In merito al bando di gara GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.143 del 13-12-2023 avente come oggetto la redazione del Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP) relativo al progetto di "Realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano e altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val D'Enza nelle province di Reggio Emilia e Parma" il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, in virtù della comunicazione inoltratagli dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, informa che la tempistica relativa all’iter procedurale per la redazione del suddetto DOCFAP è stata allineata all’iter procedurale per la stesura dei progetti di "Realizzazione di azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Valle di Lanzo e della città metropolitana di Torino, tra cui la realizzazione di un invaso a scopi plurimi in Valle di Lanzo" che terminerà il prossimo 31 gennaio; questa decisione, ora ufficializzata e dunque comunicata e che consentirà di poter contare su un più ampio margine temporale, avviene nel pieno rispetto della tabella di marcia prevista dal procedimento garantendone ulteriormente l’efficacia.
La procedura di gara in corso per l’affidamento del DOCFAP è regolata da un disciplinare predisposto dagli Uffici consortili, naturalmente a seguito di un approfondito confronto con i tecnici di Regione Emilia-Romagna, Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, ATERSIR e Consorzio della Bonifica Parmense e con il contributo di studi legali esterni di provata esperienza e capacità. Si tratta di un iter articolato che prevede il rispetto di prescrizioni di legge chiare, oltre che di termini e condizioni previste dal Decreto che ha disposto il finanziamento stesso. Un percorso volto a tutelare ogni tentativo di ingerenza in un’attività che spetta, per legge, alle istituzioni pubbliche demandate.
Se mi è permesso chiedo sommessamente perché il capitolato tecnico di gara si rifà a uno studio del 2020 e individua per la realizzazione di un invaso di dimensioni medio-grandi a scopi plurimi tre possibili localizzazioni. La prima ipotesi prevede uno sbarramento sull’Enza in corrispondenza della stretta di Gazze, a metà strada tra Ranzano di Palanzano (nel Parmense) e Gottano di Vetto. La seconda ipotesi prevede proprio la realizzazione di un invaso alla stretta di Vetto, la terza di due invasi su due affluenti dell’Enza, il Lonza e il Bardea. Il documento di fattibilità dovrà valutare con esattezza il deficit idrico da colmare, per analizzare poi costi e benefici, l’impatto ambientale e i rischi come è stato scritto, io sono a richiedere cosa significa
1) INVASO DI DIMENSIONI MEDIO GRANDI PER USO PLURIMO
2) LA LAMINAZIONE PER LA PIENA DEVE ESSERE DI 30 MILIONI DI METRI CUBI E QUINDI SI DEVE AGGIUNGERE AI METRI CUBI PER GLI USI PLURIMI
3) QUALI USI PLURIMI SONO PREVISTI DAL BANDO (POTABILI – PRODUZIONE ELETTRICA – USO AGRICOLO PER IRRIGAZIONE – ED ALTRO)
4) VISTO IL TANTO SBANDIERATO CAMBIAMENTO CLIMATICO CHE AMBIENTALISTI E NON DICHIARANO A PIÈ SOSPINTO FRA 30 50 ANNI QUANTA ACQUA SERVIRÀ PER QUESTI USI ???
5) I COSTI DELLE DIVERSE SOLUZIONI QUANTO INCIDERANNO E QUANTO CONTERANNO
6) CREDO CHE SI DEVE GUARDARE AL FUTURO E LE SCELTE OLTRE CHE TECNICHE DEVONO ESSERE POLITICHE.
In merito al DOC.FAP sull’Enza, non condividiamo ma ci adeguiamo, a parte la possibilità di inoltrare un esposto alla Procura non abbiamo alternative, ma vogliamo far capire che un DOC.FAP relativo alla realizzazione di un invaso in Val d’Enza doveva partire dall’entità dell’invaso che si ipotizza di realizzare, almeno una capacità minima e massima; definita l’entità dell’invaso in base alle necessità, tutto risulta più semplice, escludendo, di fatto, le località in val d’Enza che già sappiamo, non consentono un invaso delle capacità richieste.
Per le necessità idriche in Val d’Enza, crediamo che nessuno meglio dei Consorzi di Bonifica Emilia Centrale e Parmense sappiano quanti milioni di metri cubi servono per gli usi irrigui a Parma e a Reggio Emilia, a cui andranno aggiunti i fabbisogni idropotabili e industriali, vari studi già li definiscono, ma a parte i fabbisogni di oggi e di domani, considerando la perdita di capacità idrica dovuta all’inertizzazione dell’invaso essendo a varie decine di Km dalla sorgente; va assolutamente considerato che uno dei principali scopi di questo invaso sull’Enza è la riduzione del pompaggio delle acque da Po e da falda, considerando che solo l’impianto di Boretto solleva ogni anno circa 200 milioni di metri cubi e che il Fiume Po non è più una garanzia, ne’ per la disponibilità di acqua ne’ per la qualità delle sue acque; altrettanto dicasi del prelievo da falda, la Comunità europea da anni ne impone la riduzione; questi aspetti, ci auguriamo, facciano parte del DOC.FAP dell’Enza.
In tempi non molto lontani, il Ministro dell’Ambiente scriveva che l’invaso di Vetto, calcolando i vari fabbisogni, doveva avere capacità idrica simile al progetto Marcello; ma erano i tempi in cui chi era al vertice traeva conclusioni logiche, ora, in tutta onestà, non ci sembra sia più così, anzi ci sembra che siamo agli antipodi.
Approfittiamo per dire che se le “ingerenze esterne”, denunciate da qualcuno per questo DOC.FAP, sono riferite alle considerazioni fatte dal Comitato per la Diga di Vetto e da altri sui tempi troppo stretti concessi alle Società che intendono partecipare al bando di gara, non le consideriamo “Ingerenze”, ma una presa d’atto, che la stessa Autorità di Bacino ha preso in considerazione, prolungando la scadenza gara al 31 gennaio 2024.
Ma la cosa che ci sorprendono sono le motivazioni poste a giustificazione per cui vengono concessi questi ulteriori 15 giorni alla scadenza della gara, non sono i tempi stretti del periodo delle festività di Natale e di Capodanno o la messa in visione della documentazione alle Ditte con giorni di ritardo, ma l’adeguamento di questa gara a quella emessa in Piemonte per un invaso in Val di Lanzo, che, salvo errori da parte nostra è stata emessa il 29 dicembre 2023 e non il 13 dicembre 2023 come quella per studi sull’Enza: cosa sarebbe successo se non ci fosse stata la gare in Val di Lanzo?, sarebbero stati concessi i 15 giorni?.