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La tragedia della nave “Victoria” e dei suoi Bersaglieri

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La tragedia della nave “Victoria” e dei suoi Bersaglieri

Il cacciatorpediniere 1939 “Bersagliere”. Fonte: Wikimedia.

Bersagliere non era solo un fante piumato, ma anche un cacciatorpediniere della Regia Marina: con questo termine si intendeva una grande nave da guerra, progettata per scortare navi di dimensioni maggiori per difenderle da attacchi a breve distanza, come quelli dei torpedinieri (da cui il nome) dei sottomarini e degli aerei.

Il 22 gennaio 1942 il Bersagliere faceva parte, con gli incrociatori Attendolo, Duca degli Abruzzi e Montecuccoli ed ai cacciatorpediniere Alpino, Carabiniere e Fuciliere, della flotta che avrebbe dovuto portare le truppe dell’Asse in Africa. Sbarco previsto: Tripoli, per partecipare alla Campagna d’Africa. Ne parleremo in un successivo articolo.

In quel convoglio, figuravano anche la nave per trasporto truppe Victoria, partita da Taranto, e i cargo Ravello, Monviso, Monginevro e Vettor Pisani, salpati da Messina, scortati da altri cacciatoripedinieri, Vivaldi, Malocello, Da Noli, Aviere, Geniere e Camicia Nera, e delle torpediniere Orsa e Castore.

Il convoglio arrivò a Tripoli il 24 gennaio, perdendo però la nave Victoria che fu colpita da due siluri anglo - americani. Quel 22 gennaio 1942, sulla Victoria erano saliti ill XXXVI Battaglione Bersaglieri del 12° Reggimento e il LI Battaglione Carri Medi, inquadrati nella Divisione Corazzata “Littorio”.

Le perdite per i bersaglieri furono, come possibile immaginare, molto pesanti. In particolare, vennero dichiarati dispersi nel Mediterraneo i bersaglieri reggiani:

  • Pellicciari Renato, figlio di Tommaso, nato ad Albinea il 21 luglio 1919, (il suo ruolo matricolare non compare negli elenchi di ISTORECO)
  • Tonelli Giuseppe, figlio di oreste e  Valezzi Emilia, nato a Castellarano il 24 luglio 1921
  • Melloni Pierino, figlio di Oriano e Mangasa Margherita, nato il 5 settembre 1918 a Brescello
  • Zibana Peppino, figlio di Verino e Manfredi Zelia, nato a Gattatico l’8 marzo 1916
  • Rossetti Carlo, figlio di Enrico, nato a Sant’Ilario d’Enza il 9 gennaio 1914 (il suo ruolo matricolare non compare negli elenchi di ISTORECO)
  • Ferrari Armando, figlio di Bernardo e Alvisi Domenica, nato a Reggio Emilia il 31 agosto 1919
  • Castellari Giovanni, figlio di Domenico Eleuterio e fu Vittori Maria, nato ad Albinea il 19 aprile 1921
  • Riccò Aldo, figlio di Angelo e Maria, nato a Guastalla il 15 maggio 1914
  • Scardova Angelo, figlio di Amilcare e Rossi Maria, nato a Guastalla il 7 settembre 1919
  • Covezzi Verino Lino, figlio di Giovanni, nato a San Martino in Rio il 19 febbraio 1917 (il suo ruolo matricolare non compare negli elenchi di ISTORECO)
  • Torelli Ilares, figlio di Gaetano e Bonacini Santa, nato a Scandiano il 24 novembre 1920
  • Costi Tolmino Egidio, figlio di Alfonso e NN, nato a Baiso il 25 settembre 1919
  • Bonini Visno, figlio di Umberto e Borelli Carolina, nato a Bagnolo in Piano il 12 giugno 1920
  • Ghirri Enrico, figlio di Alfredo e Anceschi Giuseppina, nato a Scandiano il 19 novembre 1917
  • Folloni Danilo, figlio di Ruggero, nato a Reggiolo il 3 maggio 1920 (il suo ruolo matricolare non compare negli elenchi di ISTORECO)
  • Predieri Guerrino, figlio di Liberio e Rozzi Bice, nato ad Albinea il 17 giugno 1921

Come oramai noto ai lettori, qualora qualcuno dovesse riconoscere un proprio parente, può cercarne il ruolo matricolare: esso è il primo documento di identificazione di un soldato, che riporta le notizie essenziali. Questi documenti si trovano presso l’Archivio di Stato di Modena, che custodisce i documenti dei soldati modenesi e reggiani. Nella provincia di Reggio Emilia opera ISTORECO, che ha digitalizzato la quasi totalità dei questi documenti. Navigando sul loro sito web, è possibile reperire gratuitamente alcuni ruoli matricolari e altri importanti documenti di tutti i militari reggiani che hanno combattuto, sono caduti o sono stati deportati durante le guerre del Novecento.

È infine possibile recuperare ulteriori documenti dei soldati caduti o dispersi seguendo le indicazioni contenute sul sito del Commissariato generale per le onoranze ai caduti (ONORCADUTI), ovvero l’ente del Ministero della Difesa che, oltre alla gestione dei sepolcreti e delle zone monumentali, si occupa di ricercare, recuperare, rimpatriare i caduti italiani non ancora individuati, dando o ricevendo notizie dai congiunti.

Fare ricerca storica e ricordare i caduti significa portare una testimonianza di un particolare evento bellico, fra i tanti possibili, affinché ciò che è stato non si ripeta mai più.