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Baiso intervista di fine mandato a Fabrizio Corti

“Non sono riuscito a convincere i sindaci dei comuni limitrofi a una condivisione dei servizi”

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Continua la serie delle interviste ‘di fine mandato’ per gli otto sindaci dell’Appennino Reggiano che vanno a conclusione dei cinque – o dieci anni di amministrazione dei loro rispettivi Comuni.

Oggi pubblichiamo l’intervista al sindaco di Baiso Fabrizio Corti.

Il sindaco Fabrizio Corti

Sindaco Corti, stiliamo un bilancio di questi suoi mandati come primo cittadino.

Direi un bilancio positivo. In entrambi i mandati ci ha contraddistinto l’avere una squadra compatta: con le giunte e i consiglieri siamo arrivati in fondo alla legislatura con soddisfazione, riuscendo a realizzare i progetti programmati. E tutto questo nonostante le difficoltà legate innanzitutto alla pandemia.

La cosa che ci ha toccato di più sono stati i movimenti franosi, il dissesto idrogeologico e l’ultima alluvione, quella dello scorso maggio. Proprio grazie all’unione della nostra squadra siamo riusciti a superare anche questo e, ancora una volta, abbiamo dimostrato quanto siano importanti le associazioni di volontariato presenti nel territorio, le comunità del nostro paese. Questa è un po' la nostra soddisfazione.

Cosa la rende più orgoglioso del lavoro fatto?

L’essere arrivati uniti alla fine del mandato, nonostante nell’ultima legislatura non avessimo l’opposizione e aver lavorato sulla riduzione della spesa corrente apportando risparmi in ogni capitolo di spesa e soprattutto investendo da subito sul risparmio energetico. Un esempio è stata  la riduzione del 50% del consumo di energia elettrica sulla illuminazione pubblica, ottenuto sostituendo i corpi illuminanti con tecnologie al led.

Non nego che sicuramente si sarebbe si sarebbe potuto fare di meglio o magari di più, ma possiamo davvero dire con soddisfazione che tutti gli investimenti fatti sono frutto di un grande lavoro di squadra, che ci ha permesso di accedere esclusivamente a finanziamenti Regionale e Nazionali, senza utilizzare fondi propri. Il tutto, quindi, in 10 anni, senza accedere a mutui e senza aumenti di tariffe o imposte (a parte la Tari che è un pagamento del costo dei rifiuti, purtroppo sempre in aumento).

Abbiamo così ridotto di 2/3 il debito pubblico pro capite da circa 900 euro a meno di 300 potendo così affermare che il bilancio del comune di Baiso è un bilancio sano.

Cosa invece avrebbe potuto fare meglio o magari chiude la consigliatura con quel piccolo rimpianto”?

I miei rimpianti di sindaco sono sempre stati sostanzialmente quello di non essere riuscito ad aiutare le persone quanto avrei voluto, a causa della burocrazia e delle normative e quella di non essere mai stato davvero grato abbastanza a chi ha aiutato, cioè alle associazioni di volontariato del territorio, persone che hanno sempre dato veramente tanto, senza pretendere nulla. Infine, uno dei rammarichi più grandi è quello di non essere riuscito a convincere i sindaci dei due comuni più limitrofi ad una condivisone di servizi e ad una visione più unitaria che portasse ad una sorta di unione della valle del Tresinaro.

Il suo rapporto con i cittadini come lo definirebbe?

Ho sempre cercato di essere vicino ai cittadini e di aiutare sempre tutti a risolvere i problemi: con i consiglieri e gli assessori abbiamo cercato di essere il più possibile ‘vicino’ alle persone anche presentando i bilanci, tutti gli anni, nelle varie frazioni e nel centro. Siamo riusciti anche nei momenti difficili a fare incontri con i tecnici della Regione nella frazione di Levizzano, per le specifiche problematiche della zona; avremo una seduta aperta del consiglio anche il prossimo sabato.

Essere sempre presenti anche durante feste e manifestazioni di vario genere mi ha permesso di avere un rapporto che definirei confidenziale. Io credo sia fondamentale il ruolo del sindaco come conoscitore del territorio e quindi essere anche il punto di riferimento per le persone.

Ha senso oggi parlare di maggioranza e opposizione in paesi di dimensioni medio piccole come il suo?

Penso- e parlo - da sindaco che nell’ultimo mandato non ha avuto opposizione. L’opposizione è necessaria. Lo è perché, per esempio, è bene che ci sia un controllo tecnico dei bilanci; deve esistere un controllo politico. Parlo ovviamente di opposizioni costruttive.

Una cosa in cui credo, e tanto, è la necessità di far crescere i giovani e farli avvicinare alla politica: se non ‘curiamo’ il loro disinteresse, non ci sarà occasione di investire su di loro. Cerchiamo di tenerli vicini, cerchiamo di dare valore a chi ha anche idee diverse dalle nostre, ma che può comunque lavorare insieme agli amministratori in carica per un progetto che sia favore della comunità.

