Invaso dell’Enza: il punto sul percorso del progetto di fattibilità.
Si è tenuto un primo confronto tra Regione e Consorzi di Bonifica in attesa che venga affidato l’incarico tecnico di progettazione al soggetto che si aggiudicherà la gara. Durante l’incontro si è deciso di tenere un punto condiviso sulla road map che caratterizzerà i prossimi mesi, assieme a tutti i soggetti coinvolti. All’incontro che si è tenuto nei ei giorni scorsi nella sede della Consorzio di Bonifica Centrale a Reggio Emilia, hanno partecipato l’assessore regionale all’agricoltura con delega alle Bonifiche Alessio Mammi, il sindaco di Vetto Fabio Ruffini, il presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale Lorenzo Catellani e la presidente del Consorzio di Bonifica Parmense Francesca Mantelli per fare il punto sui passaggi del progetto di fattibilità e progettazione dell’invaso dell’Enza.
"Il nostro compito dopo l'aggiudicazione sarà concordare ed esaminare nel merito i vari passaggi necessari".
“Vogliamo portare a termine questo importante progetto per il territorio – ha ricordato l’assessore Mammi - per garantire la risorsa idrica in ambito agricolo, invasare l’acqua quando c’è, in una fase storica di grandi cambiamenti climatici caratterizzati da siccità prolungate che rischiano di danneggiare le produzioni in campo e di conseguenza le imprese agricole che producono il latte per il Parmigiano Reggiano. Un grazie particolare ai Consorzi di Bonifica dell’Emilia Centrale e Parmense per l’importante lavoro di coordinamento nel quale saranno impegnati nei prossimi mesi per lo studio di fattibilità del progetto e le fasi successive. Il nostro compito dopo l'aggiudicazione sarà concordare ed esaminare nel merito i vari passaggi necessari, in un percorso condiviso con tutti i soggetti coinvolti, gestire al meglio i tempi per una risposta vera e concreta sull’approvvigionamento idrico della Val d’Enza, nel versante reggiano e in quello parmense.”
"L' amministrazione comunale vuol portare il proprio contributo".
“Esprimo il mio ringraziamento alla regione Emilia- Romagna, all’assessore Mammi e ai Consorzi di Bonifica di Reggio e Parma – ha detto il sindaco di Vetto Fabio Ruffini - per il lavoro e l’impegno che metteranno nell’iter di fattibilità e poi di progettazione di questa importante opera idrica per il territorio reggiano di pianura e per quello montano. Il comune di Vetto è particolarmente interessato al percorso che porterà alla progettazione dell’invaso, che deve tener conto delle caratteristiche del nostro territorio dal punto di vista tecnico, paesaggistico e ambientale e anche di quelle che esprime la nostra comunità. Sarà pertanto un percorso condiviso nel quale l'amministrazione comunale vuol portare il proprio contributo in un progetto per la corretta gestione della risorsa idrica e per la valorizzazione del torrente e dei territori interessati, in particolare per quelli di montagna. Le istituzioni locali e territoriali avranno poi il compito di confrontarsi con i cittadini e il territorio".
Quindi il progetto di invaso deve avere solo valenza per irrigazione agricola o deve avere valenza plurima e quindi servire oltre al comparto agricolo e quindi idrico potabile industriale e di produzione energia pulita. Se ha solo valenza verso l’agricoltura siamo veramente al ridicolo in quanto si tappa un buco con soldi di tutti e non si pensa al domani figurarsi avere una visione di anni avanti, i costi e benefici si hanno se gli usi sono plurimi e mi meraviglio che un secolo fa erano più avanti di adesso e purtroppo provo vergogna di come vengono spese le risorse pubbliche e sono pronto a domandare scusa se venisse fatta l’opera come da progetto originario naturalmente visto con disposizioni e leggi attuali.
Come mi è capitato di scrivere più volte su Redacon, non sono un tifoso della Diga, e ho sempre sperato che la bellissima valle dell’Enza potesse rimanere quale è stata per secoli, e come tutt’ora si presenta, ma se ragioni superiori (ossia l’esigenza di avere una consistente riserva d’acqua) richiedono che essa venga “sacrificata” per la realizzazione di un invaso, la cui necessità sembra ormai farsi strada anche fra chi era di diverso ed opposto avviso, sono anch’io del parere che l’opera andrebbe concepita per un uso plurimo.
E qui, pur con la premessa che dicevo, va riconosciuta, io credo, la coerenza di Lino Franzini, ritrovabile anche nel suo commento all’articolo del 22 febbraio “Invaso in Val d’Enza, nominata la commissione giudicatrice”, mentre una eguale coerenza non mi sembra ravvisabile in chi , durante questi decenni, oltre all’esprimere contrarietà alla Diga, non ha nel frattempo spinto più di tanto, almeno questa è la mia impressione, per interventi idraulici alternativi, vedi ad es. casse d’espansione, utilizzo cave dismesse, alimentazione falda sotterranea.
P.B. 09.03.2024