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Soccorrere i feriti sul Fronte Russo: gli aiutanti sanità reggiani

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Soccorrere i feriti sul Fronte Russo: gli aiutanti sanità reggiani

Continuano su Redacon le ricostruzioni di alcuni reparti del Regio Esercito al Fronte Russo durante la Seconda Guerra Mondiale: in questo articolo, le tristi storie degli aiutanti sanità, che operavano per prestare primo soccorso ai feriti e agli ammalati. In copertina: Feriti tedeschi vengono assistiti. Fonte: archivio ASMER, fondo Verrecchia.

Fiat SPA 38R abbandonato allestito come autoambulanza. Fonte: Wikimedia Commons. In copertina: In copertina: Feriti tedeschi vengono assistiti. Fonte: archivio ASMER, fondo Verrecchia.

Durante i conflitti del Novecento, e nell’ambito militare in generale, gli aiutanti sanità erano soldati appositamente addestrati che fornivano assistenza medica e sanitaria sul campo di battaglia, nei centri medici militari e negli ospedali da campo. Essi affiancavano gli ufficiali medici negli ospedali da campo, svolgendo il ruolo di infermiere, barelliere o portaferiti. Negli ospedali da campo, vi era poi un cappellano militare, con il grado di ufficiale, che forniva assistenza spirituale ai combattenti.

Dal gennaio 2019 la figura di aiutante sanità non esiste più, sostituita nelle Forze Armate italiane con quella di operatore logistico della sanità, cui viene affiancata quella di operatore socio-sanitario, alle dipendenze del Corpo sanitario della Forza Armata di riferimento (Esercito, Marina, Aeronautica o Carabinieri).

Sul Fronte Russo, il servizio di aiutante di sanità fu prezioso e difficilissimo allo stesso tempo, a causa delle condizioni climatiche avverse e alla scarsità di rifornimento. Dalla nostra provincia partirono, senza tornare a casa:

