“Il turismo è meno legato alla stagionalità, ma il cambiamento è lento”
“Non siamo il Trentino che ‘si vende da solo’. L’Appennino reggiano è un po’ diverso, ma dopo gli anni del Covid che sono stati drammatici, non ci possiamo lamentare”.
Parole ‘e musica’ di Paola Cassinadri titolare dell’albergo Marola situato nell’omonima località appenninica.
Il tema, ca va sans dir, è quello del turismo, che anche sulla nostra montagna, sta ‘sforando’ le stagionalità classica.
Grazie a una progettualità sviluppata negli ultimi anni da alcuni Comuni limitrofi, ma anche grazie al desiderio del turista di apprezzare ciò che di meglio, a livello naturalistico e paesaggistico, ha da offrire il territorio.
Da qui, ed è un aspetto che aveva già confermato a Redacon, la Responsabile dell’Ufficio Iat di Castelnovo ne’ Monti, Rachele Grassi, la stagione turistica si sta dilatando. Non più i classici tre mesi estivi, ma anche aprile e maggio, e pure settembre, ottobre e novembre.
“La Sport Valley è stata una grande iniziativa”.
Le progettualità si diceva. Quella che ha dato i maggiori benefici sul piano delle presenze è certamente quella legata alla Sport Valley che ha Castelnovo ne’ Monti come il suo ‘motore’: “E’ stato un progetto che ci ha favorito tantissimo ed i cui benefici si sono ripercossi non solo per Castelnovo, ma anche per i Comuni limitrofi – afferma Cassinadri -. Siamo soddisfatti perché in effetti lo sviluppo che tutte le iniziative legate allo sport per sordi che sono state allestite in questi mesi hanno avuto una ricaduta estremamente soddisfacente anche su di noi”.
E poi le varie fiere: “Assolutamente. Anche quello ci aiuta ad avere presenze fuori dalla stagionalità classica. Diciamo che l’approccio che il turista medio sta avendo rispetto alla nostra montagna sta cambiando. Con fatica, lentamente, ma sta cambiando. Poi, certo, anche noi dovremmo crescere e migliorare, perché di margini ne abbiamo tanti”.
Ma le opportunità non si fermano a questo: “Abbiamo già per quest’anno una settimana con l’hotel prenotato per un grosso incontro che si terrà nei nostri luoghi, grazie ai Santi Innocenti. Verrà gente da tutto il mondo, con la partecipazione del Seminario Vescovile, e insomma, si creerà un giro di circa 140, 150 persone che vedrà coinvolte varie strutture alberghiere della nostra montagna. Anche questo aiuta a sviluppare un sistema turistico di migliorata qualità ed è un modo per veicolare ciò che di meglio il nostro Appennino ha da offrire”.
“La ricettività? E’ il nostro problema più grande”
La stessa signora Cassinadri è la prima a mettere in evidenza quello che è il problema su cui tutti i player della zona dovrebbero concentrarsi, quello della ricettività: “Pensi che quando 36 anni fa la mia famiglia ha rilevato la gestione dell’albergo, qui a Marola, eravamo in 5 strutture alberghiere operative. Oggi ce ne sono solo 2. Noi abbiamo 50 camere, e siamo uno dei più grossi in zona”.
Tuttavia: “Da dicembre a marzo la parte alberghiera la tengo chiusa. Non ha senso aprirla, perché i costi supererebbero di molto i benefici, e non trovo giusto far pagare 200 euro una camera a un cliente”, chiosa la signora. “Nonostante la richiesta in inverno stia aumentando, ma chiedere prezzi esorbitanti è senza ragione”.
Quello che invece non chiude mai è il ristorante: “Anche da quel versante, fortunatamente, la situazione migliora dopo il Covid. Per Natale e Ultimo dell’Anno abbiamo fatto il pieno e c’è chi ci chiede di riservare la nostra sala per la Cresima nel 2025. D’estate poi, col fatto di aver 6000 metri quadrati di parco, è qualcosa che attrae molto, soprattutto le famiglie con bambini. Questi possono giocare tranquillamente nel parco, mentre gli adulti possono stare a mangiare. Tutti aspetti che ci aiutano a sviluppare una buona ricettività”.
“Il 2024? Siamo legati a troppe variabili”.
Difficile prevedere come potrà essere il 2024 per una struttura come questa. Per altro, sulla stessa barca vi sono, pressoché, tutti: “Come andrà? E chi lo può sapere? – esclama Paola Cassinadri -. Viviamo di stagionalità assoluta e spesso anche giorno per giorno. Un esempio? Molto dipenderà dal clima. Se per esempio sarà un aprile e un maggio come quello dell’anno scorso, con tantissima pioggia, che spesso crea anche delle problematiche ben più gravi delle presenze in un hotel o al ristorante, allora avremo poco in quel periodo. Al contrario, se sarà una primavera meteorologicamente accettabile, saremo favoriti”.
“Io l’unica cosa che spero è che non accada mai più ciò che è accaduto l’anno del covid. Che dalla sera alla mattina ci siam ritrovati l’albergo chiuso per 8 mesi – conclude -. Può ben immaginare il danno dal punto di vista economico. Ma fortunatamente ci siamo ripresi, noi, come anche altre realtà qui intorno con cui collaboriamo quando c’è bisogno (soprattutto altre strutture del Comune di Carpineti, ndr), e non è stato per niente facile”.