Il futuro delle montagne passa (anche) dalle donne.
Ogni anno, l'8 marzo ci spinge a una riflessione collettiva sullo stato dei diritti delle donne, sul progresso fatto e su quello ancora da fare. Non si tratta solo di celebrare conquiste passate o di denunciare disparità ancora troppo radicate, ma di guardare con occhi nuovi alle dinamiche che intercorrono tra genere, lavoro e territorio. In questo scenario, le parole della consigliera regionale Stefania Bondavalli acquisiscono un peso specifico. "In una giornata come questa, è particolarmente significativo riflettere sul ruolo della donna nel mondo del lavoro in generale e in montagna più in particolare. L’ambito lavorativo, in termini complessivi, costituisce la precondizione necessaria per un solido radicamento in un territorio come quello montano. Ogni intervento finalizzato alla tenuta e all’incentivazione degli insediamenti di comunità in montagna rappresenta la diretta espressione di politiche volte a sostenere la presenza e la permanenza di persone giovani, che vogliano costruire una famiglia e, quindi, un legame duraturo con quei territori. Pertanto, l’attuazione concreta di politiche indirizzate all’incremento dell’attrattività della montagna, a partire dal rafforzamento dei servizi alla persona e dalla creazione di opportunità lavorative, è, per quanto mi riguarda, imprescindibile".
Parole chiare che portano dritti al cuore della questione: le donne in montagna non sono solo un tassello nel mosaico del lavoro, ma una forza motrice per il mantenimento e lo sviluppo di intere comunità.
Priorità e Progetti: Un Occhio al Futuro
Bondavalli non si ferma qui, però. La sua visione è ampia, e include investimenti cruciali in settori chiave. "In tale proiezione, risultano essenziali gli investimenti su scuola, sanità (è di questi giorni il parere favorevole, in Commissione regionale, al piano predisposto dalla Giunta per gli investimenti in campo sanitario – VII fase, con 4,1 milioni di euro destinati all’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti) e servizi sociosanitari. Ambiti in cui le competenze professionali delle donne rivestono un’importanza determinante. Al contempo, va tenuta alta l’attenzione su altri comparti, come quello del turismo e dell’accoglienza. Anche qui, la figura femminile costituirà sempre un valore aggiunto. In che modo la Regione prova a favorire tutto ciò? Vi sono scelte opzionali e distintive che si riverberano positivamente sulle realtà montane, come quella, per citarne una, legata alla gratuità degli asili nido. Insieme a queste, vi sono iniziative specifiche, come quella relativa, ad esempio, ai bandi finalizzati ad incentivare le coppie che vogliano risiedere e vivere in quei territori. Infine, e questo si lega molto alla relazione virtuosa tra lavoro femminile e montagna, la Regione ha individuato le condizioni per definire, come attività economiche meritevoli di sostegno, tutti gli esercizi polifunzionali che operino in zone particolarmente isolate rispetto a città o paesi".
Il Lavoro Continua
Ma non è tutto oro quello che luccica. La consigliera chiude con un promemoria importante: "Concludo, sottolineando che la Regione, pur avendo in disponibilità leve importanti per sostenere il lavoro nelle zone montane, da sola non basta. È per questo che sono tra i firmatari di una Proposta di Legge, da sottoporre al Parlamento italiano, che consenta particolari agevolazioni fiscali per chi operi e lavori nel territorio montano, su cui mi propongo di adoperarmi con il massimo impegno per apportare ulteriori migliorie, prima che esso venga sottoposto al vaglio delle Camere".