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a Veggia e Villalunga

Due targhe per ricordare le vittime civili dei bombardamenti alleati

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Due targhe per ricordare le vittime civili dei bombardamenti alleati.

Due targhette commemorative per onorare le vittime civili dei bombardamenti alleati durante la Seconda Guerra Mondiale sono state poste a Veggia e a Villalunga, frazioni di Casalgrande, grazie all’iniziativa, proposta da Marco Capriglio e Giulio Verrecchia, presidente dell’Associazione Studi Militari Emilia Romagna APS, in collaborazione con il fotografo Ivan Ferrari, dopo la ricerca da loro effettuata sul Rifugio Antiaereo di Veggia.

La ricerca è stata presentata lo scorso novembre a Villalunga.

La prima targhetta è stata posta lunedì 8 gennaio, proprio all’interno del Circolo “Libera Età” di Villalunga. Questa ricorda Boni Afra, Castagnetti Ebe, Dallari Onelia, Fornaciari Giulia e Otello e Nannini Pia, tragicamente scomparsi durante il bombardamento avvenuto il 12 ottobre 1944.

La seconda targa, in memoria delle vittime, dei feriti e degli sfollati a causa dei bombardamenti, è stata posata sabato 20 gennaio su un’abitazione privata, antistante al luogo in cui un tempo sorgeva il Rifugio Antiaereo.

A Veggia persero la vita Castagnetti Alcrevio, Mazzacane Giuseppe e Rosini Francesco il 14 febbraio 1944, e Roversi Guido e Sillingardi Pietro il 28 agosto 1944.

“Per noi è un grandissimo onore poter ricordare quello che è accaduto nel 1944. – commentano Capriglio e Verrecchia – Veggia e Villalunga, due piccoli paesi non importanti dal punto di vista bellico, hanno sofferto tantissimo a causa dei bombardamenti. È dovere di tutti noi ricordarlo. Ringraziamo il Circolo di Villalunga e il signor Mauro Bassinghi che ci hanno dato la possibilità di ospitare le targhe commemorative”.

“Sicuramente in primavera – continuano – replicheremo la serata di presentazione, sempre al Circolo di Villalunga. Aspettiamo calorosamente tutti gli interessati e chiunque abbia una testimonianza, diretta o meno, di Pippo e del Rifugio di Veggia”.

Veggia fu teatro di bombardamenti a causa del ponte, all’epoca (e tutt’ora) importante via di comunicazione che collega la provincia reggiana a quella modenese. Proprio in questo luogo, sulla collina chiamata Covetta, che oggi non esiste più, sorgeva il Rifugio Antiaereo. Questo era stato fortemente voluto e costruito autonomamente dalla popolazione per cercare riparo dai “Pippo”, i bombardieri alleati che seminavano terrore ogni notte.

Un impaginato digitale prodotto da ASMER è reperibile gratuitamente al link: https://drive.google.com/file/d/1UbbpyqiN5btSUnBt_C8j0GnfVP2omhKT/view

Il video della serata del 29 novembre è disponibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=QpUBD-OFUiU&t=2s&ab_channel=UmbertoTrinelli