Europee, Giuseppe Conte ufficializza la ricandidatura della "montanara" Sabrina Pignedoli
Alcuni giorni fa è stata ufficializzata la candidatura di Sabrina Pignedoli, originaria di Busana, come capolista del Movimento 5 Stelle nel collegio Nord-Est. Le liste dei 5 Stelle sono state sottoposte al vaglio delle “parlamentarie”, con due turni che hanno coinvolto il 15% circa dei 150mila iscritti alla piattaforma SkyVote: la Pignedoli tra la rosa di dieci nomi indicati da Giuseppe Conte.
In corsa per un secondo mandato, è l’unica europarlamentare reggiana in questa legislatura. Alle elezioni europee, Pd e 5 Stelle presenteranno liste separate, ma alle elezioni amministrative, a Reggio Emilia sostengono Marco Massari nella coalizione di centrosinistra.
La nostra intervista
Quali sono stati i principali risultati e iniziative durante il suo primo mandato come europarlamentare?
Sono stati 5 anni molto intensi, dove è successo di tutto, dalla Brexit, al Covid, dal Qatargate alle guerre in Ucraina e Gaza. Sicuramente riuscire a candidare Julian Assange tra i finalisti del Premio Sacharov 2022 del Parlamento Europeo è stato un ottimo risultato; è stata una grande soddisfazione poter invitare Stella Assange al Parlamento europeo di Strasburgo. Il caso Assange si connette a un tema che ho seguito molto, ovvero quello della libertà di stampa e la lotta alla corruzione e al conflitto di interessi. C’è poi il tema del contrasto alle mafie che in Europa ora comincia a destare attenzione per i rischi derivanti dalle infiltrazioni nell’economia sana. E poi c’è l’Intelligenza artificiale. Ho contribuito alla nuova normativa UE (AI Act) con alcuni emendamenti e organizzato diversi eventi con scienziati e imprese innovative. E poi le guerre: ho votato sempre contro l’invio di armi sia in Ucraina che a Israele e sono molto contenta che appaia la parola “pace” nel logo del M5S per le europee.
Come valuta il sostegno e l'influenza di Giuseppe Conte sulla sua rinnovata candidatura?
Sono contenta che Conte abbia apprezzato il lavoro che ho svolto in questi cinque anni. Lo ringrazio molto per la fiducia, così come sono grata agli attivisti che mi hanno sostenuto in questi anni. Il loro sostegno mi dà forza e mi sprona a proseguire il mio lavoro.
Quali sono le principali sfide che si prefiggerà di affrontare nel suo secondo mandato?
Continuerò sicuramente con i temi che ho portato avanti fino ad ora, ma vorrei dedicarmi anche ad alcuni progetti che ho in mente per le aree rurali, quindi per la nostra montagna. Purtroppo anche a causa del Covid non sono riuscita a mettere le basi per un progetto che sto coltivando da un po’, ma ho già cominciato a creare una rete di aree rurali europee per cercare di condividere le buone pratiche. Quindi l’idea è quella di sviluppare le aree rurali puntando sulle nuove tecnologie e la promozione del territorio. Ma anche quello di pensare alla possibilità di una tassazione proporzionata ai servizi che vengono offerti, per controbilanciare i disagi e le maggiori spese che hanno gli abitanti e le imprese che si trovano in zone rurali.
In che modo in questi anni all’europarlamento ha rappresentato le tematiche anche delle montagne?
Mi sono occupata delle zone rurali e montane non solo sotto l’aspetto della carenza di servizi sanitari, viabilità e altro, ma anche sotto quello del digital divide, che certamente è un problema, non solo per l’Italia. Ci sono zone d’Europa che rischiano di rimanere indietro tecnologicamente, mentre avrebbero grandi potenzialità nel settore turistico e agricolo. Le innovazioni dell’Intelligenza artificiale possono essere impiegate nei centri rurali e in piccole imprese. Mi sono occupata di agricoltura biologica in zone montane, ho incontrato anche diversi agricoltori. E ovviamente, con il mio voto e quello della delegazione del Movimento 5 Stelle, abbiamo appoggiato tutte le iniziative per finanziare e sostenere le zone rurali.
