Tragedia al Cerreto, prima accoltella a morte la madre poi si getta nel canalone
La profonda disperazione, probabilmente legata alle condizioni dell’anziana madre e alla sua personale ha indotto Gianni Dughetti, 65 anni, a questo gesto estremo e definitivo.
Dughetti questa mattina, in località Schiocchi a pochi chilometri del valico del Cerreto, ha posto fine alla sua vita, non prima però di aver ucciso con una, ma molto probabilmente due coltellate, la madre, Silvana Bucci di 84 anni. Entrambi risiedevano a Cervarezza, anche se la madre era originaria di Busana.
I Fatti
La tragedia è avvenuta questa mattina, tra le 8 e le 9. Dughetti avrebbe fatto salire la signora Bucci sulla sua auto, una Renault Twingo di colore bianco, dirigendosi verso sud, in direzione del passo del Cerreto. Una volta arrivato in località Schiocchi, all’altezza di una curva a destra, caratterizzata da un piccolo spiazzo e una costruzione in roccia semi diroccata, Dughetti ha fermato l’auto, l’ha parcheggiata e con un coltello da cucina, probabilmente prelevato da quella di casa, ha inferto un fendente alla giugulare della madre risultato mortale; anche se, da quanto trapela in ambienti investigativi, i colpi potrebbero essere due. La signora Bucci è morta praticamente sul colpo.
Il figlio è sceso dall’auto lasciando la portiera aperta, ha attraversato la strada, ha superato il guardrail opposto al lato della strada dove aveva lasciato la vettura e si è gettato nel canalone sottostante.
Un volo che avrebbe potuto essere di qualche centinaio di metri, non fosse stato per la fitta vegetazione che caratterizza quella parte di monte, e uno ‘spuntone’ di roccia, a fermare il corpo del 65, non più di 30 metri sotto il livello della strada. Non è stata una morte immediata, ma, un’agonia.
E’ stato un automobilista che stava passando per quella zona a dare l’allarme. Ad insospettirlo quell’auto parcheggiata, ferma nello spiazzo spiazzo, con una portiera aperta. Avvicinatosi ha visto il corpo di un’anziana donna esanime.
Sul posto si è precipitato il personale della Croce Verde Alto Appennino con automedica e ambulanza, ma per Silvana Bucci non vi era più nulla da fare.
Agli Schiocchi anche i carabinieri di Castelnovo Monti, Collagna, Ligonchio oltre a quelli del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia che hanno iniziato immediatamente le indagini, coordinate dal Sostituto procuratore Giulia Galfano anche lei giunta in altura per prendere visione della situazione ed acquisire le prime sommarie informazioni sull’accaduto.
Una volta accertata la morte della signora Bucci, sono iniziate le operazioni di ricerca del corpo di Dughetti. In primis è stato il medico legale che calandosi per la scarpata ha potuto constatare, alle 12.33, il decesso dell’uomo.
Successivamente sono state organizzate le complesse operazioni di recupero del corpo del 65enne, condotte dal personale specializzato dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale, coadiuvati anche dai colleghi del Soccorso Alpino.
Attività che si sono protratte per diverse ore, fino alle 15.30 quando il corpo di Dughetti è stato riportato ad altezza strada e affidato (come la madre) al personale delle onoranze funebri della Croce Verde e trasportato all'obitorio dell'Ospedale Sant'Anna di Castelnovo ne' Monti a disposizione della Procura reggiana.
In questo momento, l’attenzione degli inquirenti è rivolta a cercare elementi che possano definire meglio i contorni della vicenda. Da quanto trapela, nell’abitazione di Dughetti sono stati rinvenuti alcuni bigliettini in cui lo stesso manifestava l’intenzione di togliersi la vita.
Il contesto
Come detto il 65enne Dughetti, un fratello e una sorella entrambi più giovani, viveva a Cervarezza con l’anziana madre. Era lui l’unico che se ne prendeva cura,. Pare proprio che le crescenti difficoltà nella gestione signora si siano rivelate, purtroppo, un fardello insormontabile.
Gianni Dughetti, ex imprenditore edile, celibe e senza figli, era molto conosciuto a Cervarezza, così come la madre, sposata e successivamente separatasi, ma anche in tutto l’Appennino; in particolare per la sua attività di allenatore di pallavolo femminile che ha condotto per tanti anni in vari sodalizi della zona facendosi apprezzare per la sua umanità e bontà d’animo.
Ultimamente però le sue condizioni fisiche e personali erano peggiorate, in concomitanza con quelle della madre.
Un’operazione ad una gamba non andata per il verso giusto che ne limitava la deambulazione e che rendevano difficoltoso per lui prendersi cura della madre 84enne, appena rientrata a casa dopo essere stata ospite per un certo tempo di una RSA, ed essere rimasta vittima di un investimento che ne aveva compromesso la deambulazione e l’autosufficienza.
Tutte problematiche che hanno gettato in un’irrimediabile disperazione il signor Dughetti tanto da spingerlo a confidare a qualche conoscente in paese la sua volontà di farla finita (in aggiunta ai bigliettini trovati, dagli investigatori, a casa sua). Questo, non più tardi di qualche giorno fa. Oggi, la tragedia.
Il sindaco Ferretti: “La nostra comunità col cuore spezzato. Non siamo più un’isola felice”
Presente sul luogo dove sono avvenuti i fatti anche il sindaco di Ventasso, Enrico Ferretti.
Profondamente colpito da quanto accaduto, il Primo cittadino conosceva bene Dughetti e la madre: “Questa è una tragedia che colpisce e segna profondamente la nostra piccola comunità – sottolinea Ferretti -. Non esprimo giudizi sul contesto di quanto accaduto perché c’è un’indagine in corso e la magistratura deve obbligatoriamente e necessariamente fare il suo corso, senza interferenze. Quello che dico è che in questo momento, c’è un piccolo territorio, una comunità fatta di persone, quella del Comune che amministro, che è profondamente addolorata per quanto successo questa mattina”.
“Una tragedia per altro, che colpisce l’intero Appennino, visto che Gianni Dughetti, come sportivo, ha allenato per oltre 30 anni intere generazioni di giocatrici di pallavolo, fermandosi con questa attività solo tre anni fa – prosegue il Sindaco di Ventasso -. Era una persona buona e solare, che ha fatto del bene agli altri e pure alla comunità in cui operava. Quindi, credo, che la scelta più intelligente che possa fare chi ricopre un ruolo come il mio sia esprimere cordoglio, e rispetto. Rispetto per l’uomo e rispetto per la famiglia”.
“L’augurio, in fine – conclude Ferretti – è che nessuno si erga a giudice di quanto successo. Questa è una tragedia che spezza il cuore di una comunità, e oggi, così come nei prossimi giorni, l’unica cosa da fare è chiudersi in un rispettoso silenzio”.
Ha collaborato Ornella Coli