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Don Gabriele Burani: “Chi presiede la celebrazione eucaristica?”

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“Perché un laico (uomo o donna) non potrebbe assumere la presidenza della celebrazione eucaristica, come ministro straordinario, quando vescovo o presbitero non possono essere presenti? E’ assolutamente necessario legare la presidenza della eucaristia al sacramento dell’ordine sacro?”

E’ l’interrogativo posto da Don Gabriele Burani, missionario "Fidei donum" in Amazzonia che ha svolto il suo ministero a Boretto, Sant’Ilario, Taneto, Gattatico, Gualtieri; è stato poi parroco a Santa Vittoria e quindi a Reggiolo e Villanova. Dal 2006 al 2014 è stato rettore del Seminario.

Ritornando all’interrogativo, il sacerdote In una lettera afferma che “in certe zone del mondo, come nelle comunità lungo i fiumi della nostra Amazzonia, la presenza del presbitero - quando va bene – è una volta al mese, in altre solo un paio di volte all’anno; in certe zone del mondo passano anche anni senza la presenza di un presbitero che presieda la eucaristia.  Certo, se non c’è la messa la comunità può comunque incontrarsi, pregare, meditare la Sacra Scrittura, celebrare il giorno del Signore”

Nella lettera don Gabriele spiega che "nel documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, Sacerdotium Ministeriale, del 1983, si affronta questo tema con affermazioni  che non lasciano  dubbi; e affermazioni sono chiare e perentorie, ma non lo è altrettanto la motivazione e la logica. E cioè: non si legge da nessuna parte che Gesù abbia voluto una chiesa gerarchicamente strutturata nella forma che è vissuta oggi, e che Gesù abbia deciso che solo vescovi e presbiteri possano presiedere la Eucaristia. E perché mai un laico o una laica in quanto presidenti della celebrazione eucaristica sarebbero fuori della apostolicità della chiesa e addirittura distruttori della comunità? Se la Eucaristia è centrale per la vita di una comunità, e non ci sono sufficienti presbiteri e vescovi, perché non affidare a una persona credente (pur non avendo ricevuto il sacramento dell’Ordine) il servizio di presiedere la celebrazione eucaristica, in obbedienza al mandato di Gesù nell’ultima cena?    Penso a laici con uno specifico mandato del vescovo locale, e quindi mantenendo il valore della apostolicità della chiesa. E che seguano il testo del Messale (così non si rischia di uscire dalla ortodossia!).”

Don Gabriele si chiede dunque come era “celebrata l’ eucaristia nei primi anni della vita della chiesa  ? Nelle case e probabilmente con laici che presiedevano. In poco tempo poi la Chiesa si è strutturata con vescovi, presbiteri come presidenti della Eucaristia; in modo legittimo la chiesa si è strutturata così fino ad ora, ma credo che anche possa evolversi, modificarsi nelle forme in base alle necessità storiche”.

“Una idea da cambiare – spiega il sacerdote - e che nel documento in qualche modo è presente, è pensare al sacramento dell’ordine come al ‘potere’ di consacrare il pane e vino trasformandoli in corpo e sangue di Cristo.  La idea di un super-potere, come nei fumetti o film di fantascienza, dove i super-eroi hanno poteri straordinari, così il presbitero ha il ‘potere’ di trasformare magicamente il pane in corpo di Cristo. Anzi,’ le mani’ del presbitero, che a volte con una pratica buffa, vengono baciate alla fine della ordinazione presbiterale (perché da quel momento hanno il potere di consacrare!!).  Presiedere la Eucaristia non è il super-potere di una ristretta casta di trasformare il pane e il vino in corpo e sangue di Cristo; non dimentichiamo che è la comunità intera che celebra, sempre con una persona a cui si affida la presidenza come servizio. Non dovrebbe essere un problema di potere’"

E conclude: “Credo dunque che la prassi di legare solo a vescovi e presbiteri la presidenza della Eucaristia possa essere riveduta e lasciare alle chiese locali, se necessario, la libertà di affidare a laici e laiche battezzati il servizio di presidenza della Eucaristia per la vita della comunità”.