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Elda racconta: L’intelligenza artificiale

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Riceviamo e pubblichiamo

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Vi dirò che non ci avevo mai pensato più di quel tanto, dormivo sugli allori, quando un mio lettore lontano da qui, me ne ha parlato.

Da allora per me è diventato un pensiero fisso e fin che non l’ho scaricato sul mio quadernone non riuscirò a togliermelo dalla testa.

Bellissimo articolo quello di Luigi Davoli, forse bisognava darci un po’ più d’importanza, leggendo ciò che ha scritto, mi si è fatta un po’ più di luce nel cervello, e com’è mio solito comincio a documentarmi un po’ e leggo: “La IA è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività e fin qui ci siamo. Poi leggo che ai bambini, puoi spiegare, che è una macchina, ma che puo usarla come se fosse una persona che ti risponde.

E no questo proprio non lo accetto, non toccatemi i bambini, questa macchina non riuscirà mai a sostituire la mamma e il papà o gli amici coi quali si divertono a giocare.

Naturalmente, quando sento che bambini con non più di due anni, guardano le favole sul Tablet se non addirittura sul telefonino, sento tanta pena per loro e vi dirò di più, i loro genitori che glielo hanno procurato, avrebbero bisogno di una bella “sculacciata” come quando erano piccoli. Certo che si sentiranno orgogliosi di avere dei figli così intelligenti, intelligenti perché hanno imparato a schiacciare un bottone? O erano più intelligenti quando costruivano omini di fango e li mettevano ad asciugare al sole? O quando correvano dietro a un cerchio guidandolo con un lungo ferro con un uncino sulla punta? O quando giocavano a “Bacàn” gioco da bocce senza palle, ma con piastre di fiume ben levigate? E le favole che qualche vecchio raccontava e ognuno di loro le viveva nella sua mente in modo diverso perché usava la propria fantasia. Chi il cavaliere lo vedeva sul cavallo bianco, chi su quello baio, chi su quello nero e c’era anche chi lo vedeva sull’asino di Sassi da Sologno.

Bah!...Lasciamo perdere, ma allora avete almeno capito che in quel modo la loro fantasia verrà atrofizzata e non l’useranno mai, per loro resterà solo un numero da schiacciare.

Come vedete noi questa intelligenza artificiale la usiamo già, quando col telefonino, anche se siamo al lavoro, possiamo far partire il “robot” che sta a casa e che ti farà trovare i pavimenti belli spolverati, si infilerà in tutti i buchi poi salirà anche sui tappeti e spazzolerà e pulirà come la migliore delle colf. Oppure quando schiacciando un bottone ti fai un caffè e te lo gusti in poltrona, senza poi correre a svuotare e lavare la moka. Anche lì però è sempre il nostro cervello che impartisce ordini.

Parliamo pure dell’automobile, certo sarebbe un sogno sederci al volante senza toccarlo, dare un ordine e quella ti porta fino al parcheggio della coop, sempre imballato e lei da sola, senza che tu muova un dito, lo trova. Certo molto comodo per me, pessima autista che ho rinunciato da un po’, così potrei fare a meno di chiedere a un figlio se mi può accompagnare.

Però potrebbe succedere, come purtroppo succede molto spesso che uno inserisca il navigatore che tiene sulla macchina e ignorando il cartello “strada Privata” invece che alla Pietra si ritrova davanti alla casa della Signora Masini e lì deve fare dietro front perché la strada finisce lì. Anzi vi voglio raccontare che l’altro giorno una ragazza arrivata là a tutta velocità ha voluto insistere, ma per fortuna un forte fischio di qualcuno che la stava osservando l’à fermata appena in tempo sul muro alto 80 cm. che costeggia la stessa strada, che lei stessa aveva appena lasciato. Oppure ti fa fare giri lunghi e impossibili per ritrovarti appena a un km da dove eri partito, perciò fin che questa intelligenza artificiale arriva fin lì… e sono passati più di cinquant’anni da quando hanno cominciato.

Non mi pronuncio sui vari successi della scienza in campo medico e chirurgico, ma anche lì per adesso c’è ancora la presenza umana che presta la sua mano agile e svelta. Poi ci hanno anche mostrato che sono capaci di riprodurre una ragazza, ma allora perché non riesce ancora a riallacciare tutti i fili di un midollo spinale che si è spezzato o a sostituirlo. Io ho conosciuto ragazzi rimasti tetraplegici dopo un incidente che si erano offerti come cavia fin in Giappone, ma nessuno li ha mai chiamati e se lo facessero adesso dopo tanti anni, non li troverebbero più.

Allora questa intelligenza è solo capace di inventare macchine da guerra che riescono a colpire con precisione la povera gente che questa guerra non l’ha mai voluta? Allora dov’è sta grande intelligenza?

