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Focus Intesa Sanpaolo presso la E80 Group

Il distretto reggiano della meccatronica conta 791 imprese

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Il distretto reggiano della meccatronica conta 791 imprese.

Nel 2023 il distretto della Meccatronica di Reggio Emilia ha ribadito la propria competitività con un balzo delle esportazioni cresciute del 5,4%, a rimarcare una volta ancora la forza dell’economia distrettuale, una funzione di ‘traino’ dell’economia locale e regionale che necessita di una visione ampia, di lungo respiro e sinergica tra gli attori sul territorio. Del distretto, del valore dei rapporti di filiera e degli investimenti strategici volti a uno sviluppo solido e diffuso nell’ambito di un contesto macroeconomico e geopolitico incerto si è appunto discusso in incontro con gli imprenditori organizzato da Intesa Sanpaolo presso il quartier generale di E80 Group a Viano.

Ad aprire i lavori Enrico Grassi, Presidente E80 Group e Stefania Bergamaschi, Direttrice Imprese Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo. A seguire Giovanni Foresti, Serena Fumagalli e Carla Saruis, economisti della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo hanno illustrato nel dettaglio uno studio ad hoc sul settore della Meccanica con uno specifico focus sul distretto della Meccatronica di Reggio Emilia.

La meccanica rappresenta un settore chiave per il sistema economico italiano. Il nostro Paese è leader di settore, al quinto posto tra gli esportatori mondiali e al secondo in Europa per occupati e valore della produzione. In particolare in Emilia Romagna la meccanica ha un ruolo di primo piano, come confermato dalla presenza di tante realtà distrettuali, tra cui il distretto della Meccatronica di Reggio Emilia.

Il distretto reggiano conta 791 imprese che impiegano 19.816 addetti, principalmente il 71% degli addetti occupati in medio-grandi imprese.

Le esportazioni distrettuali nel 2022 hanno raggiunto il record storico di circa 4,8 miliardi di euro, in crescita del 64,4% rispetto al 2008.

Rilevanti i risultati nei mercati più lontani, in particolare negli Stati Uniti divenuti il primo sbocco commerciale, superando di slancio la Germania. La crescita è proseguita nel 2023: l’export nei primi nove mesi dell’anno è aumentato del 5,4%, facendo segnare un progresso pari a 189 milioni di euro. Nei prossimi anni, pur se in uno scenario macroeconomico complesso e incerto, le imprese del distretto potranno continuare a crescere. In particolare, si prevede che le imprese che hanno investito nel 4.0 abbiano evidenziato un tasso di crescita doppio rispetto alle altre, con un rafforzamento significativo della produttività del lavoro.

La crescita del distretto è proseguita nel corso del 2023: l’export nei primi nove mesi dell’anno è, infatti, aumentato del 5,4%, facendo segnare un progresso pari a 189 milioni di euro. Grazie a questi risultati si è molto rafforzata la propensione a esportare: l’export per addetto supera i 224mila euro, a fronte di 182 mila euro per addetto nella meccanica italiana. L’elevata internazionalizzazione è confermata dai dati sugli investimenti esteri: il 7,2% delle imprese della meccanica del distretto sono state acquisite da operatori esteri, mentre il 13,9% ha effettuato diretti esteri in uscita, percentuali superiori a quelli che si registrano per il settore. Il distretto si distingue anche per capacità innovativa: il 21,8% delle imprese della meccanica del distretto brevetta, contro il 17,6% della meccanica italiana. Inoltre, il 32,8% delle imprese che brevettano, si concentra su innovazioni green e in generale su tecnologie relative alle specializzazioni del territorio, rafforzando il legame con le diverse filiere presenti in loco. I forti legami con il territorio emergono anche da un’originale analisi sulle forniture che evidenzia distanze di approvvigionamento ridotte, pari mediamente a 79km.

Nei prossimi anni, pur in presenza di uno scenario macroeconomico complesso e incerto, le imprese del distretto potranno continuare a crescere facendo leva sui loro punti di forza e cogliendo le opportunità offerte dalle transizioni green e tecnologica in corso. Da un'analisi emerge come le imprese che hanno investito nel 4.0 abbiano evidenziato un tasso di crescita doppio rispetto alle altre (+32,5% tra il 2019 e il 2022 vs +16,6%) e un rafforzamento significativo della produttività del lavoro.