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Il sindacato 'scende in campo'

Guardia Medica in Montagna, la Cgil: “Nessuno sia lasciato indietro”

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Guardia Medica in Montagna, la Cgil scende in campo: “Nessuno sia lasciato indietro”

Riprende slancio la questione della riorganizzazione delle guardie mediche sul territorio, in particolare quella riguardante il territorio dell’Appennino Reggiano. In particolare a prendere una posizione netta, sul tema, è la Cgil.

“Sulla riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza che ha visto il suo avvio nel mese di ottobre con la riorganizzazione della continuità assistenziale, cioè della Guardia Medica, c’è ancora molto da fare”.

La preoccupazione del sindacato

Elena Strozzi, a destra, assieme al Segretario provinciale Cgil, Cristian Sesena, e all'altro membro della segreteria Valerio Bondi (Sito Cgil)

Lo scrive in una nota la Cgil reggiana preoccupata in particolare per la mancanza di copertura della Zona montana, passata da quattro punti di Guardia medica (Castelnovo Monti, Busana, Casina e Villa Minozzo) a due, essendo rimaste attive le sole sedi di  Castelnovo ne’ Monti e Villa Minozzo.

“Pur comprendendo che a fronte della cronica carenza di personale medico l’Azienda sanitaria abbia cercato di razionalizzare le risorse -  dichiara Elena Strozzi, della segreteria Cgil - abbiamo in più occasioni sollecitato la stessa a rivedere l’attuale assetto in quanto un territorio così vasto, e a tratti disagiato, necessita di maggiori attenzioni e non al contrario di essere abbandonato”.

“Se la valorizzazione delle aree interne e dei territori montani è uno degli obiettivi regionali non si comprende come si possa evitare lo spopolamento di queste aree – continua Strozzi -  andando a ridurre i servizi, primi fra tutti quelli essenziali, come la sanità di prossimità in tutte le sue declinazioni a partire da quella della continuità assistenziale”.

Il rischio oggettivo infatti è che non venga garantita la stessa efficacia di intervento su tutto il territorio provinciale producendo iniquità.

“E’ una cosa che non può essere tollerata – conclude la Segretaria confederale – E’ sicuramente in atto una trasformazione radicale del sistema di gestione dell’emergenza sanitaria, di cui non vanno sottovalutati i possibili risvolti positivi ma per garantirne l’efficacia non si può lasciare indietro nessuno”.

 

2 COMMENTS

  1. Sembra che in queste righe non si chiami in causa il Sindaco di Ventasso, e ci si rivolga piuttosto alla Azienda sanitaria, e fors’anche alla Regione, riguardo alla continuità assistenziale sul nostro territorio, quale parte delle Aree Interne, il che mi pare esprimere una “posizione” di cui dovrebbe tener verosimilmente conto chi ha fin qui “puntato il dito” nei confronti di detto Primo Cittadino per la questione Guardia Medica.

    P.B. 06.01.2024

    • Firma - P.B.
  2. Dal momento che la Cgil ha ritenuto, opportunamente, di pronunciarsi riguardo a Guardie Mediche – continuità assistenziale nel nostro ambito montano, mi aspetterei che facesse altrettanto, ossia dicesse come la pensa, in ordine a Ospedali di Comunità e CAU, posto che, stante la carenza di personale sanitario segnalata da più parti, e anche qui menzionata, c’è chi riterrebbe preferibile concentrare le risorse umane disponibili all’interno delle esistenti sedi ospedaliere territoriali, e in forza alle stesse, in modo da potenziarne i rispettivi organici, quanto giustappunto a dotazione di detto personale (la considerazione non sembra essere fuori tema, e il parere sindacale può fornire un ulteriore aiuto per maturare la propria opinione pure a chi non è addentro alla materia).

    P.B. 09.01.2024

    • Firma - P.B.