Riceviamo e pubblichiamo da Veronica Caselli.
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Piera Malaguzzi: una proto-femminista a Cervarezza.
Per una donna è molto difficile resistere all’oblio, ma forse essere obliata, essere invisibili, è ciò cui molte donne anelano. Le ragioni per le quali il cosiddetto sesso debole possa desiderare questo, vanno ricercate nella loro tacita operosità e amorevole dedizione verso valori che appartengono ad un altro mondo, non il successo e non la fama ma l’amore e la compassione. Paola Borboni disse alla trasmissione Match di Arbasino “Quando una donna lavora tutta una vita, è una femminista! […] La femminista autentica è degna di tutto il rispetto, è una donna che conosce i propri diritti, ma che sa anche quali sono i propri doveri”. Possiamo dire con l’attrice che di donne valorose in questo senso ce ne siano state tante, anche prima del movimento sessantottino. Le potremmo chiamare proto-femministe, cioè erano femministe senza sapere di esserlo.
Anche sull’Appennino reggiano ce ne sono state e una di queste si chiamava Piera Malaguzzi, detta Pierina.
Facilmente le donne erano chiamate con un diminutivo, per cui da Teresa si diventava Teresina, da Ester, Esterina. Ma, viene da chiedersi se non si diminuisca nei termini in ragione inversa rispetto a quanto accade nella realtà.
Questo potrebbe essere il caso di Piera Malaguzzi, nata a Guastalla nel 1897 e morta a Cervarezza nel 1969. Piera Malaguzzi (nel ritratto qui di seguito) era una contessa dai lineamenti fini e l’incarnito ceruleo, contornavano il suo viso capelli fulvi sottili e vaporosi. Così alti valori e nobili sentimenti pare emanassero dal suo sorriso appena accennato, premuroso e saggio. Così tante domande, osservando questo viso immortalato, potrebbero sorgere, che timbro aveva la sua voce? Quali passioni la infiammavano? Quali libri amava? E la sua risata, come era?
LA STORIA DI PIERA MALAGUZZI
La storia di Piera Malaguzzi è legata a quella del famoso educatore Loris Malaguzzi, colui al quale si è ispirato l’Approccio Reggio Children. L’aspetto rivoluzionario di Loris Malaguzzi è stato quello di volere portare la scuola ai giovani e non viceversa. Fu il primo a introdurre a Reggio Emilia l’esperimento della scuola di quartiere, che doveva servire ad aiutare le famiglie del proletariato, che non avevano tempo da dedicare ai figli, ad educarli e a crescerli in un panorama di vita più completo e sano.
Piera Malaguzzi era la zia di Loris Malaguzzi, in quanto il padre di Loris, Francesco, era suo fratello. Piera e Francesco erano figli di primo letto del conte Biagio Malaguzzi, sposato ad Albertina Fusari, figlia di una donna che di professione faceva la lavandaia, che per questo non era mai stata accettata e che morì giovanissima. Biagio era un ricco conte nato nel 1869 e morto nel 1910. Vivevano in un palazzo di proprietà a Guastalla e Piera Malaguzzi era stata mandata a studiare in collegio a Correggio, al Convitto nazionale Rinaldo Corso, per ottenere il diploma come insegnante. Ma perché, diremmo, Piera Malaguzzi avrebbe mai dovuto lavorare essendo la figlia del ricco conte Malaguzzi? Tutto il patrimonio era andato a catafascio perché il ricco conte per i suoi alti ideali socialisti avallava cambiali su cambiali a tutti coloro che gli chiedevano un prestito e un aiuto, e ad un certo punto, di quella che sarebbe dovuta essere una grande eredità, non rimasero che pochi spiccioli. Fu così che Piera Malaguzzi dovette intraprendere una carriera da insegante e andare lontano per guadagnarsi da vivere.
Partì da sola, da sola si sistemò e ogni giorno lavorò senza appoggi e senza alcun tipo di contatto nella sede di lavoro. Ricordiamoci che non c’erano i cellulari, c’erano poche vetture per spostarsi, era una minoranza a possederla a quei tempi, e quindi Piera dovette dedicarsi anima e corpo, possiamo ben dirlo, all’educazione di tutte le materie ai giovani di Ospitaletto prima e di Cervarezza poi. Piera Malaguzzi ottenne infatti la prima supplenza in montagna, a Ospitaletto. La scuola era costituita da un’unica stanza con qualche banco. Lì dormiva e insegnava, c’era una tenda che divideva quello che sarebbe stato per un po’ l’alloggio, dall’aula dove doveva insegnare. Per cui lavorava e dormiva nello stesso posto, potremmo dire che non lasciava mai il luogo di lavoro, insomma era una vera stacanovista. Stando a quanto abbiamo detto all’inizio, Piera Malaguzzi era una proto-femminista, lavorava senza mai lesinarsi.
Come dicevamo, dopo un po’ di tempo Piera Malaguzzi fu mandata a Cervarezza a insegnare. È stando a Cervarezza poi che ha conosciuto un giovane piacente di nome Albino Galassi, con il quale si sarebbe sposata dando luce a due figli, Maria e Alberto. Albino aveva una ditta di turaccioli con suo fratello Ettore. Qui Piera Malaguzzi ha insegnato a diverse generazioni dalla prima alla quinta elementare, e avrebbe insegnato anche a colui che sarebbe diventato il marito della nipote. Il racconto di uno dei suoi alunni riflette l’impegno e la dedizione di una donna che non faceva differenze, e che trattava tanto i suoi nipoti quanto i figli degli altri, allo stesso modo, facendo onore alla sua professione.
Possiamo dire che la presenza di Piera Malaguzzi abbia lasciato il segno in più di una persona e quindi possiamo a buon diritto dire che anche se diverse donne anelano all’oblio, non tutte vengono accontentate perché i meriti travalicano i tempi e l’oscurità. Questo è un caso in cui i diminutivi e le relazioni non devono essere più anteposti al nome vero, Piera era detta Pierina ed era la zia di Loris Malaguzzi ma prima di tutto è stata un esempio di donna lavoratrice e ispirata dai più alti ideali di impegno, rispetto e uguaglianza. Il suo impegno e la sua dedizione sono stati talmente lungimiranti che l’amministrazione comunale di Busana il 24 febbraio 1960 le ha riconosciuto un diploma di medaglia d’oro, che recita “In riconoscimento dei meriti educativi e dell’opera sapiente di tutta una vita consacrata all’educazione e all’elevazione di giovani a nome della popolazione riconoscente e memore”.
(Chiunque avesse fatti o aneddoti da raccontare su Piera Malaguzzi, o volesse avere chiarimenti sulla sua storia e per qualsiasi altra curiosità, si prega di contattare all’indirizzo di posta elettronica: [email protected])