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LA LETTERA

“Diamo voce e valore al gesto estremo di Aaron Bushnell”

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Riceviamo e pubblichiamo

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Ieri notte è morto il giovane soldato dell’aeronautica USA, 25 anni, Aaron Bushnell, dopo d’essersi dato fuoco, per protesta, davanti all’ambasciata d’Israele a Washinton  e dopo d’aver registrato un video con queste parole:

“Non sarò più complice del genocidio. Sto per intraprendere un atto di protesta estremo, ma, rispetto a quello che le persone hanno vissuto in Palestina per mano dei loro colonizzatori, non è affatto estremo. Questo è ciò che la nostra classe dirigente ha deciso sarà normale”.

Poi si è cosparso di un liquido infiammabile, ha posato il telefonino a terra e si è dato fuoco. Mentre le fiamme lo circondavano urlava “Free Palestine”.

Ora lascio parlare Eugenio Mazzarella, un editorialista di Avvenire di oggi: “Follia sentire con tanto disperato dolore personale il dolore degli altri? Troveremo, troveranno certamente uno psichiatra che lo dirà, che ce lo spiegherà sulla grande stampa ed in TV. Io preferisco pensare ad un Jan Palach od ad un altro aviere dell’età di Aaron, il maggiore Claude Eartherly, texano, unico a farsi avanti per confessare pubblicamente il proprio rimorso per ciò che aveva fatto a Hiroshima …..Il sangue degli altri che non vedi, ma che immagini può ucciderti dentro, toccandoti nel cuore…….Ecco questa storia di Gaza è la nostra storia- Non restarvi, con la mente  e con il cuore prendendo la parola, è disertare dalla nostra coscienza morale. Ce lo ha ricordato un aviere, dandosi fuoco, nel senso dell’onore impotente del suo gesto. Nella vita talvolta siamo messi in condizione che (lo hanno fatto quelli che Israele celebra  piantando un albero nel giardino dei Giusti, perchè in mezzo alla morte hanno piantato la vita) l’unica cosa che possiamo fare è limitare il disonore di questo mondo, del nostro stare al mondo. E farlo per tutti. Non so perché, ma mi ricorda un Falegname in Galilea che sulla croce ci salì, ci si fece mettere da solo, per dire agli altri, a destra e a sinistra, di non metterci nessuno, neanche i ladroni. Aveva anche qualche anno in meno del falegname, 25 anni Aaron. Non so se lo abbia conosciuto il Falegname. Ma è stato un buon discepolo.”

Vorrei dare voce a questo ragazzo e senso al suo gesto, per questo ho scritto, per rompere il silenzio dei  nostri giornali e TV, per non uccidere nuovamente lui, il suo pensiero, la sua Umanità.

(Clara Domenichini)

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