Invaso dell'Enza: al via la prima fase di progettazione
“E’ stato un momento di grande partecipazione ma soprattutto di confronto con i cittadini”, sono le parole del sindaco Fabio Ruffini al termine dell’assemblea che si è svolta giovedì 11 aprile. Un’ assemblea pubblica molto partecipata che si è tenuta a Vetto, alla presenza di tutti i soggetti coinvolti per discutere dell'avvio della prima fase di progettazione dell’invaso dell’Enza: la commissione tecnica è in procinto di affidare il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP).
Un incontro promosso dal Comune di Vetto e dove sono intervenuti l’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi; il segretario dell’autorità di Bacino Distrettuale del Po Alessandro Bratti; i presidenti del Consorzio di Bonifica Centrale Lorenzo Catellani e del Consorzio di Bonifica Parmense Francesca Mantelli. Erano presenti anche i sindaci e amministratori dei comuni rivieraschi.
Durante l’assemblea il sindaco Ruffini ha illustrato il contesto generale e i passaggi che hanno portato alla necessità di arrivare alla progettazione di un invaso in Val d’Enza ed è intervenuto l’ingegnere Torri della Bonifica dell’Emilia centrale, responsabile del procedimento dell’affidamento della progettazione, che verrà suddivisa nel Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP) e nel Progetto di Fattibilità Tecnico Economica (PFTE) come stabilito dalle nuove regole del Codice degli appalti entrato in vigore a marzo 2023.
Il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP) è stato finanziato dalla Regione Emilia-Romagna per 300 mila euro e dai Consorzi di Bonifica per 200 mila euro complessivi: si tratta della prima fase operativa per incominciare l’iter di progettazione, dopo che la commissione avrà affidato la gara, a fine aprile.
La consegna del DOCFAP è prevista per maggio 2025; a seguire dovrà esserci la seconda fase di progettazione del cosiddetto PFTE, finanziato per 3,2 milioni di euro dal Governo Draghi, risorse confermate anche dal Governo Meloni. Il PFTE dovrà poi essere ultimato entro dicembre 2025. Queste due corpose relazioni tecniche sono in sostanza il progetto di fattibilità dell’invaso e serviranno a stabilire la locazione, la portata idrica, i dettagli della progettazione.
Nel frattempo, i Consorzi di Bonifica con il coordinamento della Regione sono già intervenuti su diverse progettazioni. La Bonifica dell’Emilia Centrale ha lavorato per la rifunzionalizzazione della traversa di Cerezzola. I lavori stanno procedendo e verranno completati per un valore di 16 milioni di euro. Inoltre sempre la bonifica dell’Emilia Centrale ha candidato tra i fondi del Ministero Infrastrutture e trasporti il progetto per il miglioramento e l’impermeabilizzazione del canale dell’Enza, che vale 8 milioni di euro. Il Consorzio di Bonifica Parmense ha redatto la progettazione per un importo di 3,4 milioni per la riqualificazione del canale della Spelta, per il risparmio idrico e la messa in sicurezza; progetto in attesa di essere finanziato. Poi a Montechiarugolo è stato realizzato il pozzo di Tortiano per un valore di 146mila euro. La Bonifica di Parma ha anche lavorato al recupero dei reflui provenienti dalle industrie conserviere del territorio. Si tratta di opere che hanno grande valore per la razionalizzazione dei consumi, e l’innovazione nelle infrastrutture idriche.
Hanno detto
Il sindaco Ruffini ha specificato che “era doveroso alla vigilia della chiusura dell’appalto che dovrà assegnare la prima fase del progetto di fattibilità dell’invaso fare un confronto con i cittadini del territorio su tutto il percorso intrapreso fino ad ora– e sulle motivazioni che hanno portato a decidere di intraprendere la fase progettuale, perché fossero informati a loro volta su tutti i passaggi necessari che danno il via all’iter. Ringrazio tutti gli enti coinvolti per la loro disponibilità a tenere presenti le esigenze del territorio e tutti coloro che hanno partecipato all’assemblea, per i numerosi spunti e suggerimenti. Con le istituzioni abbiamo condiviso la necessità di passare ad una fase progettuale, che è in procinto di partire”.
