Con il termine “Internati Militari Italiani” (IMI) si indicano i soldati italiani del Regio Esercito che, nei giorni immediatamente successivi all’Armistizio dell’8 settembre 1943, si rifiutarono di combattere e furono deportati come prigionieri in Germania. Durante la primavera del 1944 fu chiesto loro di combattere con la Germania e la RSI, ma solo centomila risposero positivamente: tutti gli altri continuarono una resistenza silenziosa contro i tedeschi. Una storia che tutti noi, purtroppo, abbiamo in famiglia: gli storici Marco Palmieri e Mario Avagliano, stimano che furono catturati circa un milione di italiani, su un totale di due milioni sotto le armi. Di questi, circa duecento mila fuggirono, mentre gli altri furono internati.
Senza entrare in questa sede nello specifico, le vicende e la sorte degli Internati Militari Italiani sono raccontate nel volume I militari italiani internati nei campi di concentramento del Terzo Reich, 1943-1945 di Gerhard Schreiber (Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 1997) e in Gli Internati Militari Italiani in Germania 1943 - 1945 di Gabriele Hammermann (Il Mulino, Bologna, 2019). Un resoconto più umano e quotidiano, a tratti ironico e divertente, è scritto da Giovannino Guareschi, il “papà” di Don Camillo e Peppone, nel suo Diario clandestino, 1943 – 1945 (Rizzoli, Milano, 1949).
In questo articolo, secondo le fonti e gli archivi preziosissimi di ISTORECO, si vogliono riportare le vicende di soldati italiani che non hanno avuto modo di acquisire l’etichetta di Internato Militare Italiano dentro un lager, nonostante effettivamente lì fossero diretti: la sorte per loro aveva riservato un naufragio su una nave tedesca, diretta in quei campi di morte, fame e sofferenza.
Varini Ennio, figlio di Francesco e Menozzi Riccardina, nato il 26 ottobre 1922 a Reggio Emilia, soldato del 17° Reggimento fanteria, trovò la morte nel naufragio del piroscafo passeggeri greco “Ardena”, con altri 840 prigionieri italiani della Divisione “Acqui”, catturati a Cefalonia, e 120 soldati tedeschi. Il 28 settembre 1943 l’Ardena urtò una mina “amica”, facente parte di uno sbarramento difensivo Italo - tedesco nella baia di Argostoli, provocando l’affondamento e l’annegamento di 780 persone.
La motonave tedesca “Sinfra”, partita da Creta e diretta in Germania, carica di prigionieri italiani, fu affondata il 18 ottobre 1943, secondo fonti tedesche, da squadroni di bombardieri B-25 Mitchell della U.S.A.F e aerosiluranti Bristol Beaufighter della R.A.F. Tra quei 1850 morti vi erano i reggiani:
- Pagani Lorenzo, figlio di Abele, residente a Reggio Emilia, nato il 10 febbraio 1912, soldato del XXIX Battaglione Misto Genio (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Benevelli Guido, figlio di Giuseppe, residente a Carpineti, nato il 3 settembre 1914, soldato del 15° Reggimento Genio (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Fontana Aurelio, figlio di Gustavo e Malavasi Alcesta, nato il 12 aprile 1910 a Rolo, soldato del 29° Reggimento Genio
- Caggiati James, figlio di Domenico, residente a Castelnovo Sotto, nato il 10 gennaio 1922, soldato del XXIX Battaglione Misto Genio (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Montanari Olindo, figlio di Marco e Ballabeni Dorotea, nato a Gualtieri il 31 agosto 1910, soldato del XXI Battaglione Artieri Genio
- Ferrari Vilmer, figlio di Oreste e Bonetti Lucia, nato a Bagnolo in Piano il 14 dicembre 1920, soldato del 51° Reggimento Artiglieria Divisione Fanteria
- Zanichelli Antenore, figlio di Erminio e Tirelli Maria, nato a Correggio il 14 dicembre 1916, sottotenente del XXIX Battaglione Misto Genio
- Subazzoli Italo, figlio di Alfeo e Galuberti Ancilla, nato a Novellara il 21 novembre 1921, soldato del XXIX Battaglione Misto Genio
- Ferrari Ernesto Ferdinando, figlio di Augusto e Bertani Domenica, nato il 25 novembre 1921 a Reggio Emilia, soldato del 15° Reggimento Genio
- Leali Ives, residente a Luzzara, nato il 26 maggio 1923, soldato del 331 Reggimento Fanteria (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Ferioli Dannunzio, figlio di Vincenzo e Piccinini Angelina, nato a Casalgrande il 14 maggio 1922, soldato del XXIX Battaglione Misto Genio
- Tommasini Marino, figlio di Andrea e Rosselli Ferdinanda (?), nato l’8 giugno 1914 a Ramiseto, soldato del 15° Reggimento Genio
- Reverberi Roberto, figlio di Carlo e [nome illeggibile], nato il 5 novembre 1916 a Montecchio Emilia, camicia nera nella 201^ Legione M.V.S.N.
