Zampolini: “L’economia della montagna non è sostenibile senza il turismo della neve”.
“Come al solito si guarda la pagliuzza e non si vede la trave. Legambiente come sempre, e come tutti gli ambientalisti integralisti, analizza il problema solo da un lato senza però vedere tutte le facce del problema stesso”.
Alessandro Zampolini, maestro di sci, interviene dopo che Legambiente ha sottolineato che è ora di abbandonare la pratica dell’innevamento artificiale e di lavorare per una riconversione degli impianti che punti a un turismo invernale più sostenibile.
“Lavoro nel settore da sempre – spiega - ho anche un negozio di articoli sportivi qui al Cerreto, i miei figli sono atleti e allenatori di sci, abbiamo un noleggio e uno sci club.
Sono anche un grande appassionato di neve artificiale, piste, gatti delle nevi e tutto quanto concerne il mondo dello sci. La neve artificiale non è altro che acqua che viene immessa nel terreno, che ravviva le falde acquifere, che annaffia il terreno e che ritorna naturalmente a valle, contribuendo proprio ad alleviare il problema della siccità”.
“Ad oggi – tuona Zampolini - non solo negli Appennini, ma anche nelle Alpi (dove sono molto avanti nella pratica di destagionalizzazione delle stazioni sciistiche) non c’è alternativa economica che si avvicini neanche lontanamente alla pratica dello sci e lo dice chi ci vive e lavora da oltre 50 anni. L’economia della montagna non è sostenibile senza il turismo della neve. Questo gli integralisti ambientalisti se lo devono mettere definitivamente in testa. Ogni forma di turismo alternativa, certamente ben vista dagli operatori del settore, è complementare.
Poi afferma che “i contributi, e il Trentino insegna in questo, sono indispensabili sia per continuare a sostenere l’economia montana che è parte importante del pil nazionale che per presidiare la montagna stessa”.
Per Zampolini “se crollasse il turismo della neve, il già importante spopolamento che stiamo vivendo diventerebbe irreversibile, si perderebbe una intera economia, posti di lavoro, intere famiglie che sarebbero costrette a trasferirsi verso la città, andando a sovra affollare ancora di più i centri urbani, con inevitabili problemi di ricerca di lavoro e cosa ancora più importante la montagna verrebbe abbandonata a se stessa, senza controlli e presidi che possano vigilare su frane, smottamenti, alluvioni e abbandono dei territori a se stessi con immensi danni ecologici, sicuramente più gravi e più importanti di quelli che in maniera fondamentalista ed inesatta Legambiente rivendica”.
E conclude: “Legambiente e tutti gli integralisti ambientalisti, vorrebbero fare i loro comodi, inquinare, cementificazione, fabbricare ed avere tutte le comodità a disposizione in città e fare della montagna una riserva indiana, magari a loro disposizione quando decidono di fare la passeggiata sul crinale. No, così proprio non funziona. Concludendo, condivido che ci voglia massimo rispetto e massima attenzione per la salvaguardia dell’ambiente, non solo in montagna; segnalo altresì che nessuno meglio dei montanari è ambientalista sulla propria terra, ma che ognuno di noi che vive in montagna debba avere pari opportunità rispetto agli abitanti della città, proprio nell’interesse di tutti anche dei cittadini”.
Quindi se gli inverni continueranno ad essere scarsi di neve e, senza neve la montagna non ha altre attrative di livello, quale e’ la soluzione ? Neve artificiale che funzioni anche a temperature non basse ? Nuovi investimenti pubblici per nuovi sistemi di innevamento ? Oppure continuare cosi’ ?
Sarebbe l’ora di farsene una ragione.
Il clima sta cambiando e le stagioni si sono ridotte a solo due.
Vediamo gli alberi che stanno mirando naturalmente sempre più in alto, i castagni stanno arrivando a quota 1200 metri slm, i mirtilleti arrivano in vetta alle montagne.
Tutto ciò significa che c’è più caldo.
Studi mondiali indicano che entro il 2040 lo sci so potrà fare non oltre i 2500 metri di altitudine.
Mi fa specie che si continui a fare finta di niente o per meglio dire a foderare gli occhi di prosciutto.
Ci vuole coraggio e riconversione.
Basta sperperare fondi pubblici in opere inutili che portano solo benefici personali e non collettivi,
Proviamo a sfruttare le ri risorse naturali e ce ne sono veramente tante che si possono fare, dagli sport acquatici quelli d’aria a quelli naturalistici.
Parlate di impianti dal costo milionario e non pensate a un campo da calcio o a una palestra naturale, si spendono milioni in un obsoleto palaghiaccio e non si organizzano tornei di pesca o gare di mtb o di trial, una ciclovia che poteva invogliare utenze ogni genere e età è stata bocciata perché non si sa e non di sa nemmeno perché al Cerreto non ci siano parcheggi e quando non si sa come fare, si organizzano navette senza sapere dove si potrà parcheggiare. Si vieta il parcheggio ai camper e si vieta ai turisti di andare alparco pranda e poi vi chiedete perché di gente ne arriva poca?
Io credo che dobbiate prima di tutto imparare a fare turismo.
Turismo non vuol dire far sciare 33000 persone in due mesi su ghiaccio e sassi, turismo vuol dire essere competitivi e obbiettivi.
