Il Cnr di Bologna premia per il settimo anno consecutivo gli alunni del Chierici.
Continua il successo per il liceo artistico Gaetano Chierici di Reggio Emilia che per sette anni consecutivi viene premiato dal Cnr di Bologna, per tutte le sezioni allestite per l’annuale convegno de “Il linguaggio della ricerca”.
Un successo dovuto al lavoro della docente di scienze, Maria Pia Fanti, della sua bravura nel coinvolgere e seguire gli alunni, nel farli ricercare, appassionare e far partecipare le classi ove insegna a lezioni con scienziati del Cnr.
Quest’anno il Cnr di Bologna festeggia i 100 anni di fondazione e celebra i 20 anni del progetto “Il linguaggio della ricerca” ove vengono premiate tutte le scuole e gli studenti che nell’anno scolastico precedente hanno realizzato creazioni scientifiche per una o più sezioni convegnistiche.
Il Linguaggio della Ricerca è un progetto di divulgazione scientifica dei ricercatori dell'Area della Ricerca di Bologna del Cnr e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Il progetto si avvale della collaborazione di ricercatori dell’Enea (agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) e di esperti del Rotary Felsineo International.
E' rivolto agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado per suscitare l'interesse degli studenti verso il mondo della ricerca mediante il loro coinvolgimento nella divulgazione scientifica utilizzando l'italiano ed l'inglese.
Quest’ anno gli studenti del Chierici, che hanno partecipato in 64, non smentendosi, hanno vinto un premio per ogni sezione del convegno dedicata ai lavori delle scuole partecipanti: Elementi per l’energia, (quiz interattivo), Video contest: 100 anni di futuro”, Prodotti di divulgazione scientifica. Classi partecipanti (a.s. 2022-23): IV G (13); II D (23);IVE (23);III E (5).
MARIA PIA FANTI: “HO COMINCIATO, TIMOROSA, CON UNA SOLA CLASSE ED È STATO AMORE A PRIMA VISTA”.
“Ciascuna di queste foto, proiettata sul grande schermo mi ricorda un percorso fatto con i ragazzi che è stato un arricchimento. Dal 2017 partecipiamo a questo progetto: ho cominciato, timorosa, con una sola classe ed è stato amore a prima vista. Lavorare con gli studenti mi ha condotto in una dimensione affascinante rappresentata non solo dal l’incontro con ricercatori esperti in un particolare ambito, ma anche dalla fantasia e la voglia di mettersi in gioco degli studenti, scoprire in loro pagine segrete, facce nascoste e timide e aiutarli a fare uscire queste meraviglie da luoghi profondi e nascosti del loro essere. Abbiamo viaggiato insieme tra le cellule staminali, nel mondo della radioattività, ne riciclo dei rifiuti, siamo stati diverse volte in Antartide, abbiamo passeggiato tra i rifiuti spaziali, nelle profondità della Terra, tra le malattie tumorali, nella crittografia, nelle meraviglie dei mari in trasformazione, nei meandri del cervello umano,… beh, ogni viaggio è stato affascinante e ci ha fatto crescere un poco grazie anche all’arte dei ricercatori di saper trasformare soggetti a volte complessi e difficili in pagine di un libro affascinante e coinvolgente.
Essere qui con i miei ragazzi è sempre un momento di grande soddisfazione ma quest’anno, dopo 20 anni di questo progetto, è un’emozione ancora più grande perché segna un grande successo di un'iniziativa che rende i ragazzi protagonisti assoluti nella divulgazione scientifica. Prima di fare l’insegnante ho fatto anch’io un po’ di ricerca e conosco tanti sapori di questo mestiere. E voglio dire ai ragazzi che sono qui presenti che la ricerca non è uno scherzo, non è un gioco anche se, se fatta con passione può essere divertente, è scoperta, è emozione, è fatica, e, a volte, anche amara delusione, ma non dimentichiamo mai che è sulla ricerca che si costruisce il nostro sapere e che dalla ricerca nasce anche il nostro stare bene. Un grazie riconoscente a chi fa questo mestiere e grazie a chi ci ha permesso di fare questa meravigliosa esperienza insieme a loro”.