Continua la serie delle interviste ‘di fine mandato’ per gli otto sindaci dell’Appennino Reggiano che vanno a conclusione dei cinque – o dieci anni di amministrazione dei loro rispettivi Comuni.
Oggi pubblichiamo l’intervista al sindaco di Viano, Nello Borghi.
Signor sindaco, per prima cosa può stilare un bilancio del suo mandato da Primo cittadino di Viano?
Estremamente impegnativo ma decisamente positivo: non è mai facile amministrare, se così fosse ci sarebbe la fila nel proporsi, cosa che normalmente non avviene, anche se alle amministrative di quest’anno, Viano sembra andare controcorrente. Un accrescimento esperienziale personale, e questo grazie al confronto aperto con tutti i cittadini, che si è rilevato sempre molto formativo: arrivavo da due legislature che mi hanno visto impegnato per un breve periodo come consigliere e poi come assessore, ma fare il Sindaco è tutt’altra cosa; un discorso è occuparsi di alcune deleghe altro è essere sul pezzo a 360°, 24 ore su 24: si dovrebbe essere tuttologhi! Condivido il pensiero che solo alla fine del primo mandato, un sindaco ha acquisito tutte le competenze e la consapevolezza per poter onorare a pieno il proprio ruolo. Inoltre, credo anche che questa legislatura sia stata tra le più complesse in assoluto: pandemia e le sue conseguenze dirette ed indirette, guerre con ricadute molto negative, esplosione dei costi energetici, inflazione rilevante e conseguente aumento esponenziale dei prezzi; tutte situazioni che ci hanno visti presenti con il massimo impegno, come gruppo di maggioranza, nel tentativo di dare soddisfazione alle richieste e necessità di tutti i nostri concittadini.
Cosa l’ha reso più orgoglioso del suo lavoro?
L’esserci messi, come gruppo, a disposizione e all’ascolto di tutti i cittadini, in un’ottica di imparzialità, senza fare distinzioni di appartenenza politica (aperti al dialogo con tutte le parti, nessuna esclusa), senza far differenze di stato sociale, per noi non ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B, come qualcuno sostiene, questo anche grazie al pensiero “aperto e libero” del nostro “vero” gruppo civico: mi sono sempre considerato e adoperato come sindaco di tutti, sia di chi ci ha eletto ma ancor di più di chi non ci ha votato. Credo, senza timore di essere smentito, che in questi cinque anni siano state procacciate risorse e fatti investimenti per un ammontare mai registrato per il nostro comune, nonostante i due anni di pandemia. Dalle azioni di contrasto al dissesto idrogeologico (18 interventi puntuali per frane, corrispondenti a 1.700.000€) alla realizzazione prossima al 90% del Piano Luce attraverso la sostituzione dei corpi illuminanti con l’utilizzo delle tecnologie a LED e riqualificazione della pubblica illuminazione con anche il totale rifacimento delle linee di Viano sulla SP7 e di Regnano sulla SP63 (costati 585.000€) oltre alla sostituzione di alcune centrali termiche. Diversi i cantieri relativi ad immobili pubblici: abbattimento barriere architettoniche con la realizzazione di montacarico, miglioramento statico e sismico, efficientamento energetico e prevenzione incendi, del Centro Polivalente di Viano (costato 415.000€), miglioramento sismico , efficientamento energetico e prevenzione incendi delle scuole di Regnano (costato 445.000€), prevenzione incendi (costato 38.000€) e realizzazione nuova mensa, della scuola Primaria Daniela Morotti (costato 475.000€); i primi due in dirittura d’arrivo e il terzo appena iniziato. Riqualificato il Parco Inclusivo Mille Colori di Viano e il Parco della frazione di Faggiano. E’ stata aumentata la copertura della telefonia mobile in alcune aree bianche del territorio, in specifico nella parte bassa del Querciolese, grazie alla realizzazione di traliccio, finanziato dalla Regione, dedicato al posizionamento di dispositivi delle varie compagnie telefoniche. Infine, non dimentichiamo il mantenimento di tutti i servizi scolastici capillarizzati -- Viano, Regnano, San Giovanni Querciola-, nonostante il calo importante dei nuovi nati e l’aumento esponenziale dei costi dovuti all’adeguamento all’inflazione degli appalti che hanno minato la tenuta del bilancio relativamente alla spesa corrente.
Cosa invece avrebbe potuto fare meglio? O quel piccolo rimpianto del tipo: peccato non aver portato a termine questo?
