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Alessio Carubbi: da guerriero della vita a campione di kendo

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Alessio Carubbi

Alessio Carubbi incarna quella narrazione che si distingue per essere profondamente umana e incredibilmente epica allo stesso tempo. La sua storia, arricchita ora dalla convocazione nella nazionale di kendo per i prossimi campionati mondiali che si svolgeranno a Milano dal 4 al 7 luglio, va ben oltre il semplice racconto sportivo. È una storia di lotta, resilienza e, soprattutto, di una filosofia di vita che si manifesta attraverso ogni movimento di spada.

"Essere selezionato in nazionale per i prossimi campionati mondiali per me è solo un motivo di orgoglio, ho sempre avuto come obiettivo quello di ritornare ai massimi livelli nel kendo dopo avere avuto la leucemia. Devo essere fiero di me ma allo stesso tempo consapevole che questo non è un punto di arrivo ma di partenza, c'è ancora un'infinità di strada da fare e tanto da lavorare." Le parole di Carubbi non solo trasmettono un sentimento di orgoglio ma delineano anche un percorso di continua aspirazione e miglioramento, un viaggio che parte dal profondo della sua esperienza personale.

 

Da bambino, il kendo non era la sua passione prediletta. Eppure, grazie all'incoraggiamento di suo padre e dei suoi maestri, quello che era un semplice hobby si è trasformato in un fondamento della sua esistenza. "Ho iniziato kendo a 10 anni, ricordo che inizialmente non ero molto appassionato, ma grazie alla spinta di mio papà e dei miei maestri questa disciplina è entrata sempre di più dentro di me."

La lotta contro la leucemia: un insegnamento di vita
Alessio Carubbi

Ma è nella lotta contro la leucemia che il kendo diventa per Alessio non solo uno sport ma una vera e propria filosofia di vita. "Kendo è fatto di infiniti principi di vita, cerco di portarne molti durante la vita di tutti i giorni, appunto perché il kendo ci insegna ad affrontare la vita vera e propria. Il principio che ho più a cuore è quello di mantenere lucidità e consapevolezza nelle situazioni più critiche. Ho dovuto mettere in pratica questi principi soprattutto durante il mio periodo in ospedale, dove per 155 giorni sono dovuto stare ricoverato per una leucemia. Posso tranquillamente dire che se non avessi fatto kendo non sarei riuscito ad affrontare allo stesso modo la malattia."

Carubbi parla della leucemia non come di un semplice ostacolo superato ma come di un evento che ha ridefinito la sua esistenza, conferendogli una nuova prospettiva e una determinazione rinnovata. "La leucemia mi ha cambiato come persona, in alcuni fronti in meglio, forse, in altri in peggio ma, sicuramente mi ha dato maggiore 'rabbia' per sbranarmi il mondo e per raggiungere ogni mio obiettivo, tutte le volte che mi sono giù o che sto per mollare ripenso sempre a quel periodo, mi dà sempre una spinta in più ogni giorno, sapendo quello che ho passato e vedendo dove sono oggi."

E ai suoi compagni di lotta invia un messaggio carico di speranza e di forza: "A chi si trova in una situazione come la mia non voglio dire la classica frase scontata: 'non mollare' bensì ci tengo a dirvi di pensare a ciò che verrà dopo e di pensare ancora più in grande di prima, se questa malattia ha scelto voi è perché siete in grado di poterla sconfiggere."