  • Annoni Eufemio, nato il 20 marzo 1920 a Brescello, aiutante sanità della 73^ Sezione Sanità, disperso in località non nota il 20 dicembre 1942
  • Bazzani Luigi, nato il 20 gennaio 1914 a Reggio Emilia, caporale maggiore del 47° Ospedale da campo, morto nel campo di prigionia 188 – Tambov il 15 marzo 1943
  • Benassi Neldo, nato il 28 marzo 1920 a Castelnovo Sotto, alpino della 308^ Sezione Sanità Alpina, disperso in località non nota il 17 gennaio 1943
  • Bertacchini Silvio, nato il 3 settembre 1917 a Reggio Emilia, caporale del 621° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 19 gennaio 1943
  • Biacchi Renzo, nato il 17 ottobre 1920 a Campegine, aiutante sanità del 47° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 19 dicembre 1942
  • Borelli Aldo Teodoro, nato il 5 settembre 1918 a Carpineti, alpino della 302^ Sezione Sanità Alpina, morto nel campo di prigionia 165 – Taliza il 26 marzo 1943
  • Canepari Enrico, nato l’11 marzo 1920 a Correggio, caporale del 47° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 19 dicembre 1942
  • Catellani Vincenzo, nato il 15 maggio 1915 a Montecchio Emilia, sergente della 73^ Sezione Sanità, disperso in località non nota il 20 dicembre 1942
  • Cattabiani Egidio, nato il 18 novembre 1919 a Gualtieri, caporale maggiore della 73^ Sezione Sanità, disperso in località non nota il 20 dicembre 1942
  • Contardi Norberto, nato il 1° ottobre 1920 a Scandiano, aiutante sanità della 73^ Sezione Sanità, disperso in località non nota il 19 dicembre 1942
  • Corsini Carlo, nato il 19 novembre 1917 a Toano, aiutante sanità del 623° Ospedale da campo, morto nel campo di prigionia 56 – Ucistoje il 10 marzo 1943
  • Cosmi Dino, nato il 13 maggio 1915 a Luzzara, alpino della 302^ Sezione Sanità Alpina, disperso in località non nota il 26 gennaio 1943
  • Donelli Arduino, nato il 19 febbraio 1916 a Gualtieri, sergente del 622° Ospedale da campo, morto in prigionia in località non nota il 15 marzo 1943
  • Ferrari Giovanni, nato il 20 dicembre 1916 a Ramiseto, aiutante sanità del 622° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Gazzotti Gaetano, nato il 4 marzo 1943 a Toano, aiutante sanità della 73^ Sezione Sanità, morto nel campo di prigionia 58 – Tiomnikov il 30 aprile 1943
  • Grassi Albino, nato il 2 luglio 1915 a Reggio Emilia, aiutante sanità del 623° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 22 gennaio 1943
  • Incerti Lino, nato il 17 marzo 1920 a Baiso, alpino della 302^ Sezione Sanità Alpina, disperso in località non nota il 19 gennaio 1943
  • Lolli Giuseppe, nato il 18 agosto 1911 a Casina, caporale maggiore della 73^ Sezione Sanità Alpina, morto nel campo di prigionia 188 – Tambov il 21 agosto 1944
  • Losi Amos, nato il 22 gennaio 1915 a Reggio Emilia, alpino della 302^ Sezione Sanità Alpina, disperso in località non nota il 26 gennaio 1943
  • Lugli Delmino, nato il 6 maggio 1921 a Correggio, aiutante sanità della 9^ Sezione Disinfestazione Sanità, disperso in località non nota il 16 gennaio 1943
  • Manfredi Ferrante, nato l’11 dicembre 1920 a Reggio Emilia, aiutante sanità del 621° Ospedale da campo, morto in prigionia nell’Ospedale 5951 – Krisanov il 9 giugno 1943
  • Medici Walter, nato il 20 giugno 1913 a Reggio Emilia, sergente maggiore del 47° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 19 dicembre 1942
  • Melloni Carlino, nato il 24 gennaio 1916 a Cavriago, aiutante sanità del 622° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 24 gennaio 1943
  • Miglioli Quinto, nato il 28 aprile 1920 a Reggio Emilia, aiutante sanità del 621° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 22 gennaio 1943
  • Monti Bruno, nato il 2 gennaio 1915 a Ciano d’Enza, aiutante sanità del 622° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Pallicelli Alderigo, nato il 15 ottobre 1913 a Rio Saliceto, caporale maggiore del 622° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Pastarini Leo, nato il 23 febbraio 1912 a Castelnovo Sotto, aiutante sanità del 46° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 15 dicembre 1942
  • Ponti Adelmo, nato il 18 maggio 1915 a Correggio, alpino della 302^ Sezione Sanità Alpina, disperso in località non nota il 23 gennaio 1943
  • Prampolini Nerino, nato il 5 giugno 1920 a Reggio Emilia, aiutante sanità del 235° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 18 dicembre 1942
  • Prandi Gino, nato il 24 dicembre 1914 a Cadelbosco di Sopra, alpino della 6^ Sezione Sanità, disperso in località non nota il 10 gennaio 1943
  • Predieri Battista, nato il 30 novembre 1915 a Reggio Emilia, aiutante sanità del 623° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 23 gennaio 1943
  • Rovoli Primo, nato il 12 aprile 1920 a Castelnovo ne’ Monti, alpino della 302^ Sezione Sanità Alpina, disperso in località non nota il 26 gennaio 1943
  • Salami Giuseppe, nato il 28 marzo 1912 a Reggio Emilia, sergente del 47° Ospedale da campo, morto nel campo di prigionia 188 – Tambov il 13 marzo 1943
  • Simonazzi Carlo, nato il 6 aprile 1912 a Poviglio, aiutante sanità del 235° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 18 dicembre 1942
  • Sironi Mario, nato il 7 settembre 1914 a Castelnovo ne’ Monti, alpino della 302^ Sezione Sanità Alpina, disperso in località non nota il 13 gennaio 1943
  • Solmi Severino, nato il 28 gennaio 1914 a Reggiolo, caporale del 47° Ospedale da campo, morto nel campo di prigionia 241 – Vilva Viesvolod il 7 aprile 1943
  • Storchi Aldo, nato il 4 maggio 1915 a Correggio, aiutante sanità del 622° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Teodori Renzo, nato il 13 maggio 1915 a Guastalla, caporale maggiore del 622° Ospedale da campo, morto in prigionia nell’Ospedale 3171 – Rudnici il 9 maggio 1943
  • Vezzani Laurino, nato il 2 marzo 1914 a Correggio, caporale del 47° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 19 dicembre 1942
  • Villa Enzo, nato il 25 novembre 1915 a Correggio, aiutante sanità della 73^ Sezione Sanità, disperso in località non nota il 20 dicembre 1942
  • Zanetti Giulio, nato il 29 maggio 1921 a Castelnovo ne’ Monti, aiutante sanità del 251° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 18 dicembre 1942
  • Zanichelli Otello, nato il 4 maggio 1913 a Reggio Emilia, aiutante sanità del 47° Ospedale da campo, disperso in località non nota il 19 dicembre 1942
1. Manichini del museo dell’Associazione Studi Militari Emilia Romagna APS – ASMER: si nota un aiutante sanità accovacciato.

