Convegno confcoop con De Castro per i vent’anni di piani produttivi per il parmigiano reggiano
I 20 anni di applicazione dei piani produttivi per il Parmigiano Reggiano, con un esame dei risultati e una valutazione delle prospettive di un sistema che ha non ha comportato soltanto una regolamentazione della produzione, ma ha impresso un'autentica svolta sui patrimoni delle aziende agricole, grazie all'assegnazione diretta delle quote ai produttori.
Questo il tema di discussione del convegno promosso da Confcooperative Terre d'Emilia in programma il 17 aprile alle 9,30 nella sala convegni della sede reggiana dell'organizzazione, in Largo Marco Gerra, dove interverrà tra gli altri, anche l'onorevole Paolo De Castro, membro della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo.
Una prima articolata analisi del bilancio di questi vent’anni sarà offerta dal responsabile delle coop agricole e agroalimentari della sede reggiana di Confcooperative Terre d’Emilia, Alberto Lasagni. I lavori saranno aperti e conclusi dal presidente di Confcooperative Terre d’Emilia, Matteo Caramaschi. Un’autentica “rivoluzione” che vide proprio De Castro come punto di riferimento per l’impostazione, a livello normativo in sede Ue, di un sistema che mosse i primi passi all’inizio degli anni 2000, con l’obiettivo di realizzare una forma di autodisciplina della produzione che ancorasse maggiormente il lavoro dei produttori alle dinamiche di mercato, puntando, così, a superare o a mitigare i rischi connessi a produzioni altalenanti che vennero individuate come uno dei fattori scatenanti per le ricorrenti crisi delle quotazioni.
Esattamente 20 anni fa, nel 2004, il Consorzio del Parmigiano Reggiano, allora presieduto da Andrea Bonati, chiede proprio l’intervento di De Castro per affermare un principio di salvaguardia che scontava l’assenza di normative e sarebbe andato ad inserirsi in un complesso regime di quote comunitarie riguardanti il latte (sistema terminato soltanto nel 2014), introducendo il concetto delle quote formaggio.
Nelle fasi di studio e approfondimento venne coinvolto Riccardo Deserti, che sarà a fianco di De Castro al Convegno di Confcooperative Terre d’Emilia, allora esponente di Nomisma e attuale direttore del Consorzio del Parmigiano-Reggiano.
I Piani produttivi del Parmigiano Reggiano decollarono nel 2006 (3,089 milioni di forme l’obiettivo per quell’anno), avallati da un decreto ministeriale che superò le carenze normative nazionali ed europee ancora presenti, dando il via ad un sistema che il 1° gennaio 2014, con Giuseppe Alai alla presidenza del Consorzio del Parmigiano Reggiano, compì lo straordinario balzo dell’assegnazione delle quote (non più quote formaggio, bensì quote latte per il Parmigiano Reggiano) direttamente agli allevatori.
Il presidente di Confcooperative Terre d’Emilia, Matteo Caramaschi
“Una svolta fondamentale – sottolinea il presidente di Confcooperative Terre d’Emilia, Matteo Caramaschi – che incise in modo decisivo sul patrimonio delle aziende agricole; le quote, infatti, da quel momento non rappresentarono più soltanto uno strumento di autogoverno produttivo, ma divennero ricchezza reale per i produttori, essendo alienabili e utilizzabili come garanzia nei riguardi del sistema bancario per l’accesso al credito”.
“Con il convegno del 17 aprile – conclude Caramaschi – vogliamo dunque presentare un bilancio di quanto è accaduto in questi vent’anni di storia e ragionare su quale potrà essere il futuro di una forma di autodisciplina partita in sordina e divenuta via via un punto di riferimento essenziale per il governo del comparto sul versante produttivo”.