Con la seduta pubblica che si è tenuta nel pomeriggio di lunedì scorso, 13 Maggio, la Commissione Giudicatrice nominata dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, soggetto attuatore del progetto per la realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano ed altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d’Enza, ha concluso i suoi lavori nell’ambito della procedura per l’affidamento del servizio di predisposizione del DOCFAP – Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali.
La Commissione Giudicatrice era composta da 5 membri, di cui 3 accademici (professor Pierluigi Claps, Ordinario di Costruzioni Idrauliche all’Università di Torino; professor Paolo Salandin, Ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia all’Università di Padova; e professor Guido Gottardi, Ordinario di Geotecnica Fondamenti e di Consolidamento dei terreni all’Università di Bologna), oltre che dall’Ingegner Fabrizio Useri, Direttore del Consorzio della Bonifica Parmense; e dall’ingegner Pietro Torri, dirigente del Consorzio dell’Emilia Centrale (RUP) e Presidente della Commissione.
La Commissione ha valutato l’ammissibilità ed il merito tecnico delle offerte pervenute, compiendo un’analisi puntuale e approfondita delle stesse.
Dopo aver ritenuto tutte le proposte idonee a soddisfare il servizio richiesto per la predisposizione dello Studio di Fattibilità delle Alternative Progettuali, che dovrà fornire le indicazioni essenziali su cui basare la progettazione del tanto atteso invaso in Val d’Enza – la Commissione ha attribuito un punteggio per ciascuno dei criteri previsti dal disciplinare di gara.
Ora, come da procedura di legge, saranno effettuate le ulteriori verifiche dei requisiti e al termine verrà comunicato ufficialmente il soggetto che realizzerà lo studio di fattibilità.
Non conosco le Società che hanno aderito a questo bando, mi auguro solo che la Società che si aggiudicherà questo DOCFAP sia del nostro territorio, almeno Emiliano; un Doc.Fap deve definire le alternative progettuali alla Diga di Vetto, pertanto chi redigerà questo studio dovrà essere una Società che conosce bene il nostro territorio e le esigenze locali dell’Agricoltura.
Sarebbe inconcepibile e inaccettabile che venisse aggiudicato ad una Società che della Valle dell’Enza non conosce nulla e non conosce nulla delle esigenze delle terre del Parmigiano Reggiano.
Lino Franzini