Home La bonifica in appennino Diga di Vetto: aggiudicato il raggruppamento per lo studio di fattibilità
nell'arco di un anno il progetto di fattibilità

Diga di Vetto: aggiudicato il raggruppamento per lo studio di fattibilità

790
0

Buone notizie per l’invaso in Val d’Enza. Nella seduta di lunedì 24 giugno il comitato amministrativo del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha disposto l’aggiudicazione definitiva ed efficace del servizio di redazione del Documento di Fattibilità delle alternative Progettuali (DOC.F.A.P.) per il progetto che prevede la “Realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano e altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d’Enza, nella Provincia di Reggio Emilia e Parma”.

La valutazione tecnica della commissione giudicatrice ha stabilito che l’offerta migliore fosse quella del raggruppamento il cui capofila è la Società C. & S. Di Giuseppe Ingegneri Associati Srl di Chieti, di cui fanno parte la HMR Srl, la Società Cooperativa Politecnica Ingegneria e Architettura, la AIG Ingegneria Srl, la Studio Silva Ingegneria Srl, Paolo Turin e Quanat Engineering Srl, che ha ottenuto il punteggio più alto, di 94,44 punti su 100. Ora, secondo i termini di legge vigenti, il contratto d’appalto dovrà essere sottoscritto dal raggruppamento vincitore entro due mesi; successivamente lo stesso avrà 10 mesi di tempo per la predisposizione del Documento di Fattibilità.

La “Realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano e altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d’Enza, nella Provincia di Reggio Emilia e Parma” è un progetto previsto da un apposito gruppo di lavoro (a cui hanno partecipato i principali portatori di interesse pubblici e privati) promosso dalla Regione Emilia-Romagna nel 2017 che ha prodotto un documento finale in data 5 giugno 2018 nel quale si prevede la realizzazione di un invaso,  oltre ad una serie di azioni di tipo sinergiche finalizzate a ridurre il deficit idrico della Val d’Enza.

A questo fondamentale documento ha fatto seguito un primo approfondimento tecnico da parte dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e, successivamente, il finanziamento del MIT-Ministero delle Infrastrutture e Trasporti alla stessa Autorità Distrettuale del Po per la predisposizione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economica dell’invaso. L’Autorità Distrettuale, d’intesa con Regione Emilia-Romagna e ATERSIR ha conferito, nella seconda parte dello scorso anno, al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale la funzione di Ente attuatore del progetto (coadiuvato dal Consorzio della Bonifica Parmense attraverso uno specifico accordo tra le parti).

Prima di dare il via alla progettazione vera e propria la normativa di legge prevede che venga predisposto un apposito documento, detto DOC.F.A.P. per analizzare, sotto il profilo della loro compatibilità ambientale ed economica, le varie alternative progettuali che si prospettano e definire, in base alle condizioni oggettive, l’ubicazione dell’invaso montano nel bacino dell’Enza e le principali caratteristiche dell’opera da realizzare.

Le offerte dei raggruppamenti sono state esaminate da un’apposita commissione giudicatrice composta in maggioranza – tre componenti su cinque – da professori universitari di chiara fama (Prof. Pierluigi Claps, Ordinario di Costruzioni Idrauliche all’Università di Torino; Prof. Paolo Salandin, Ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia all’Università di Padova; e Prof. Guido Gottardi, Ordinario di Geotecnica Fondamenti e di Consolidamento dei terreni all’Università di Bologna) e, per la parte restante, da rappresentanti dei due Consorzi di Bonifica, l’Ingegner Pietro Torri, dirigente del Consorzio dell’Emilia Centrale (RUP) e Presidente della Commissione; e l’Ingegner Fabrizio Useri, Direttore Generale del Consorzio della Bonifica Parmense.