Cosa rimane della cultura bizantina e longobarda sul nostro territorio? Dove la possiamo ritrovare e come riconoscerla? Che lingua parlavano i bizantini e che Dio pregavano? Ecco alcune delle domande alle quali si potrà avere risposta sabato 18 maggio, a partire dalle ore 9, presso la chiesa di San Lorenzo a Baiso, dove si terrà il I° Convegno Nazionale intitolato "Cultura bizantina e cultura Longobarda: un confronto durato due secoli nel segno della costruzione della identità di un territorio".
L'ambizioso progetto è dell'associazione La Tavola di Bisanzio, che del retaggio bizantino e longobardo ha fatto da sempre il suo cavallo di battaglia, tra rievocazioni storiche, ricerca e rivisitazione delle tradizioni, anche culinarie, del territorio e numerose e diversificate iniziative culturali.
Il progetto di dar vita al I° Convegno nazionale nasce dall'esigenza di conoscere meglio il passaggio dei bizantini in terra reggiana e il loro tentativo di riconquistare le terre della penisola, ove era di stanza l'Impero romano di oriente.
"Per più di due secoli (indicativamente tra il 500 ed il 700 dopo Cristo), nel cuore del medioevo più alto e più profondo, qui, nel crinale dell'appennino reggiano, si sono "fronteggiati" ma anche riconosciuti e intrecciati due popoli e due civiltà, quella raffinata e romanica di Bisanzio e quella post romana dei Goti, i primi cultori dell'allevamento delle pecora e della capra, i secondi, anche con l'innesto di genti Longobarde, portatori della tradizione e della cultura dell'allevamento del maiale" riferisce Giuliano Caselli, presidente dell'associazione La Tavola di Bisanzio.
"Nelle terre del Verabolo - prosegue Caselli - i Bizantini hanno lasciato la loro storia e i loro nomi, i loro tempi e i loro Santi (San Vitale, San Michele, ecc), i loro soldati e i loro figli, ma anche i loro usi e i loro gusti culturali ed alimentari, le loro idee sulla vita e sulla morte, la loro religiosità, il proprio sentire."
I temi trattati nel convegno saranno vari, interessanti ed estremamente attuali come l'organizzazione politica e amministrativa del territorio, la toponomastica, gli insediamenti bizantini in Italia, la struttura della società bizantina e di quella longobarda, la storiografia bizantina e longobarda.
Ad accompagnare i partecipanti lungo questi secoli di storia saranno il professor Stefano Gasparri, professore ordinario di Storia Medievale presso Ca' Foscari Università Venezia, il dottor Francesco Veronese, ricercatore presso Università di Padova, il professor Giorgio Vespignani, professore associato di Civiltà Bizantina presso Alma Mater Studiorum Università di Bologna, la professossa Maria Cristina La Rocca, già professoressa ordinaria di Storia Medievale presso Università di Padova.
Nella seconda parte della giornata si potranno visitare i siti chiave di questo passaggio storico: la Pieve di San Vitale di Carpineti, il sito di Castelvecchio e la cappella di San Michele, accompagnati da una guida esperta.
Questo primo convegno, che ha l'ambizione di divenire una scadenza annuale nazionale, è stato organizzato con il coordinamento dell'Università degli studi di "Ca Foscari" e si avvale del patrocinio dell'Associazione Nazionale di studi bizantini.