- Cacciavellani Adelmo, figlio di Luigi e Veroni Anna, nato il 16 maggio 1910 a Reggio Emilia, soldato del XXIX Battaglione Misto Genio
- Lucenti Primo, figlio di fu Ettore e Spaggiari Maria, nato il 29 gennaio 1910 a Correggio, soldato del XXIX Battaglione Misto Genio
- Cattani Oliviero, figlio di Emilio e Grisendi Pasquina, nato il 7 marzo 1912 a Reggio Emilia, soldato del XXIX Battaglione Misto Genio
- Casali Emore, figlio di Marco e Spadoni Annunciata, nato il 6 agosto 1914 ad Albinea, soldato del 57° Reggimento Artiglieria Divisione Fanteria
Il 4 febbraio 1944 partiva dalla Baia di Souda, nel Mar Egeo, diretto al Pireo, il piroscafo “Petrella”, con oltre 3100 soldati italiani prigionieri dei tedeschi a bordo. Nave francese, già denominata “Aveyron”, fu acquistata dagli italiani, per cadere poi in mano nazista. Fu affondato dal sottomarino inglese “Sportsman” al largo della baia di Suda, Creta. Morirono circa 2700 prigionieri di guerra italiani, tra cui:
- Artioli Giacomo, figlio di Cesare e Silingardi Anastasia, nato il 28 giugno 1919 a Novellara, soldato del 341° Reggimento Fanteria
- Bertani Adelmo, figlio di Massimo e Strarfani (?) Francesca, nato il 10 luglio 1910 a Novellara, soldato del 341° Reggimento Fanteria
Il piroscafo “Oria”, di fabbricazione norvegese, non fu attaccato. L'11 febbraio del 1944, partito da Rodi e diretto al Pireo in Grecia, aveva a bordo 4046 militari internati, 90 tedeschi di guardia e l'equipaggio. Colto da una tempesta, trovò naufragio dopo uno scontro con l’isolotto di Patroclo, ormai vicino a terra. Tra le vittime di quello che è riconosciuto il peggior incidente navale del Mediterraneo vi erano i nostri conterranei:
- Dolci Enio, figlio di Giovanni, residente a Ramiseto, nato il 12 luglio 1923, soldato dell’841° Battaglione Fanteria (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Righetti Ennio, figlio di Giuseppe e Rabitti Luigia, nato il 6 marzo 1916 a Correggio, soldato dell’841° Battaglione Fanteria
- Fiorini Giuseppe Emilio, figlio di fu Florindo e NN, nato a Collagna il 17 marzo 1920, soldato del Comando Divisione
- Campanini Pietro, figlio di Umberto, nato il 7 maggio 1923 a Luzzara, soldato del 35° Raggruppamento di Artiglieria Costiera (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Catellani Marco, figlio di Luigi e Rossi Rosa, nato il 1° gennaio 1916 a Reggio Emilia, caporale maggiore del 23° Reggimento Fanteria Divisione Artiglieria
- Altimani Sergio, figlio di Filippo, nato il 31 maggio 1922 a Correggio, soldato del 35° Raggruppamento di Artiglieria Costiera (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Sgarbi Iago, figlio di Giovanni e Carra Pia, nato il 9 luglio 1914 a Rolo, caporal maggiore del 35° Raggruppamento di Artiglieria Costiera
- Bazzani Tullio, figlio di Angelo e NN, nato il 10 gennaio 1917 a Viano, sergente maggiore del 9° Reggimento Fanteria
- Giberti Fernando, figlio di Giuseppe e Corradini [nome illeggibile], nato il 7 giugno 1923 a Reggio Emilia, soldato del 9° Reggimento Fanteria Divisione Artiglieria
- Garlassi Ivan, figlio di Bruno e Rosacchi Ida, nato il 29 febbraio 1922 a Reggio Emilia, soldato del Comando di Divisione
- Bonini Francesco, figlio di Umberto, nato il 29 settembre 1923, soldato del 4° Reggimento Artiglieria Divisione Fanteria (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Rubertelli Arrigo, figlio di Celso, nato il 7 giugno 1923 a Reggio Emilia, soldato del 3° Reggimento Artiglieria di Corpo d’Armata (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Saccani Pietro, figlio di Lodovico e Galimbusi Erminia, nato il 31 gennaio 1922 a Poviglio, soldato del 46° Gruppo Artiglieria
- Marinelli Socrate, figlio di Celestino e Dallari Alda, nato il 10 aprile 1917 a Reggio Emilia, sergente maggiore del 9° Reggimento Fanteria
- Bigi Giovanni, figlio di Giuseppe e Baldi Pierina, nato il 7 luglio 1923 a Bibbiano, soldato del 46° Gruppo Artiglieria
- Michelino Severino, figlio di Luigi, nato il 17 giugno 1916 a Villa Minozzo, caporale maggiore del XXX Battaglione Misto Genio (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Cavazza Enzo, figlio di Celso e Prandi Luigia, nato il 4 luglio 1923 a Reggio Emilia, soldato del 62° Reggimento Fanteria