In particolare, secondo il portale “Un italiano in Russia”:

  • La 73^ Sezione Sanità faceva parte dei Servizi di Sanità della 3^ Divisione Celere “Principe Amedeo Duca d’Aosta” (CSIR)
  • Il 46° e il 47° Ospedale da campo facevano parte dei Servizi di Sanità del XXXV Corpo d’Armata (CSIR)
  • La 6^ Sezione Sanità faceva parte del Corpo di Spedizione Italiano in Russia – CSIR (secondo il ruolo matricolare di Prandi Gino)
  • La 308^ Sezione Sanità Alpina faceva parte dell’8° Reggimento Alpini della Divisione Alpina “Julia” (ARMIR)
  • Il 621° Ospedale da campo faceva parte del 6° Reggimento Alpini della Divisione Alpina “Tridentina” (ARMIR)
  • La 302^ Sezione di Sanità Alpina, con il 622° e 623° Ospedale da campo, facevano parte dei Servizi di Sanità della Divisione Alpina “Tridentina”
  • La 9^ Sezione disinfezione faceva parte dei Servizi di Sanità del Corpo d’Armata Alpino (ARMIR)
  • Il 235° e il 251° Ospedale da campo faceva parte dell’8° Magazzino di Sanità dell’8^ Armata (ARMIR)
3. Aldo Storchi. Fonte: UNIRR

Come sempre segnalato negli articoli di Redacon sulla Campagna di Russia, qualora qualcuno dovesse riconoscere un proprio parente, può cercarne il ruolo matricolare: esso è il primo documento di identificazione di un soldato, che riporta le notizie essenziali. Questi documenti si trovano presso l’Archivio di Stato di Modena, che custodisce i documenti dei soldati modenesi e reggiani. Nella provincia di Reggio Emilia opera ISTORECO, che ha digitalizzato la quasi totalità dei questi documenti. Navigando sul loro sito web, è possibile reperire gratuitamente alcuni ruoli matricolari e altri importanti documenti di tutti i militari, non solo della Campagna di Russia nello specifico, che hanno combattuto, sono caduti o sono stati deportati durante le guerre del Novecento.

Ancora, esistono gli archivi dell’Unione Nazionale Italiani Reduci di Russia – UNIRR, Ente Morale che dalla sua fondazione, avvenuta nel 1946, ha l’obiettivo di fare piena luce e ricordare le vicende del CSIR e dell’ARMIR e la sorte dei militari che ne facevano parte. È infine possibile recuperare ulteriori documenti dei soldati caduti o dispersi seguendo le indicazioni contenute sul sito del Commissariato generale per le onoranze ai caduti (ONORCADUTI), ovvero l’ente del Ministero della Difesa che, oltre alla gestione dei sepolcreti e delle zone monumentali, si occupa di ricercare, recuperare, rimpatriare i caduti italiani non ancora individuati, dando o ricevendo notizie dai congiunti.

Se qualche lettore volesse inviare ulteriore documentazione cartacea, fotografica o corrispondenza dei propri cari, o volesse semplicemente fare una segnalazione può contattare l’autore di questo articolo all’indirizzo mail [email protected].

Fare ricerca storica e ricordare i caduti significa portare una testimonianza di un particolare evento bellico, fra i tanti possibili, affinché ciò che è stato non si ripeta mai più.