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 L’INTERVISTA

Il Centro d’ascolto della Caritas di Casina raccontato da Manuela Bernardi

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Il Centro d'ascolto della Caritas di Casina raccontato da Manuela Bernardi

Una realtà a Casina che grazie ai suoi volontari lavora in maniera assidua.

E’ il Centro d'ascolto della Caritas, presente sul territorio da oltre dieci anni. Sabato 16 marzo ci sarà l’apertura della nuova sede, temporanea, nei locali di fianco al negozio Fili di Luce di Vera Bragazzi e alla Casa Cantoniera, dove una volta c’era la lavanderia; sede che li ospiterà per tutto il tempo della durata del cantiere delle scuole medie.

“Si tratta di uno spazio - ci spiega una delle referenti, Manuela Bernardi - che possiamo utilizzare grazie all’associazione Effetto Notte, che ringraziamo, così come ringraziamo tutti coloro che si sono impegnati in questi mesi affinché si potesse avere un luogo funzionale e accogliente in cui proseguire il nostro progetto di aiuto”.

L’intervista.

Manuela, ci spiega l'organizzazione del Centro di ascolto di Casina?

Manuela Bernardi con alcun volontari

Il Centro è aperto da Aprile 2013, quindi quest’anno saranno undici anni di attività. Abbiamo circa 50 volontari, un bel numero se pensiamo che Casina è una piccola comunità.

Quello che ci fa piacere è che anche se la Caritas è una realtà legata alla Diocesi, nel nostro gruppo ci sono anche volontari di altre religioni e non credenti, a sottolineare che per aiutare chi ha bisogno non serve nessuna ‘etichetta’.

Ultimamente abbiamo avuto anche dei nuovi ingressi: diciamo che periodicamente ci sono sempre quattro o cinque persone che scelgono di iniziare questo tipo di volontariato.

Siamo un unico gruppo ma ci dividiamo le mansioni. Il Gruppo dell’ascolto si occupa concretamente di ascoltare le persone che si rivolgono a noi e che ci portano i loro bisogni. Tuttavia la nostra sede il sabato mattina è sempre aperta dalle 10 alle 12, per tutti: per chiunque voglia chiedere qualche informazione e per chi voglia prendere un caffè e stare un po’ in compagnia. Ci sono persone che semplicemente vengono a salutarci o a fare due chiacchiere.

C’è poi il gruppo che fa l’accoglienza, ed i volontari che sostengono il Centro d’ascolto nella sua attività più pratica e molto importante, ovvero quella del gruppo alimentare, che si occupa di preparare mensilmente le borsine e di distribuirle agli utenti che sosteniamo con un aiuto concreto.

Come è disposta la distribuzione dei generi alimentari?

Da dopo il Covid abbiamo una distribuzione alimentare mensile. Viene attivata una tessera da rinnovare periodicamente, con la quale i cittadini possono accedere alla borsina alimentare. Non è un caso che questa tessera sia periodica: l’idea di fare tornare le persone in ascolto è un modo per costruire  un  progetto significativo ed una relazione duratura, e insieme intercettare alcune problematiche più profonde, al di là della necessità del pacco alimentare. In questo senso proviamo ad aiutare gli utenti a uscire da questa situazione di difficoltà anche collaborando con i servizi sociali dell’Unione dei Comuni e del Comune di Casina. Vorrei poi sottolineare che da dopo il Covid, quando i contatti erano esclusivamente al telefono, i rapporti hanno subito una evoluzione.

In che senso?

Le persone si sono abituate a sentirci spesso telefonicamente e la relazione si è

Manuela Bernardi con i ragazzi delle medie in visita al Centro

intensificata. Ora non riceviamo solo richieste di aiuto ma anche messaggi che ci aggiornano su alcune situazioni e ci raccontano episodi quotidiani.

Ma chi si rivolge a voi?

