Invaso dell’Enza, firmata la Convenzione.
Un gruppo di lavoro, coordinato dall’Autorità di Bacino e composto dai rappresentanti degli enti coinvolti nella progettazione, si occuperà di definire e condividere le attività da svolgere e valutare costantemente il loro avanzamento.
Nei giorni scorsi è stata sottoscritta la convenzione tra la Regione Emilia-Romagna, l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, il Consorzio della Bonifica Parmense e l’Agenzia Territoriale dell'Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti (Atersir).
La convenzione definisce il gruppo di lavoro per lo sviluppo del documento di fattibilità progettuale dell’invaso della val d’Enza, e soprattutto garantisce il trasferimento delle risorse per la progettazione: dei 3,7 milioni di euro complessivi, 3,2 milioni sono stati chiesti e ottenuti nel periodo del Governo Draghi e confermati dal Governo Meloni; la Regione Emilia-Romagna ha messo a disposizione 300mila euro dal proprio bilancio per i Consorzi di Bonifica di Reggio e Parma incaricati della progettazione, i quali hanno garantito a loro volta altri 200 mila euro.
“Si tratta di un passaggio estremamente importante che abbiamo condiviso con la collega Irene Priolo – ha ricordato l’assessore regionale Alessio Mammi – e che dà il via alla progettazione in carico ai Consorzi di Bonifica anche con il supporto dei tecnici della Regione Emilia-Romagna. Il nostro obiettivo è arrivare in tempi certi a presentare il piano progettuale di un’opera richiesta da tempo, che permetta poi nei prossimi anni di passare alla fase successiva di stampo esecutivo. E’ un ottimo risultato la partenza della prima fase progettuale con l’appalto del cosiddetto DOCFAP. Il mio grazie va ai Consorzi di Bonifica per il loro importante lavoro tecnico sul progetto. E’ un traguardo storico per l’agricoltura del nostro territorio dedita all’allevamento per la produzione di Parmigiano-Reggiano. Il nostro impegno sarà accelerare il più possibile l’iter progettuale. Sarà un progetto già molto avanzato: nel corso del 2024 ci metteremo al lavoro per trovare le cospicue risorse che serviranno alla realizzazione dell’opera”.
“Dobbiamo provare a tenere l’acqua quando c’è -– aggiunge Mammi - in modo da poterla utilizzare quando serve, per fini irrigui e ambientali, anche a contrasto della siccità. Progettare un invaso significa dare una risposta di protezione e prevenzione alla Val d’Enza in un’era di cambiamenti climatici nella quale si alternano siccità e alluvioni: siamo impegnati a ridurre il riscaldamento globale e gli effetti climatici estremi che provoca, e che abbiamo visto anche nei mesi scorsi con le alluvioni di maggio arrivate dopo due anni di siccità, riducendo le emissioni, salvaguardando la fertilità dei suoli e la biodiversità”.