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Il ruolo cruciale del medico di base nelle comunità montane

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Il ruolo cruciale del medico di base nelle comunità montane.

I consiglieri regionali della Lega, Gabriele Delmonte e Maura Catellani riaccendono i riflettori sulla carenza dei medici di base in Appennino.

“La Regione si attivi ed intraprenda azioni di varia natura, sostenendo anche economicamente i Comuni delle Aree Appenniniche e le Ausl, al fine di aumentare l’attrattività di quei territori per i medici di base”. E' quanto chiede un atto di indirizzo presentato i consiglieri che esprimono “profonda preoccupazione per la grave situazione sanitaria in cui si trova l'Appennino reggiano e connessa alla mancanza di medici di base”.

La denuncia dei leghisti

Maura Catellani

“Da tempo segnaliamo l'assenza del medico di base a Ligonchio (Comune di Ventasso), Cavola (Comune di Toano), e negli ultimi giorni anche in tutta l’area della Val d’Asta e Val Dolo nel Comune di Villa Minozzo: si tratta di aree che, per l'alta densità abitativa o, come nel caso di Villa Minozzo, della significativa estensione territoriale non possono permettersi di rimanere senza la figura del medico di base”.

“Si tratta di Comuni che, già da tempo, - ricordano Delmonte e Catellani - hanno adottato, nei limiti delle loro possibilità, azioni a supporto sia della cittadinanza, sia dei medesimi professionisti sanitari che, a rotazione, si sono ritrovati a dover coprire le zone rimaste senza medico, per innumerevoli motivazioni”.

“È fondamentale comprendere il ruolo cruciale del medico di base nelle comunità montane – sottolineano i leghisti: non solo essi rappresentano il fulcro dell'assistenza sanitaria pubblica, ma sono anche il principale punto di riferimento per la popolazione locale. Tuttavia, la mancanza di tali figure professionali mette a rischio la salute dei cittadini, specialmente nelle zone appenniniche dove la popolazione anziana è particolarmente numerosa.

Gabriele Delmonte

I comuni hanno fatto del loro meglio per affrontare questa emergenza, ma le risorse a loro disposizione sono limitate. “È ora che la Regione assuma un ruolo attivo nel garantire un'assistenza sanitaria adeguata a tutte le comunità, indipendentemente dalla loro posizione geografica: del resto, le difficoltà che i medici di base incontrano nel lavorare in queste zone, come i costi elevati degli affitti e dei trasporti, devono essere affrontate con urgenza. È essenziale rendere il vivere e lavorare nelle aree appenniniche attraente per i professionisti della salute, altrimenti continueremo a vedere una fuga di medici verso le città più grandi.”

Delmonte e Catellani ricordano come altri territori italiani abbiano già intrapreso iniziative simili grazie al sostegno delle rispettive Regioni: “Ad esempio, la ULSS 3 in Veneto ha recentemente avviato programmi volti ad attrarre medici anche da fuori regione, offrendo incentivi alla residenza, bonus finanziari e supporto alle utenze”.

Del resto “l'area appenninica della nostra regione non può essere trascurata o considerata una ‘qualunque altra area del territorio’. È necessario un intervento straordinario da parte della Regione per garantire un'assistenza sanitaria equa e di qualità in queste zone”.