Spendere tanto non vuol dire spendere bene e magari con meno si potrebbe avere un ritorno maggiore.
A parte sciare in due piste, cosa fa un turista al Cerreto in inverno?
Vorrei che mi spiegate poi per finire, come mai in estate ci sono 10 volte più turisti che in inverno e si accontentano di un mercato o di una giornata al Pranda?
Condivido Alessandro, io ho casa a Cerreto Laghi, le cose da fare e le bellezze naturali da ammirare ci sono in tutte lr stagioni ma Cerreto Laghi è e deve rimanere anche una località sciistica con impianti di risalita che permettono di portare in quota tutti coloro che lo desiderano. Quest anno ha fatto poche precipitazioni nevose o meglio spesso seguite da pioggia ma negli anni scorsi si è sciato tranquillamente fino ad Arile per cui con un impianto di innevamento artificiale adeguato guarderei con fiducia al futuro magari dotandosi di un rinnovato Palaghoaccio così da soddisfare i turisti anche nelle neile giornate più brutte. Poi ben vengano ciaspole passeggiate sci di fondo o con le pelli ma solo con quelli nonn fai indotto per mandare avanti un paese e un comprensorio come quello di Cerreto Laghi.
Vorrei ricordare che oggi in Brasile c’è stata una giornata con 62°, 3
In risposta a Sig. Valdo e a tutti gli esperti di turismo;
Se valorizzi la zona del Pranda regolamendanone gli accessi per salvaguardare una posti più belli dell’appennino, NON VA BENE, se fai di tutto per fare riaprire il palaghiaccio che porta turisti e atleti da tutta Europa riempiendo alberghi e appartamenti per diversi mesi all’anno, NON VA BENE, se fai altri tipi di iniziative ci sarà SEMPRE QUALCUNO che ti dirà che quella iniziativa non va bene!!!!
Tutti parlano delle soluzioni per il Cerreto, tutti sono così esperti di turismo, di ambiente, di economia!!!
MA, visto che siete tutti così in gamba, perché le città dove vivete sono sporche, inquinate, invivibili, caotiche????
Perché VOI CHE AVETE TUTTE LE SOLUZIONI per il Cerreto NON LE AVETE PER LE VOSTRE CITTA’???
Buongiorno sig, Zampolini.
Vorrei permettermi di rispondere al suo ultimo commento in quanto come proprietario immobiliare su al Cerreto, penso di avere voce in capitolo.
Innanzitutto le problematiche urbane metropolitane , sono diverse rispetto a quelle di una frazione con 50 persone residenti, con questo non voglio dire, piu’ grandi, ma solo diverse.
Io la sfido ad andare in centro a Reggio Emilia, Parma o Milano e trovare lo stato di abbandono che si evince nel paese di Cerreto Laghi , oppure a Febbio e comunque nelle localita’ turistico invernali , che si . hanno avuto momenti di gloria, ma ora sono allo sfacelo assoluto e l’imprenditorialità individuale , altro non e’ servita che a creare situazioni di monopolio , di certo non a costruire rete turistica.
Al Cerreto , manca tutto . il turista oltre a sciare ormai per tre , quattro fine settimana annui, non viene piu’ e chiaramente gli adulti e le famiglie hanno abbandonato il luogo, anche se hanno magari la casa su.
Per le feste di capodanno, il piccolo paese da anni ormai si e’ trovato al centro di polemiche per la confusione modello Cocorico e la sporcizia lasciata al mattino dai ragazzi minorenni lasciati incustoditi per giorni dalle loro famiglie a girovagare al Cerreto. Ora e’ Pasqua e qua c’è caldo e piove e voi continuate a sperare in una nuova seggiovia posta in zona piu’ bassa di quota , rispetto a quelle del monte La Nuda, riponete speranze su di un Palaghiaccio per altro chiuso da anni, quando la pista di pattinaggio dinnanzi al centro commerciale I Petali di Reggio Emilia , per le feste di Natale 2023 ha ha totalizzato in 30 giorni , meno di 500 presenze, e risultato analogo per la pista di Sarzana.
Io non ho la bacchetta magica, per risolvere la situazione, comunque non ho neppure la carota dinnanzi al naso.
Se una cosa non funziona piu’ , bisogna cambiare e organizzare nuove attrattive turistico ambientali.
Ci sono decine di soluzioni che sono gia ‘ adottate in ogni parte del globo, in quanto il problema NEVE NON E’ SOLO AL CERRETO, ma anche in Canada , o al Polo nord ecc.
Spendere meno e spendere meglio, favorire la competitività aziendale, lavorare senza contributi e ristori , ma con planning aziendali di autosufficienza, questo è saper lavorare, non aspettare contributi dalla regione altrimenti gridare alla fine.
Mi spieghi sig, Zampolini, come mai in estate il flusso turistico e’ cosi’ elevato , anche senza lo sci?
Come mai in autunno , la nascita di un fungo porta su in montagna colonne di auto yutti i giorni?
Come mai c’e’ una presenza enorme di utenti che con scarponcino e zaino in spalla , utilizza i sentieri delle nostre e sottolineo nostre Montagne?
Dopo che avra’ voglia di rispondere a queste poche domande, magari accettero’ la sua polemica sulla citta’ e sul fatto che devo restarci.
L’arroganza e la saccenza , non portano da nessuna parte.