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le ricostruzioni di alcuni reparti del Regio Esercito

Fare il pane nella steppa: i Panettieri reggiani al Fronte Russo

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Fare il pane nella steppa: i Panettieri reggiani al Fronte Russo

Continuano su Redacon le ricostruzioni di alcuni reparti del Regio Esercito al Fronte Russo durante la Seconda Guerra Mondiale: in questo articolo, le tristi sorti dei soldati delle Squadre Panettieri.

I soldati in guerra avevano diritto al vettovagliamento, il quale comprendeva anche una razione quotidiana di pane. Per questo motivo, Secondo le fonti del Comitato “Divisione Vicenza”, ad ogni Divisione era assegnata una Squadra Panettieri, che prevedeva un graduato panettiere caposquadra, due soldati panettieri impastatori, due soldati serventi al forno, due soldati serventi per operazioni accessorie.

I Panettieri erano gli addetti alla preparazione del pane, che veniva cotto nei Forni Weiss, dieci per ogni Divisione, che erano appunto dei forni per la cottura del pane, trasportabili via camion. Essi potevano essere carreggiati, smontati sul pianale dei camion Fiat SPA 38R, rotabili, con ruote e trainati dai camion oppure someggiati, smontati e trasportati a dorso di mulo. Ogni forno poteva cuocere fino a duemila pagnotte al giorno, con una ventina di infornate quotidiane di pane, da venti pagnotte da 750 grammi l’una.

Come possibile immaginare, al fronte la produzione del pane era molto difficoltosa: reperire la farina, le avversità climatiche, la qualità dell’acqua e la mancanza di lievito.

Un Fiat SPA 38R. Questo autocarro poteva essere utilizzato anche come autoambulanza, autobus, autofficina, autofrigorifero o stazione radio. Fonte: Wikimedia Commons. In copertina: Prigionieri nella steppa. Fonte: Wikimedia Commons.

Il personale delle Squadre Forni Weiss operava nelle retrovie, poiché era facile essere individuati dai nemici a causa del fumo dei forni: era dunque teoricamente più al sicuro, lontano dalla linea del fuoco. Nonostante ciò, la provincia di Reggio Emilia, secondo l’Unione Nazionale Italiani Reduci di Russia – UNIRR, conta numerosi caduti e dispersi sul suolo sovietico:

  • Bernardelli Vandino, nato il 28 settembre 1919 a Gualtieri, soldato della 26^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 19 dicembre 1943
  • Bizzoccoli Renato, nato il 17 giugno 1914 a Campagnola Emilia, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 24 gennaio 1943
  • Bottazzi Lino, nato il 22 settembre 1914 a Vezzano, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Cagarelli Giuseppe, nato il 23 luglio 1920 a Correggio, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 25 gennaio 1943
  • Castagneti Arturo, nato il 13 dicembre 1914 a Quattro Castella, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Corradini Volando, nato l’8 aprile 1914 a Bagnolo in Piano, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Dallari Alfonso, nato il 18 marzo 1918, caporale maggiore della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 20 gennaio
  • Dallari Sesto, nato il 27 gennaio 1920 a Toano, soldato della 26^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 19 dicembre 1943
  • Davoli Alfeo, nato il 20 giugno 1914 a Reggio Emilia, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Davoli Carlo, nato il 21 giugno 1915 a Reggio Emilia, caporale della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 20 gennaio
  • Denti Aldo, nato il 1° marzo 1920, 26^ Squadra Panettieri Weiss, morto il 20 aprile 1943 nel campo di prigionia 58 – Tiomnikov
  • Ferraboschi Giovanni, nato l’11 dicembre 1921 a Reggio Emilia, caporale della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Ferretti Amelio, nato il 16 novembre 1919 a Scandiano, caporale della 26^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 19 dicembre 1943
  • Gatti Amilcare, nato il 16 maggio 1920, soldato della 26^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 19 dicembre 1943
  • Gemmi Renato, nato il 9 settembre 1910 a Correggio, soldato della 49^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 19 dicembre 1942
  • Gualerzi Angiolino, nato il 6 luglio 1918 a Bibbiano, soldato della 26^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 19 dicembre 1943
  • Maioli Otello, nato l’1° novembre 1913 a Campegine, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, morto nel campo di prigionia 58 – Tiomnikov il 6 aprile 1943
  • Martignoni Giuseppe, nato il 3 aprile 1914 a Reggiolo, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Medici Remo, nato il 17 agosto 1915 ad Albinea, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
  • Palladini Innocente, nato il 28 dicembre 1914 a Baiso, soldato della 6^ Sezione Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 7 gennaio 1943
  • Raffaelli Pietro, nato il 6 giugno 1913 a Ligonchio, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 25 gennaio 1943
  • Reggiani Mentore, nato l’11 luglio 1913 a Reggio Emilia, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 26 gennaio 1943
  • Rustichelli Ennero, nato il 10 settembre 1920 a Correggio, soldato della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 22 gennaio 1943
  • Spaggiari Giuseppe, nato il 5 aprile 1913 a Reggio Emilia, caporale della 61^ Squadra Panettieri Weiss, disperso in località non nota il 20 gennaio 1943
Raffaelli Pietro. Fonte: UNIRR.

