

Nel carpinetano le piogge incessanti hanno provocato esondazioni in numerosi punti. La Protezione Civile e la Croce Rossa sono stati indispensabili per la gestione dell'emergenza aiutati però da tutti i cittadini. Il sindaco Giuseppe Ruggi, eletto da appena due settimane, è stato subito messo alla prova. La sua giunta non si è ancora insediata e per gestire la crisi ha chiesto aiuto all'ex sindaco Tiziano Borghi e con lui l'ex vicesindaco Gianfranco Campani: entrambi hanno lavorato come volontari della Protezione Civile al Coc, e direttamente nei luoghi colpiti.

"Lunedì, appena il sindaco ci ha chiamato,- racconta Tiziano Borghi -  abbiamo organizzato due squadre: una operativa sul territorio composta dal sindaco, Giuseppe Ruggi e Gianfranco Campani che, per esperienza personale conoscevano e si interessano di geologia; l'altra, alla quale ho preso parte, ubicata negli uffici comunali per organizzare il lavoro da fare e raccogliere le segnalazioni dei cittadini riguardo a strade e allagamenti. Il comune di Carpineti è stato uno tra quelli più colpiti per numero di dissesti su strada, ma il tempestivo lavoro in sinergia di Protezione Civile, cittadini e amministrazione ha reso possibile la riapertura dei tratti colpiti in breve tempo. Abbiamo fatto tutto come volontari senza pensarci due volte".

"Verso le 15:30 - sottolinea Gianfranco Campani - il sindaco Ruggi ci ha chiamati. Il Tresinaro era in piena e abbiamo deciso che Tiziano si sarebbe messo avanti a gestire il Coc e la parte burocratica mentre io e il sindaco siamo corsi verso la Chiesa di San Prospero che era allagata. Poi abbiamo continuato a dirigerci dove c'era bisogno. Dalla casa di Bonini Andrea, dove c'è stato il primo smottamento fino a Levizzano vicino a Baiso. Grazie ad un agricoltore che aveva con sè una pala e un signore con uno escavatore abbiamo deviato l'acqua e messo in sicurezza l'area. In seguito siamo andati alla Colombaia dove si era allagata la strada e alcuni scantinati. Anche qui con un escavatore abbiamo sistemato."

"Poi abbiamo lavorato - prosegue Campani - vicino alla strada provinciale sul Dorgola e al rio Spirola salendo a Ceriola e Pontone. Anche sul versante del Fosola c'era molta acqua e con un trattore siamo riusciti a tenere la strada. A casa Iorio, vicino a San Pietro, con un mezzo agricolo abbiamo ripristinato la viabilità e poi dal Castello nella zona artigianale. Abbiamo lavorato anche a Marola con i Vigili del fuoco, alla sede della Gorfar dove c'era ponticello con dell'acqua e detriti portati dal Tresinaro. I cantonieri hanno sistemato tutto e ora ci sono alcune cantine che stiamo cercando di pulire. C'è stata una dimostrazione di solidarietà unica. Una condivisione mai vista. E' stato ripristinato tutto grazie ai contadini, cantonieri che hanno messo a disposizione i loro trattori e mezzi, anche le strade della provincia si spera saranno riaperte entro la fine della settimana".

"Il problema - conclude Campani - è che come ho ribadito più volte abbiamo dei torrenti e delle fognature che non sono più all'altezza di certe portate d'acqua. Lo Stato e la Regione devono capire che i lavori di miglioramento della rete devono essere fatti subito. Alcuni fondi sono arrivati ma niente è successo".

1 COMMENT

  1. Grazie ai sindaci (vecchio e nuovo), grazie al vicesindaco, grazie ai contadini che si sono messi all’opera, grazie ai cantonieri per tutto il lavoro, senza risparmiarsi.

    Vi ringrazio perchè tra le strade che state cercando di ripulire dalle frane c’è anche quella che consente l’accesso alla mia casa.

    La lezione, forse, è che ce la dobbiamo cavare da soli, perché risorse non ce ne sono e non ne arriveranno mai abbastanza per risolvere i problemi che si sono accumulati. Guardate quello che hanno dato alla Romagna per gli eventi dello scorso anno: poco o nulla, troppo poco. E non dipende solo da una cattiva predisposizione del governo Meloni: è proprio che i soldi sono finiti. Sono stati buttati via in p*nate e non per investire sul territorio.

    Credo che dovremo dotarci strutturalmente di una squadra di volontari per rimettere a posto da soli ciò che ancora possibile riparare (rive che franano suile canalette, rii da ripulire, caditoie, etc.). Gli amministratori dovranno prestare grande attenzione alla gestione del territorio.

    Qualche cinico pianzano dice che è inutile lottare: tanto la montagna è destinata – franando – a diventare pianura. Noi invece resistiamo.

    Scrivo un po’ arrabbiato perché stasera su Telereggio hanno parlato solo dei rischi di esondazione dei fiumi in pianura, e la Vicepresidente della Regione Irene Priolo si è recata, udite udite, a vedere i danni fino a Rubiera, Scandiano e Vezzano. Sembra che la montagna valga poco per i mezzi di comunicazione e l’amministrazione della Regione.

    • Firma - SC