Frana di Ca’ Lita, un modello in 3D contro il rischio di ulteriori movimenti
Un modello geotecnico in 3D, utile a individuare gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico legato alla frana di Ca’ Lita, a Baiso, sull’Appennino reggiano.
Verrà realizzato grazie a una convenzione - che ha ottenuto il via libera dalla Giunta - tra l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
PRIOLO: “UN APPROCCIO INNOVATIVO”
“Una convenzione che va nella direzione di quell’approccio innovativo auspicato anche dalla Commissione tecnico scientifica incaricata di analizzare gli eventi eccezionali dello scorso maggio- commenta Irene Priolo, vicepresidente con delega alla Protezione civile-, perché a un evento così complesso si potrà rispondere solo con un cambio di paradigma rispetto all’approccio tradizionale, alla luce di statistiche completamente stravolte, e mettendo in campo il giusto mix di interventi strutturali e non strutturali”.
La frana di Ca’ Lita ha mostrato un’importante riattivazione del movimento dopo gli eccezionali eventi meteo del mese di maggio 2023: è stata stimata una mobilitazione di circa mezzo milione di metri cubi di materiale.
VALUTAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO
Il modello servirà a valutare gli scenari di rischio connessi alla frana, orientare e ottimizzare la progettazione di interventi per la sicurezza e acquisire elementi utili ai fini di protezione civile. La convenzione, della durata di un anno dalla sottoscrizione, in considerazione della rilevanza e della complessità del fenomeno, dà continuità alla collaborazione già collaudata con Ispra che, nell’ambito del supporto dato al Dipartimento di Protezione civile in occasione degli eventi meteo di maggio 2023, ha svolto numerose attività di sopralluogo e rilievo negli ambiti collinari in aree colpite da fenomeni franosi, anche in località Cà Lita.
Nell’ambito delle attività, i tecnici di Ispra svolgeranno sopralluoghi sull’area, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia e dell’Autorità di bacino del fiume Po per raccogliere i campioni geologici necessari a caratterizzare i materiali tramite prove di laboratorio, necessarie per l’elaborazione del modello geotecnico.
Le attività saranno svolte anche in stretta collaborazione col Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, che da numerosi anni collabora con l’Agenzia per attività scientifiche connesse alla prevenzione e gestione del rischio idrogeologico.