Riceviamo e pubblichiamo
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Tanto tuonò che piovve, ma con qualche interrogativo.
Dalla stampa locale di ieri, 23 maggio, apprendiamo che la nostra Regione avrebbe deciso, o starebbe per farlo, di avanzare richiesta al Governo nazionale onde far sì che le aree montane siano aiutate tramite la fiscalità, il che da un lato non può che farmi piacere, visto che da diversi anni, anche sulle pagine di Redacon.it sostengo questa via, sembrandomi quella più logica e naturale, al punto di farmi dire “tanto tuonò che piovve”.
La notizia mi induce nondimeno ad un interrogativo, visto che il percorrere tale strada richiede di mettere a disposizione una significativa quota di risorse economiche, in un momento in cui le casse dello Stato devono vedersela con una impegnativa situazione internazionale, e con conti interni che paiono destare non poca preoccupazione, a detta di più d’una voce, e per ragioni che ci sono piuttosto note (almeno per chi vuole ascoltarle).
Viene quindi abbastanza spontaneo chiedersi perché mai questa iniziativa della Regione arrivi solo ora, in presenza di un Esecutivo nazionale di centrodestra, e non durante i lunghi anni in cui la sinistra ha avuto responsabilità di governo, e giunga inoltre alla vigilia di un appuntamento elettorale armai alle porte, due coincidenze che rendono legittimo, io perlomeno credo, un qualche interrogativo, o domanda, nei termini che appunto dicevo.
Al che aggiungerei poi un’ulteriore considerazione, nel senso che se la fiscalità generale rientra indubbiamente nell’orbita del Governo centrale, insieme dunque alle relative determinazioni in materia, mi chiedo perché la Regione non abbia destinato risorse a sostegno delle attività svolte in Appennino (in quanto ritenute il presupposto della tenuta occupazionale e del tessuto sociale), erogate in maniera trasversale, cioè generalizzata.
Ossia con lo stesso criterio che, se ho ben capito, dovrebbe avere la “defiscalizzazione” richiesta adesso al Governo centrale, ma forse non era semplice agire sul bilancio regionale per togliere risorse ad altro settore e spostarle verso le attività montane, mentre con l’iniziativa in discorso tale delicata scelta, a fronte di risorse limitate, andrebbe di fatto a ricadere sul Governo centrale (la mia è solo una semplice ed opinabile supposizione)
P.B.
P.B. dovrebbe ricordarsi che la regione ha già agito sulla fiscalità delle aziende della montagna inanzitutto con l’abolizione dell’IRAP (unica imposta di competenza della regione). Pe le altre imposte deve agire chi ha la competenza….
Immagino che f.f. sia molto più ferrato di me in materia fiscale, ma quanto ad IRAP mi sembra che il suo graduale superamento sia stato previsto dalla Riforma Fiscale introdotta dall’attuale Governo con la legge delega dell’agosto 2023, e comunque io mi riferivo ad altre forme di sostegno alle attività montane, vedi ad es. l’andare incontro alle spese sostenute per la tassa rifiuti, costi energetici, affitto (in quest’ultimo caso semmai con meccanismi che incoraggino le locazioni a canone concordato-agevolato), in una con l’aiutare eventualmente le famiglie riguardo ai costi scolastici, intesi nelle loro diverse voci, e penso siano tutti interventi rientrabili nella sfera delle competenze regionali, che mi risultano essere piuttosto ampie (fatta naturalmente salva la relativa sostenibilità economica, ma questo vale sia per il Governo regionale che per quello nazionale).
P.B. 24.05.2024
Il taglio dell’IRAP per le imprese montane dell’Emilia Romagna risale al 2019:
https://imprese.regione.emilia-romagna.it/notizie/notizie-attualita/2019/taglio-dellirap-per-le-imprese-della-montagna#:~:text=%C3%A8%20previsto%20un%20contributo%20per,concesso