- Cotti Enea, figlio di NN e Cotti Onelia, nato il 26 dicembre 1923, soldato del 10° Reggimento di Artiglieria di Corpo d’Armata
- Del Rio Guerrino, figlio di Mario e Bertani Dirce, nato il 13 settembre 1916 ad Albinea, caporale maggiore del 9° Reggimento Fanteria
- Gianotti Artemio, figlio di Augusto e Gelosini Cristina (?), nato il 18 ottobre 1916 a Cadelbosco Sopra, soldato del 23° Reggimento Artiglieria Divisione Fanteria
- Gandolfi Antonio, figlio di Giovanni e Luppi Maria, nato il 27 settembre 1923 a Correggio, soldato del 111° Reggimento Artiglieria di Marcia
- Romoli Ugo, figlio di Leone e Paterlini Zenaide, nato il 21 agosto 1916 a Reggio Emilia, soldato del 9° Reggimento Fanteria
- Casarini Leo, figlio di Clelio e Ballabeni Ida, nato il 14 maggio 1923 a Correggio, soldato del 9° Reggimento Artiglieria Divisione Fanteria
- Vezzali Franco, figlio di Adolfo e Ferrari Catterina, nato l’11 settembre 1923 a Reggio Emilia, soldato del 102° Reggimento Fanteria
- Nobili Germano, figlio di Aniceto e Ferrari Narcisa, nato il 30 novembre 1923 a Vetto, soldato del 62° Reggimento Fanteria
- Gallinari Bruno, figlio di Prospero e Tassoni Adalgisa, nato il 17 luglio 1923 a Reggio Emilia, soldato del 35° Raggruppamento di Artiglieria Costiera
- Daolio Danilo, figlio di Alfredo, nato il 21 aprile 1922 a Reggiolo, soldato del Comando Divisione (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Burani Alcide, figlio di Angelo e Chierici Simonina, nato il 2 febbraio 1916 a Cavriago, soldato della 19^ Compagnia di Fanteria Costiera
- Colli Alberto Gustavo, figlio di Giuseppe, nato il 17 novembre 1923 a Rolo, soldato del 46° Gruppo Artiglieria (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Lanfredi Guerrino, figlio di Pietro, nato il 16 ottobre 1915 a Reggiolo, soldato del 232° Reggimento Fanteria (il suo ruolo matricolare non compare negli archivi di ISTORECO)
- Manfredini Edgardo, figlio di Arturo e Manfredini Zelinda, nato il 12 novembre 1916 a Luzzara, soldato del 9° Reggimento Fanteria
- Marastoni Bruno, figlio di Silvio e [cognome illeggibile] Cesia, nato il 2 febbraio 1916 a Bagnolo in Piano, soldato del 9° Reggimento Fanteria
- Gherardini Gino, figlio di Ciro e Beghetti Pasquina, nato il 29 marzo 1922 a Busana, soldato del 170° Gruppo Artiglieria
Come già segnalato, qualora qualcuno dovesse riconoscere un proprio parente, può cercarne il ruolo matricolare: esso è il primo documento di identificazione di un soldato, che riporta le notizie essenziali. Questi documenti si trovano presso l’Archivio di Stato di Modena, che custodisce i documenti dei soldati modenesi e reggiani. Nella provincia di Reggio Emilia opera ISTORECO, che ha digitalizzato la quasi totalità dei questi documenti. Navigando sul loro sito web, è possibile reperire gratuitamente alcuni ruoli matricolari e altri importanti documenti di tutti i militari, che hanno combattuto, sono caduti o sono stati deportati durante le guerre del Novecento.
È infine possibile recuperare ulteriori documenti dei soldati caduti o dispersi seguendo le indicazioni contenute sul sito del Commissariato generale per le onoranze ai caduti (ONORCADUTI), ovvero l’ente del Ministero della Difesa che, oltre alla gestione dei sepolcreti e delle zone monumentali, si occupa di ricercare, recuperare, rimpatriare i caduti italiani non ancora individuati, dando o ricevendo notizie dai congiunti.
Fare ricerca storica e ricordare i caduti significa portare una testimonianza di un particolare evento bellico, fra i tanti possibili, affinché ciò che è stato non si ripeta mai più.
Gli Internati Militari Italiani che, secondo la definizione di Alessandro Natta, a sua volta IMI, hanno rappresentato l’altra Resistenza rifiutando di collaborare con i nazifascisti a prezzo di indicibili sofferenze e spesso della vita. A ricordo di questi 700.000 eroi e’ stata fondata l’ANEI, Associazione ex Internati Militari Italiani, con l’obiettivo di ricordare questi “Schiavi di Hitler” riprendendo il titolo di un bel libro che parla di loro.