L’abbiamo conosciuta grazie agli elfi disegnati sui cassonetti, l’abbiamo lasciata alle porte della Biennale di Milano, la rincontriamo alle soglie di una personale alla Milano Art Gallery: per Susi Costi, artista di Casina, è un momento d’oro.
Partiamo dal principio, come hai vissuto questa Biennale?
La Biennale? È stata un'esperienza stratosferica, diversa da come la si immagina comunemente. Più che i quadri, che erano senza dubbio meravigliosi, ciò che mi ha colpito è stata l'energia. Eravamo in 300, selezionati tra 7000 candidati, immersi in un'atmosfera di condivisione artistica incredibile. Ricordo il primo giorno, con Katia Ricciarelli che parlava della sua riscoperta della natura durante il Covid. Le ho regalato un ritratto del suo cane, un gesto che mi ha emozionato. Ma chi mi ha colpito di più sono stati Sgarbi e Morgan, ho visto due persone che hanno messo da parte il loro ruolo pubblico per dare spazio a ciò che l'arte e la cultura possono apportare. Sgarbi sosteneva che non può essere cattiva una persona che fa arte, che esprime il proprio talento. Arte in tutte le sue forme, perché ognuno di noi ha un proprio talento, che può essere la pittura, la poesia, la musica o anche il giardinaggio. L'arte viene dall'amore verso queste cose e chi esprime il proprio talento non può essere una persona cattiva. Ha sottolineato anche come sia importante tornare a fare arte nei piccoli centri ed è proprio quello che ho voluto fare una volta ritornata a casa. A Bocco, il 23 dicembre, ho organizzato una serata in cui abbiamo cercato di portare gioia, bellezza e arte. Devo ringraziare il Comune di CasinA, l'assessore Alessandro Torri Giorgi, il sindaco Stefano Costi e la mia amica Monia Fornili, con cui sto preparando un libro.
Dalla Biennale porti a casa, oltre a una grande energia, anche un premio e una galleria che ti ha chiesto di fare una mostra personale da loro…
Sì, è stato inaspettato e sorprendente. Durante la Biennale, c'è stato anche il premio Margherita Hack, e sono stata onorata di essere tra gli 80 premiati. Il mio 'Gufo', presentato lì, ha suscitato grande interesse per il suo iperrealismo. Questa attenzione mi ha portato a ricevere un invito per una mostra personale alla Milano Art Gallery, prevista dal 4 al 17 febbraio con 13 quadri esposti. E c'è anche l'invito per una mostra a Roma a marzo sul tema delle donne. A volte, riflettendo su tutto ciò, mi sembra incredibile, come se fossi in un frullatore di emozioni e successi. Torno a Casina, il mio rifugio, tra i miei quadri e i miei elfi, e lì ritrovo il mio centro. È l'unico posto al mondo dove riesco a dipingere.
Qual è il tuo segreto?
Non ho veri segreti. La verità è che dipingo seguendo il mio istinto e le mie emozioni. Dipingo come se ogni quadro fosse un viaggio, una profonda immersione nel soggetto. Quando dipingo un gufo, per esempio, mi sento parte di quell'immagine, come se fossi io stesso il gufo. Sto collaborando con Monia Fornili per scrivere un libro su questa mia esperienza artistica. Se raccontassi tutto ciò che provo, forse mi prenderebbero per matta. C'è un po' di magia in quello che faccio, come se gli elfi e le fate venissero di notte a ritoccare i miei quadri. Il problema è che ci credo davvero. [Scoppia in una fragorosa risata].
Dalla collezione personale di Susi Costi.