Depopolamento, tenuta dei servizi, turismo, cambiamenti climatici, quali le sfide che attendono l’Appennino reggiano nei prossimi anni?

Su questi temi abbiamo da lavorare parecchio. Secondo me dobbiamo essere pronti a gestire tutti questi cambiamenti. Oltre allo spopolamento, che diventa una lotta da parte nostra al mantenimento dei servizi scolastici, alla qualità stessa dei servizi, dobbiamo lavorare per mantenere il più possibile proprio i servizi che diamo per scontato; dobbiamo tenere le infrastrutture adeguate; dobbiamo essere consapevoli che è in corso il cambiamento climatico che di conseguenza sta cambiando il concetto di turismo nel nostro territorio.

Portare la massima attenzione al lavoro e ad i suoi cambiamenti. Questa può essere la chiave ed a tutti costi agevolare chi investe in montagna!

Per questo dobbiamo essere pronti a nuove sfide. La chiave dei prossimi anni, per i futuri amministratori, è non farsi trovare impreparati:si deve far essere pronti al cambiamento.

C’è una ‘sua’ ricetta per affrontarle?

La ricetta è sempre stata quella di anticipare i problemi e di vivere intensamente la comunità. Non bisogna rimanere chiuse nel palazzo comunale ma essere tra la gente.

Come amministratori si ha la possibilità di conoscere i veri problemi della popolazione ed i dati statistici. Su questo dobbiamo lavorare.

Si ricandiderebbe per un terzo mandato?

Come ho già dichiarato, il progetto che è partito dieci anni fa si è concluso, perché è importante dare spazio ai giovani.

Sono stato sempre contrario al terzo mandato e pensare che oggi non ci siano limiti per i comuni sotto i 5000 mi rattrista molto...vuole dire non incentivare chi si vuole mettere in gioco in politica a crescere.

Abbiamo lavorato in questi anni per avere giovani che fossero pronti alla fine di questo mandato; persone che possano sicuramente essere leader nella governance. Fabio Spezzani, candidato Sindaco, sono certo sia la scelta giusta per Baiso.

Infine, come vede il futuro di Baiso negli anni a venire? Quale gli elementi su cui concentrarsi di più per svilupparlo e farlo crescere ulteriormente?

Per far crescere Baiso è importante credere nelle proprie potenzialità, trovare le persone adatte e investire sul territorio. Ma questo credo valga per tutti i comuni dell’Appennino.

E’ necessario che si faccia rete, tra i territori e tra le associazioni: questa è la chiave del successo della nostra montagna. Andare avanti e migliorare quanto già avviato in questi anni. Pensare davvero sempre di più alle domiciliarità. Insomma, continuare quello che stiamo facendo da tempo.

E poi è importante che si inizi a lavorare e investire su un nuovo concetto di turismo, che ormai è diventato di ‘giornata’: quindi investire nelle camminate, nei percorsi in bici, e tanto altro. Occorre pensare ad un turismo di prossimità e perché no, creare dei veri tour in Appennino.

2 COMMENTS

  1. L’opera svolta dal volontariato è indubitabilmente molto preziosa ed encomiabile, grazie alla meritoria dedizione di chi vi si impegna, ma ho talora l’impressione che si tenda a farvi conto anche per attività e mansioni che potrebbero essere affidate a personale retribuito, dipendente o meno che sia dalla pubblica amministrazione, così da generare occupazione, che non è questione affatto secondaria, almeno a mio sommesso vedere (per inciso, salvo miei errori di memoria, ricordo tempi in cui i dipendenti pubblici erano in buon numero, coi conti pubblici in ordine, ossia con bilanci chiusi in pareggio, e spesa corrente tenuta sotto controllo)

    Circa l’espressa contrarietà rispetto all’aver tolto il limite di mandati per i Sindaci dei Comuni fino ai 5.000 abitanti, forse il legislatore ha ritenuto che così facendo potesse superarsi e scongiurarsi l’indesiderabile eventualità di non trovare candidati per le liste, ivi compreso il rischio che sui banchi del Consiglio comunale manchi l’opposizione – il cui ruolo è invece importante, come qui sostiene pure il Sindaco – anche causa il volontario allontanamento dei giovani dalla politica (al cui riguardo bisognerebbe pure chiedersi se abbia influito anche la “squalifica” della politica, con annesso “scredito”, avvenuta nel corso di diversi anni).

    Circa la Tari, il Sindaco si limita a dire che si tratta di voce “sempre in aumento”, e siamo tutti consapevoli della complessità del problema rifiuti, ma da chi ha guidato per dieci anni un Comune, e dunque ha maturato dettagliata conoscenza delle questioni territoriali, ci si aspetterebbe qualcosa in più, vedi ad es. riguardo al sistema utilizzato per la raccolta, e sull’eventuale modo per contenere tale aumento, e casomai pure sulla possibilità di poter abbassare “tariffe o imposte” per le attività economiche del proprio territorio (pur se nella fattispecie incontrano semmai minori difficoltà rispetto a quelle degli ambiti più a monte).

    P.B. 12.02.2024

    • Firma - P.B.