In particolare, sempre secondo l’Unione Nazionale Italiani Reduci di Russia – UNIRR, la 61^ Squadra Panettieri era assegnata alla Divisione Alpina “Tridentina”, che iniziò la ritirata tra il 17 e il 28 gennaio 1943, conclusasi con la Battaglia di Nikolajewka. La 26^ Squadra Panettieri era invece assegnata alla 9^ Divisione di Fanteria “Pasubio”, che iniziò la ritirata proprio il 19 dicembre 1942, giorno in cui risultano dispersi i soldati reggiani assegnati alla Squadra stessa. Infine, la 49^ Squadra Panettieri era assegnata alla 3^ Divisione di Fanteria “Ravenna”, che “uscì dalla sacca” il 17 gennaio 1943.

Come sempre segnalato negli articoli di Redacon sulla Campagna di Russia, qualora qualcuno dovesse riconoscere un proprio parente, può cercarne il ruolo matricolare: esso è il primo01 documenti si trovano presso l’Archivio di Stato di Modena, che custodisce i documenti dei soldati modenesi e reggiani. Nella provincia di Reggio Emilia opera ISTORECO, che ha digitalizzato la quasi totalità dei questi documenti. Navigando sul loro sito web, è possibile reperire gratuitamente alcuni ruoli matricolari e altri importanti documenti di tutti i militari, non solo della Campagna di Russia nello specifico, che hanno combattuto, sono caduti o sono stati deportati durante le guerre del Novecento.

Ancora, esistono gli archivi dell’Unione Nazionale Italiani Reduci di Russia – UNIRR, Ente Morale che dalla sua fondazione, avvenuta nel 1946, ha l’obiettivo di fare piena luce e ricordare le vicende del CSIR e dell’ARMIR e la sorte dei militari che ne facevano parte. È infine possibile recuperare ulteriori documenti dei soldati caduti o dispersi seguendo le indicazioni contenute sul sito del Commissariato generale per le onoranze ai caduti (ONORCADUTI), ovvero l’ente del Ministero della Difesa che, oltre alla gestione dei sepolcreti e delle zone monumentali, si occupa di ricercare, recuperare, rimpatriare i caduti italiani non ancora individuati, dando o ricevendo notizie dai congiunti.

Se qualche lettore volesse inviare ulteriore documentazione cartacea, fotografica o corrispondenza dei propri cari, o volesse semplicemente fare una segnalazione può contattare l’autore di questo articolo all’indirizzo mail [email protected].

Fare ricerca storica e ricordare i caduti significa portare una testimonianza di un particolare evento bellico, fra i tanti possibili, affinché ciò che è stato non si ripeta mai più.