Come dicevo, ci sono utenti che hanno bisogno concretamente di aiuto, non solo economico (perdita del lavoro, affitti alti, ecc…), e altri che invece vogliono semplicemente un po’ di compagnia. Ci sono persone anziane spesso sole e che magari hanno una pensione minima e fanno fatica ad arrivare fine mese o semplicemente vivono in solitudine.

Rileviamo anche tante situazioni di disagio, a volte di difficoltà, per dipendenze o altre problematiche. Nell’immaginario collettivo si crede che si rivolgano alla Caritas solamente famiglie con bimbi piccoli ma non è così. Oggi, purtroppo, ci sono sempre più persone anche senza figli o con figli adulti che hanno bisogno di aiuto perché hanno perso il lavoro o comunque non arrivano a fine mese.

Diciamo sempre che, in un mondo ideale, il nostro sogno sarebbe quello di chiudere il Centro di ascolto perchè vorrebbe dire che non c’è più bisogno di noi e la comunità intera sa farsi carico degli ultimi e delle varie forme di povertà. Casina è un Comune di 4000 abitanti e non è una situazione come quella si può trovare nelle grandi città, ma ci siamo resi conto negli anni che anche qui di bisogni ce ne sono molti.

Quante sono le famiglie che, dalla vostra apertura, avete in qualche modo seguito?

In questi 11 anni sono più o meno 90 i nuclei familiari o le persone che si sono rivolte a noi, ovviamente del Comune di Casina, perché è qui che operiamo. Attualmente abbiamo circa 17 famiglie a cui stiamo erogando la borsina alimentare mensile: sono le famiglie diciamo che seguiamo con più continuità, che stanno venendo periodicamente in ascolto.

Ci piace però sottolineare che noi lavoriamo per progetti ed il nostro non è assistenzialismo fine a sé stesso ma un sostegno attraverso un percorso di miglioramento ed uscita da situazioni di difficoltà. Negli anni abbiamo avuto molte soddisfazioni da questo punto di vista: qualcuno va e poi ritorna, qualcuno, dopo un certo periodo, ha rinunciato all’aiuto alimentare chiedendo che venisse messo a disposizione per altre persone che ne avevano più bisogno. Qualcuno è riuscito a migliorare la propria posizione ed ha chiesto di diventare volontario.

Come vi attivate per sostenere i cittadini che non hanno bisogno dell’aiuto economico, ma di un altro tipo di assistenza?

Qui è importante sottolineare che noi non ci sostituiamo ai servizi del territorio, non siamo psicologi o assistenti sociali: nella fase di ascolto, quando rileviamo disagi e situazioni molto complesse, li indirizziamo ai servizi sociali e ai professionisti che possono aiutarli meglio.

Prima accennava ad una collaborazione con i servizi sociali dell’Unione dei Comuni: in cosa consiste?

C’è una collaborazione molto proficua con i servizi sociali di Casina  e questo è molto importante perché ci ha permesso nel tempo anche di costruire una relazione di fiducia e di attivare progetti in collaborazione con loro.

volontari Caritas Casina

Ci fa qualche esempio di progetti attuati?

Siamo riusciti ad attivare, ad esempio, dei tirocini formativi, grazie anche ai fondi Caritas, che hanno permesso ad alcune persone poi di trovare un lavoro stabile.

Ci sono dei fondi Caritas particolari per i quali si può fare richiesta con determinati requisiti e che permettono ad esempio di sostenere le famiglie nelle spese per il materiale scolastico dei ragazzi o l’abbonamento dell’autobus.

Un altro progetto che cerchiamo di mettere in atto, sempre in una fine collaborazione coi servizi, riguarda ad esempio i bambini e ragazzi , cioè fare in modo che i minori delle famiglie in difficoltà possano partecipare gratuitamente ai campi estivi o ad altre occasioni di socializzazione. Solo per citarne alcuni.  Diciamo che attraverso i Fondi Caritas riusciamo sostenere diverse attività e ad andare incontro a queste famiglie in modo più ampio.