Zanetti (Sinistra Italiana): “I fatti successi a Castelnovo a fine gennaio sono gravissimi”
L’aggressione a sfondo sessuale avvenuta, in pieno giorno, a Castelnovo ne’ Monti alla fine del mese di gennaio, con una denuncia ed una misura cautelare emanata ordinata dal Gip presso il Tribunale di Reggio Emilia, nei confronti del presunto responsabile – un giovane di 20 anni – ha fatto grande scalpore in tutto il comprensorio appenninico, tanto che pure la politica locale se ne interessa.
“Dopo gli ultimi avvenimenti non si può più non parlarne. I fatti successi a Castelnovo sono gravissimi, e purtroppo se non si impara a prevenire l'episodio dei giorni scorsi non sarà l’ultimo. Dato che si tratta di un ragazzo giovane, a nostro parere è indispensabile parlare, ascoltare, e istruire i nostri ragazzi”. A sostenerlo è Giorgia Zanetti, portavoce di Sinistra Italiana nel capoluogo di distretto del nostro Appennino.
“Un processo che deve iniziare dalle scuole”
“Questo processo deve iniziare dalle scuole. In attesa che educazione sessuale e al sentimento diventino materie scolastiche, bisogna creare progetti con l’aiuto delle istituzioni, le associazioni che si occupano di violenza sulle donne, psicologi, sessuologi – prosegue Zanetti -. Creare un percorso di incontri che parlino di consenso, di sesso, di rispetto, di empatia, e di come istruire i ragazzi nel distinguere la pornografia dalla vita reale. Da sempre i ragazzi fanno riferimento anche all'immaginario pornografico, ma bisogna far capire che quel mondo è tutta finzione. Infine è anche importante istruire le ragazze sulla conoscenza del proprio corpo per essere più consapevoli”.
“Come verrà seguito quel giovane?”
“Ma sorge anche una domanda, questo ragazzo di vent’anni come verrà seguito? O punito? – conclude la portavoce di SI -. Auspichiamo che questo ragazzo così giovane e con una vita ancora davanti, venga seguito da uno psicologo Che si è in grado di farlo riflettere sulle proprie azioni, e su quello che possono causare sugli altri. Alla ragazza porgiamo la nostra vicinanza come partito e come comunità.”
E’ sicuramente buona cosa il parlare coi giovani, e ascoltarli, ma questi dovrebbero fare altrettanto riguardo agli adulti, vuoi per un normale principio di reciprocità, vuoi perché l’esperienza dei secondi può fornire loro qualche utile indicazione, vuoi anche perché i benefici e le comodità di cui possono oggigiorno usufruire i primi sono pure il frutto delle azioni condotte dai secondi (talora abbastanza impegnative).
A mio modesto vedere, nel “pacchetto” di ciò che dagli adulti può trasferirsi ai giovani andrebbero incluse anche le regole e le prassi che le nostre comunità si sono date, il cui mancato rispetto può farci scivolare in una sorta di “anarchia”, dove ciascuno può semmai ritenere di non dover imporsi limitazioni e freni, lasciando così libero sbocco alle proprie istintività, incuranti delle altrui opinioni ed aspettative.
Fatico a credere che si possano educare i sentimenti, alla stregua di come si può ad es. insegnare l’educazione civica, essendo dell’idea che sia solo lo scorrere della vita a “metterci alla prova” quanto ad emotività, e a farci “gestire” i nostri stati d’animo, ma l’importante sarebbe spiegare innanzitutto ai giovani che le nostre emozioni non possono comunque recar danno agli altri (nel senso che ci sono diritti ma anche doveri).
P.B. 02.03.2024