“La Regione Emilia- Romagna considera l’iter di progettazione dell’invaso dell’Enza un risultato imprescindibile per il territorio – ha detto l’assessore regionale Alessio Mammi -. Il fabbisogno idrico dell’asta della val d’Enza che comprende le necessità plurime del versante reggiano e parmense è stato messo in evidenza da diversi studi, e anche per questa ragione abbiamo deciso di dare la priorità di progettazione a questo territorio, perché è necessario intervenire. Progettare l’invaso significa dare risposte al comparto agricolo e industriale e agli usi civili. Per il territorio reggiano e parmense è una progettazione di portata storica, paragonabile a quella delle grandi opere per il Paese. Tutte le istituzioni coinvolte sono unite per arrivare a conseguire questo obiettivo”.
Tanto tuonò che piovve, verrebbe da pensare, dal momento che sembrano essersi convertite all’idea di un invaso sull’Enza anche componenti che in precedenza la pensavano diversamente, il che rende abbastanza probabile la realizzazione dell’opera, con imprescindibile coinvolgimento dell’Amministrazione comunale vettese che uscirà dalle urne del prossimo giugno.
A fronte di tale prospettiva, e considerando che dell’invaso, qualora vedesse la luce, beneficeranno soprattutto i territori a valle, io mi auguro che nel programma di almeno una delle liste che si presenteranno a detto appuntamento elettorale, vi sia il fermo proposito di richiedere una “contropartita” o compensazione (aspetto che non pare essere emerso nell’incontro di cui qui si parla).
P.B. 13.04.2023
Credo che,a differenza mia,P.B. non fosse presente a questo incontro perché vi è stato un passaggio del dibattito dove si è proprio sottolineato che il progetto dovrà assolutamente tener conto anche di portare benefici ai territori “riviereschi” e non solo a valle.
È stato proprio chiaramente sottolineato anche più volte.
La invito quindi a partecipare ad eventuali successivi incontri e a non parlare per argomenti riportati magari erroneamente.
Cordialmente.
Io mi sono semplicemente attenuto a quanto riportato su queste pagine riguardo alla Assemblea vettese dell’11 aprile, e se il tema dei “benefici ai territori rivieraschi”, nel corso dell’incontro, come scrive B.C., è stato “proprio chiaramente sottolineato anche più volte”, trovo abbastanza strano che il resoconto della serata non ne abbia fatto cenno alcuno.
A meno che questo argomento venga considerato di importanza secondaria, o non ancora attuale, il che può essere comprensibile per chi guarda soprattutto ai benefici che l’invaso porterebbe nei comprensori a valle, ma non per chi si trova a rappresentare i territori rivieraschi (che a mio avviso dovrebbe farsene sin da ora convinto portavoce).
Io credo anzi che la questione andasse già posta da un po’ di tempo a questa parte, ma forse l’invaso veniva dato come poco probabile, mentre oggi la sua realizzazione sembra farsi meno inverosimile, ed auspico pertanto che il tema delle “compensazioni” divenga uno degli aspetti da tener presente e sviluppare nel “pacchetto” delle “questioni Diga”.
P.B. 15.04.2024
Bene Avanti così!
Aggiungo una cosa, personalmente la diatriba tra opposte fazioni politiche infastidisce e non poco.
Qui stiamo parlando di un’opera che serve a tutti e tutti devono spingere per realizzarla.
NON voglio più sentire parlare di cosa è stato detto o di cosa è stato fatto nei secoli precedenti da chicchessia.
Ogni Energia deve essere indirizzata alla realizzazione dell’opera.
Chi ha panni sporchi se li lavi in casa.
Parole o azioni non utili alla realizzazione dell’invaso prestano il fianco solo come appiglio a chi intende boicottarla.
Da qui si vedrà la separazione tra chi vuole realmente l’invaso di Vetto realizzato da chi invece utilizza l’idea dell’opera come un mero traino per la visibilità personale.
Spero di essere stato chiaro.