Credo che sempre tutto ciò che si realizza, con il senno di poi, se analizzato si arriverebbe alla conclusione che si sarebbe potuto fare meglio, anche semplicemente nei piccoli dettagli: chi si ritiene infallibile a prescindere, sbaglia già nel presupposto. I rimpianti: primo fra tutti non essere riuscito a ridurre i tempi di esecuzione di alcuni cantieri a causa prevalentemente della odierna congiuntura di mercato particolarmente complessa. In secondo luogo, non essere riuscito a capitalizzare la partecipazione ad un bando PNRR sulla rigenerazione urbana, un bando che ci vedeva coinvolti in convenzione con altri 4 comuni montani, che ci avrebbe permesso di riqualificare il centro di Viano. Il terzo, ma non per grado di importanza, non essere riusciti ad assorbire totalmente ma solo parzialmente, con risorse di bilancio, tutti gli incrementi dei costi dovuti all’adeguamento inflazionistico delle rette scolastiche.
E quale l’aspetto più difficile di questo suo periodo in carica?
La tenuta dei rapporti interpersonali, minati dal confinamento durante il periodo pandemico, che porta ancora con sé strascichi notevoli: ne sono un esempio le esternazioni, troppo spesso di basso livello e privi di un che minimo rispetto per i terzi, legate all’utilizzo smodato dei social.
Il suo rapporto con i cittadini del paese come lo definirebbe?
Decisamente positivo, sempre in posizione di ascolto e di massima apertura verso la ricerca della soddisfazione sia singola che collettiva: tutti i cittadini richiedenti un incontro con il sindaco sono stati ricevuti; poi sta nell’ordine delle cose. Non si può piacere a tutti ma soprattutto non si riesce sempre a dare risposte che diano piena soddisfazione; ma come dico sempre, quale amministratore, se ne avesse la possibilità, non darebbe sempre risposte positive? A non farlo sarebbe veramente uno stolto e masochista. Non sono mai stato una persona frequentatrice assidua dei “bar” nemmeno prima di ricoprire il ruolo da sindaco e a volte, questo mi è stato rimproverato, ma disponibile al dialogo verso tutti, sempre! In qualsiasi momento. Mi sono regolarmente fatto trovare presente al mercato domenicale anche durante il periodo difficile della pandemia e partecipe a tutte le iniziative realizzate sul territorio, dall’ambito scolastico a quello sportivo e a quello ricreativo. Devo ringraziare del sostegno ricevuto tutti i miei collaboratori amministratori, che ognuno, in base alle proprie deleghe, ha fatto in modo che non si sia mai fatta mancare la massima attenzione alle varie tematiche portate all’attenzione dell’Amministrazione da parte dei cittadini. Insomma: tra i cittadini, con i cittadini, per i cittadini.
Ha senso oggi parlare di maggioranza e opposizione per paesi di dimensioni medio piccole come quello da lei amministrato o forse, come sostengono alcuni, sarebbe più costruttivo sulle questioni fondamentali remare tutti dalla stessa barca’? Non ci si lega in modo un po’ troppo acritico alle ‘logiche di partito’ o all’ideologia, senza guardare concretamente alle cose?
Partendo dal presupposto che non mi piace parlare di ‘Opposizione’ ma di ‘Maggioranza’ e ‘Minoranza’, in quanto ciò che esce dalle urne elettorali è proprio questo, una maggioranza e una minoranza: credo convintamente che entrambe le componenti del Consiglio comunale, per il bene di tutti i cittadini, dovrebbero esprimersi sempre per ciò che rappresenta il meglio, superando e lasciando perdere le posizioni ideologiche di appartenenza politica, pur sempre nel rispetto delle singole visioni. Nasce proprio da questo concetto l’essenza del nostro gruppo consiliare e mi ripeto, un gruppo basato sul concetto di un “Progetto Civico”, che lascia in disparte il pensiero politico nazionale del singolo componente per lasciar posto ad una visione globale di amministrazione politica territoriale.
Depopolamento, tenuta dei servizi, cambiamenti climatici, quali le sfide che attendono l’appennino reggiano nei prossimi anni?
Sicuramente le dinamiche dello spopolamento dei territori montani, correlato in primo luogo alla denatalità da una parte e alla riduzione progressiva dei servizi di prossimità dall’altra, si ripercuotono inevitabilmente sulla capacità di tenuta dei servizi erogati e del mantenimento delle strutture ospitanti da parte degli enti locali: scuole, trasporti, servizio mensa; questo lo è già e lo sarà ancor di più negli anni a venire, uno dei temi a cui dedicare massima attenzione. L’applicazione di normative stringenti rischieranno di provocare disastri. Il cambiamento climatico è ormai dichiaratamente riconosciuto da tutti salvo qualche negazionista recidivo. Non risparmierà nessuno, tantomeno l’Appennino reggiano nel suo insieme e ovviamente a caduta ogni singolo territorio comunale.
C’è una ‘sua’ ricetta per affrontarle?