Dove vive ora? Cosa le manca del suo Appennino? Ogni quanto torna? E quando torna di cosa si occupa?
Adesso vivo a Bruxelles e l’Appennino reggiano mi manca molto. Appena posso, cerco di tornare a casa a ricaricarmi e ritrovare i miei luoghi. Amo fare lunghe passeggiate nei boschi. Per me non esiste un altro posto come quello dove sono cresciuta, nell’Appennino ho le mie radici, quella che sono lo devo anche alle mie origini di cui vado orgogliosa.
A suo avviso in Europa è chiaro il tema della necessità di preservare la presenza dell’uomo in montagna, tenendo conto delle sfide geografiche e logistiche che a volte paiono insormontabili?
Il problema è ben chiaro da tempo all’Unione europea. Il problema è che a volte viene affrontato da funzionari che non sanno cosa significhi vivere in montagna, ne hanno una visione bucolica derivata dalla gita domenicale o dalla vacanza di qualche giorno. Per questo sono intervenuta più volte per sottolineare che ci sono problemi specifici che devono essere affrontati: viabilità, infrastrutture, servizi. Il problema è che l’Unione europea mette a disposizione diversi fonti, che però vengono spesi non sempre nel migliore dei modi a livello statale e regionale.
Le questioni ambientali, i valori di Parchi e Unesco, nel contesto delle politiche europee sono un valore? Se sì perché?
Sono un valore molto importante, si tratta di siti e territori tutelati. La loro certificazione è un valore aggiunto, può attirare più visitatori. Ma bisogna anche tenere in considerazione le persone che vivono tutto l’anno in montagna: la tutela ambientale non può essere una penalizzazione, ma un modo per creare sviluppo e occupazione.
In Appennino il M5S, come a Castelnovo, si appresta a governare col Pd laddove eletto: cosa è successo rispetto a 5 anni fa per consentire un tale cambiamento?
Sicuramente il fatto che ora in Italia ci sia un governo di destra condiziona le nostre scelte. Purtroppo diritti che venivano dati per acquisiti ora sono rimessi in discussione. E allora credo che sia anche un senso di responsabilità quello che ci porta a un dialogo. Ovviamente non credo alle alleanze a tutti i costi, devono essere i territori a decidere dove ci sono le condizioni e dove gli interlocutori sono credibili. Senza mai perdere di vista le battaglie del Movimento 5 Stelle.
L’Italia (e la montagna) osservate da Bruxelles, come sono?
Meno peggio di quello che riteniamo noi italiani, per quello che riguarda l’Italia. E ricco di potenzialità inespresse per quello che riguarda la montagna. Per questo credo che l’incontro tra territori analoghi dove sono state sviluppate buone pratiche sia importante anche per darci fiducia: la montagna non deve essere abbandonata, la montagna può essere un luogo dove mettere su famiglia e sviluppare la propria carriera.
Credo che la Europarlamentare Sabrina Pignedoli non abbia mai dimenticato il nostro Appennino e si stia adoperando per il futuro di queste terre, volutamente fatte abbandonare da chi si è sempre opposto alla realizzazioni delle infrastrutture che avrebbero garantito la permanenza dell’uomo in montagna, infrastrutture che avrebbero permesso un pendolarismo accettabile da parte dei montanari e un turismo su questi territori, mi riferisco alle fondovalli Val Secchia, Val d’Enza, Val di Lonza e la Diga di Vetto che avrebbe garantito lavoro, turismo e royalty ai comuni montani.
Ora spero che Sabrina trovi la forza e il coraggio di lottare per realizzare quelle opere che a tutt’oggi sono ancora realizzabili.
Auguri Sabrina