Il riassetto organizzativo delle Agenzie delle Dogane prevede la soppressione dirigenziale di 25 sedi territoriali, tra cui quella di Reggio Emilia, con un grave danno per il tessuto imprenditoriale locale. La deputata reggiana Ilenia Malavasi, interviene dopo la nota Unindustria che denuncia questa grave situazione che coinvolge direttamente territorio e imprese di Reggio Emilia.
INTERROGAZIONE DELLA DEPUTATA REGGIANA, ILENIA MALAVASI
“Ho subito depositato un’interrogazione al Ministro Giorgetti per sapere se e come intenda agire rispetto al riassetto organizzativo delle Agenzie delle Dogane, che prevede la soppressione dirigenziale di 25 sedi territoriali, tra cui quella di Reggio Emilia. Si tratta di una questione importante per l’economia di un intero territorio e che desta, giustamente, forti e legittime preoccupazioni. Bisogna considerare che ci sono imprese attive nei settori della meccatronica, della logistica, della ceramica e della moda che si sono recentemente insediate nalla nostra provincia in considerazione anche la migliore condizione logistica e doganale qui attualmente espressa. Rispetto alle 107 Province italiane, Reggio Emilia si posiziona all’11esimo posto come valore di export e al 30esimo per quel che riguarda l’import e l’attività dell’Agenzia di Reggio Emilia, solo lo scorso anno, ha portato alle casse dello Stato dazi e diritti per oltre 131 milioni di euro. Le scelte del Governo, dunque, non solo penalizzano un’area produttiva stretegica, ma, incredibilmente, andrebbero anche a incindere in maniera fortemente negativa sul quadro economico nazionale. Raccogliendo, dunque, le sollecitazioni provenienti dal mio territorio, ho chiesto formalmente al Ministero dell’Economia e delle Finanze se le ipotesi di riassetto previste corrispodano alla realtà e se siano state valutate attentamente le conseguenze di tali decisioni. Temo, infatti che anche in questo caso, come già visto nel corso di questa legislatura, emerga la volontà del Governo di andare a colpire un territorio per ragioni che nulla hanno a che vedere con la logica delle cose e con la convenienza economica, mettendo a rischio, per un mero calcolo di convenienza politica, la capacità delle imprese reggiane di essere competitive e di contribuire allo sviluppo del Paese”.