Adesso mi rivolgo a quelli della mia età, cerchiamo di vivere in tranquillità gli ultimi anni che ci restano, lasciamo agli scienziati e ai posteri questi problemi, senz’altro loro li risolveranno dal momento che studieranno più di noi, o forse no, perché il loro cervello si sarà atrofizzato, coi famosi “giochini” che usavano da piccoli, saranno solo capaci di schiacciare un bottone e prima o poi qualcuno si sbaglierà e dovranno ricominciare da capo. Questo Dio solo lo sa, perché da lassù Lui ci sta osservando e a un certo punto ci metterà uno “Stop”.

(Elda Zannini)

 

2 COMMENTS

  1. Gentilissima Sig.ra Elda,
    Apprezzo i suoi sentimenti su questo tema, devo però rilevare che già prima che ne parlassero i media l’IA era già entrata prepotentemente nelle nostre vite senza che ce ne accorgessimo. Se in pochi mesi si è trovato un vaccino contro un virus sconosciuto è grazie a un importante utilizzo dell’IA , salvando tante vite, forse anche la nostra. Se ha comprato un’auto deve sapere che l’intelligenza artificiale è stata molto usata nella sua progettazione. Quando accende la luce deve considerare che applicazioni di IA gestiscono il carico delle reti evitando sovraccarichi. Anche nella ricerca contro i tumori tanta parte viene svolta da applicazioni che analizzano “velocemente” miliardi di dati. In edilizia poi ci sono applicazioni che progettano edifici complessi fino ai dettagli minimi in pochi minuti. Certo la verifica umana è indispensabile ma buona parte del lavoro è già svolta. Mi perdoni un’osservazione: il navigatore non è IA, si basa su mappe precaricate spesso non aggiornate. La guida autonoma dei veicoli è IA e questa rispetta i limiti di velocità, riconosce i pedoni sulle strisce, non supera in galleria, non si distrae al cellulare ecc… Certo lascerei sempre un umano a sovrintendere ma già così è sicuramente più sicura di molti guidatori. L’elenco degli utilizzi sarebbe ancora molto lungo ma chiudo qui e la saluto cordialmente.

    • Firma - Vulzio Abramo Prati
  2. Nel leggere, la risposta e le considerazioni di Elda, mi sono molto preoccupato, in quanto non volevo portare e riflettere sulle mie piccole riflessioni e considerazioni sull’intelligenza artificiale, un personaggio che tutti conosciamo, ed al quale riconosco capacità intellettuali e conoscenze che non sono certamente comparabili alle mie.
    Ma detto questo, continuando sul tema, l’intelligenza artificiale, se non controllata, ha un enorme impatto sulla sanità, l’educazione, l’arte e la spiritualità e la comunità.
    Se ognuno di noi ragiona, su quanto ho sopra esposto, pensiamo sia possibile che le macchine, liberate da ogni condizionamento umano, siano in grado di sviluppare una moralità, o un’anima.
    E’ un compito molto difficile, che si riversa sulla mia generazione, ma in ogni caso sulle future.
    Probabilmente andiamo verso la possibilità, che non ci sia più differenza tra l’uomo ed il robot. In ogni caso si deve combattere ed evitare la sopraffazione
    dell’intelligenza artificiale, che deve essere programmata/sviluppata dall’uomo.
    Essere usata per i valori del vivere comune, educazione, rispetto degli altri, ed avere il tempo per la cultura, per la lettura, ecc.. lasciandoci la possibilità di riflettere.
    L’intelligenza umana deve essere sempre, a mio parere, in grado di mantenere il controllo dell’intelligenza artificiale, dovremo certamente subire che l’IA sarà sempre più integrata nella nostra vita sociale, ma questo non significa che dovremo, ad ogni costo, subirla in tutte le sue desinenze.
    Facciamo una piccola riflessione, analizzando questo teorico progresso dell’IA, non è che ci porta verso la solitudine, sociale, umana, dalla quale sarà molto difficile uscirne, oppure essere dipendenti ed avere un rapporto di socialità completamente robotizzato, senza essere noi in grado di scegliere????
    Questo è forse il dilemma.. Ma come dice Molinari su Repubblica, in mancanza di regolamenti efficaci corriamo il rischio di un oligopolio, e credo
    che la politica si debba impegnare prima a fare i regolamenti di controllo e dopo gli investimenti necessari allo sviluppo.
    Se portiamo il nostro cervello a non esprimere in libertà, la creatività, l’inventiva, l’improvvisazione, i rapporti umani di cui oggi è capace, forse pagheremo un conto salato in futuro.
    Sono anche convinto, che tutte le tecnologia di sviluppo sono indispensabili, e non possiamo fermarle, ma dobbiamo sempre gestirle, non subirle.
    Speriamo che la porta si chiuda prima che scappino i buoi.

    • Firma - Luigi Davoli