La Fondazione AIACE, che ogni anno seleziona e premia i progetti di ricerca che hanno prodotto i risultati più innovativi ed efficaci nella prevenzione e cura delle malattie oncologiche, ha assegnato il Premio AIACE 2023 alla dottoressa Federica Torricelli, ricercatrice sanitaria del Laboratorio di Ricerca Traslazionale.
Il premio, del valore di 15mila euro, servirà a supportare la prosecuzione dell’attività di ricerca sul Mesotelioma della dottoressa e del Laboratorio di Ricerca Traslazionale. Il lavoro scientifico premiato, dal titolo, “Spatially resolved, high-dimensional transcriptomics sorts out the evolution of biphasic malignant pleural mesothelioma: new paradigms for immunotherapy” è stato pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Cancer ed è frutto della collaborazione tra il Laboratorio di Ricerca Traslazionale (dottoresse Ciarrocchi, Donati, Reggiani e Manicardi), la Struttura complessa di Anatomia Patologica (dottoressa Piana e dottor Valli) e l’unità di Chirurgia Toracica del Policlinico Gemelli di Roma (Prof. Filippo Lococo).
“È il secondo anno che Fondazione AIACE fra i tanti lavori candidati da parte dei principali centri di ricerca italiani sceglie di premiare un lavoro pubblicato dal nostro laboratorio - dice la dottoressa Alessia Ciarrocchi, coordinatore del Laboratorio di Ricerca Traslazionale -. Questo ci rende molto orgogliosi del percorso di crescita che abbiamo compiuto e ci conferma che il nostro laboratorio, di cui quest’anno ricorre il decennale, ha saputo nel corso di questi anni caratterizzarsi nel panorama scientifico nazionale e internazionale come una realtà competitiva e all’avanguardia”.
Il premio, è stato consegnato nella sede storica della Cassa di Risparmio di Bologna. La Fondazione Aiace assegna annualmente il premio con l’obiettivo di offrire un riconoscimento e sempre nuove motivazioni a giovani ricercatori di età non superiore a 40 anni, che in particolare siano riusciti a sviluppare progetti di ricerca innovativi collaborando in gruppi giovani e multidisciplinari.
Il mesotelioma pleurico maligno è un tumore molto aggressivo, associato all’esposizione diretta o indiretta all’amianto per cui le opzioni di terapia sono oggi ancora limitate. È una malattia complessa di cui ancora a livello molecolare conosciamo poco. “In questo studio abbiamo utilizzato una tecnologia molto innovativa denominata Trascrittomica Spaziale - spiega la dottoressa Torricelli - che rende possibile l’acquisizione di molte informazioni sulla composizione e sulla organizzazione nello spazio dei tessuti analizzati. Inoltre permette di saperne di più sulle interazioni che si stabiliscono fra le diverse cellule che compongono i tessuti visionati consentendo di capire a fondo i complessi meccanismi che sono alla base dello sviluppo e dell’evoluzione della malattia”.
LA RICERCA
I dati ottenuti hanno dimostrato che la progressione di questo tumore è guidata da una serie di strategie che il tumore stesso mette in atto per bloccare la risposta immunitaria che l’ospite attiva contro di esso. Il deposito di amianto nella pleura crea infatti uno stato di infiammazione cronica che tramite la secrezione di molecole circolanti dovrebbe stimolare il sistema immunitario nella risposta contro il tumore. Le cellule tumorali tuttavia sono in grado esprimere molecole capaci di inibire la risposta immunitaria e in questo modo riescono ad acquisire sempre maggiore aggressività. “Questi risultati, già validati su un’ampia coorte di mesoteliomi, potrebbero in futuro avere implicazioni rilevanti sulla pratica clinica – sottolinea Torricelli - sia suggerendo nuovi biomarcatori prognostici, sia fornendo nuove indicazioni per l’identificazione dei pazienti che potrebbero trarre effettivo vantaggio dal trattamento con immunoterapia”. La tecnologia utilizzata per la Ricerca, oggi disponibile nel Laboratorio di Ricerca Traslazionale, è stata acquisita nel 2020 grazie a una donazione da parte di Fondazione Grade. Lo studio è stato finanziato con il bando 5x1000 all’IRCCS di Reggio.
LA PROFESSIONISTA
La dottoressa Torricelli ha conseguito la Laurea Magistrale in Biotecnologie Mediche all’Università di Modena e Reggio Emilia, un Master di secondo livello in Epidemiologia Genetica e Molecolare e un Dottorato di Ricerca in Bioingegneria e Bioinformatica all’Università di Pavia. Dal 2011 lavora all’IRCCS di Reggio e dal 2016 nel Laboratorio di Ricerca Traslazionale.