Il tema è molto complesso e se ne sta parlando già da tempo un po’ a tutti i livelli: si dovrà sicuramente agire; alcuni interventi di sostegno economico messi in campo dalla Regione Emilia Romagna relativi agli incentivi rivolti alle giovani coppie che hanno intenzione di stabilirsi all’interno dei territori montani, come la campagna di riduzione delle rette dei Nidi sino al suo azzeramento e le risorse a favore dei progetti di qualificazione scolastica delle pluriclassi vanno sicuramente nella giusta direzione ma purtroppo non basteranno; credo si dovrà ripensare e garantire fonti di reddito adeguate a favore dell’autosufficienza economica all’interno degli stessi territori montani, altrimenti l’emorragia non si placherà. Il cambiamento climatico in atto evidenzierà ancor di più l’inadeguatezza del sistema odierno di produzione di reddito e richiederà la trasformazione delle attività economiche così come sono pensate oggi: probabilmente se ne dovranno sperimentare di nuove e per far ciò si dovrà rivedere tutto il sistema fiscale e contributivo.
Si ricandiderebbe per un ulteriore mandato?
Sicuramente sì. In continuità del solco tracciato in questa legislatura con il nostro Progetto Civico. Aperti e disponibili al dialogo con tutti i cittadini, associazioni, forze politiche, imprenditori piccoli e grandi che siano. Prima di tutto voglio ringraziare tutti i dipendenti comunali per la fondamentale ed imprescindibile collaborazione fattiva, senza la quale non si sarebbero raggiunti tutti i numerosi obiettivi che ci eravamo prefissati come amministratori, così come ringrazio tutti i componenti dell’attuale maggioranza, per il sostegno ed il grande contributo operativo di questo quinquiennio, uno dei più difficili del dopoguerra, ma caratterizzato dai grandi risultati raggiunti. L’organico del nostro Progetto Civico, sottolineo “vero” e libero da condizionamenti, includerà alcuni nuovi inserimenti che porteranno nuove competenze a quelle già presenti. Ci faremo trovare pronti alla sfida, confidando nella rinnovata fiducia da parte dei nostri concittadini: ambiamo ad avere la possibilità di realizzare ciò che abbiamo finanziato, con tanto impegno profuso, e perché no, aggiungere altro. Tanto è stato fatto anche se siamo consapevoli che ci sia ancora molto da fare: il 1.470.000€ di risorse riconosciute dal commissario Figliuolo e i 150.000€ dal Ministero verso la lotta al dissesto idrogeologico ed alla sua prevenzione ne sono un esempio: 10 saranno i cantieri che caratterizzeranno i diversi punti di intervento e che vedranno il completamento durante la prossima legislatura così come la realizzazione di un punto di ritrovo per i più giovani ossia l’Hub Centro Giovani (cofinanziato mediante la STAMI con 565.000€) che nascerà all’interno dell’ex scuola dell’infanzia di Corte.
Infine, come vede il futuro del suo Comune negli anni a venire? Quali gli elementi su cui concentrarsi di più per svilupparlo e farlo crescere ulteriormente?
Doverosamente di positività: le dinamiche dello sviluppo imprenditoriale pluridisciplinare ci hanno permesso di tenere stabile la popolazione residente, nonostante la “mina” della riduzione della natalità degli ultimi 15 anni. Le difficoltà dal punto di vista finanziario, relativamente alla componente della spesa corrente, sono innegabili ma si dovrà fare di tutto per mantenere i servizi in modo capillarizzato e possibilmente ampliarli, sia nei confronti dei più piccoli mettendo in campo innovativi approcci nell’ambito scolastico, come verso i giovani senza perdere di vista le necessità della componente anziana della popolazione e questo grazie anche al contributo che ne potrà derivare dall’appartenenza all’Unione dei Comuni eventualmente valutando la possibilità di confluire altre funzioni oltre alle attuali e intensificando il rapporto di collaborazione con la parte imprenditoriale locale. Non credo che la ricetta giusta sia la Fusione tra comuni e qui mi riaggancio alle affermazioni fatte su questa testata da un collega limitrofo che non ha “osato” usare questo termine ma lo ha solo fatto intendere. Le Fusioni le ritengo ormai anacronistiche e da sempre lesive dell’identità dei territori: lo dimostrano i risultati degli ultimi referendum proposti; questo mio pensiero non nasce oggi ma ha radici che risalgono alle due precedenti legislature. Si devono individuare forme diverse di gestione e di collaborazione. Non ho personalmente mai negato la collaborazione, tra uffici di diverse funzioni, richiesta dai colleghi di comuni limitrofi, anzi. Noi sindaci non siamo imprenditori ma amministratori pubblici e come tali, nel rispetto reciproco, dovremmo dialogare, con l’obiettivo di essere il più possibile vicini alle necessità dei cittadini. Se la Regione, tramite il nuovo PRT (Programma di Riorganizzazione Territoriale), attualmente in discussione, vorrà dare ascolto alle nostre voci, sono sicuro troveremo forme collaborative efficaci senza il bisogno di creare “carrozzoni” con superfici dimensionalmente di difficile gestione.