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Reggio Emilia

Secchi e Zanelli, un unico istituto dal prossimo anno

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Nuovo polo scolastico, fonte Provincia di Reggio Emilia

Da settembre 2024, l'istruzione superiore a Reggio Emilia subirà un significativo cambiamento con l'accorpamento dell'Istituto Tecnico Secchi e dell'Istituto di Istruzione Superiore Zanelli. Questa fusione è il risultato di una serie di decisioni governative che mirano a ottimizzare le risorse e a razionalizzare il sistema educativo, secondo quanto stabilito dal Decreto Interministeriale 127/2023.

Il provvedimento, emanato dal Ministro dell'Istruzione e del Merito, in collaborazione con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, ha imposto un taglio al contingente organico di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi per gli anni scolastici 2024/2025, 2025/2026 e 2026/2027. Questa decisione ha portato a una significativa riduzione dei posti disponibili, con la Regione Emilia-Romagna che si è trovata ad affrontare il difficile compito di ridimensionare la rete scolastica.

Il Consiglio Provinciale, l'organo competente per le decisioni relative alle scuole superiori, ha deliberato l'accorpamento durante la sua ultima seduta. Questa fusione sarà effettiva a partire dal settembre 2024 e porterà alla creazione di un nuovo polo scolastico, ubicato nella nuova struttura in via Fratelli Rosselli.

Il cambio non influenzerà gli indirizzi di studio attuali, mantenendo la continuità delle offerte formative. Inoltre, l'unificazione mira a migliorare l'efficienza e l'efficacia nell'utilizzo delle risorse, facilitando contemporaneamente i ri-orientamenti e i passaggi interni all'interno della scuola.

Parallelamente, anche i Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (Cpia) subiranno un processo di unificazione, passando da due distinti (Reggio Nord e Reggio Sud) a un unico centro per provincia. Questo, secondo i criteri fondamentali per la programmazione della rete scolastica territoriale, mira a ottimizzare l'assetto organizzativo di tali centri.

Il diktat imposto dal Ministero è francamente ingeneroso nei confronti di una provincia e di una regione che si sono sempre comportate in maniera virtuosa e che da tempo hanno autonomamente avviato un serio ed efficace percorso di razionalizzazione degli indirizzi scolastici – dichiarano il presidente e la vicepresidente con delega all’Istruzione della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni ed Elena Carletti – Abbiamo tuttavia scelto di governare con senso di responsabilità e in stretta collaborazione con l’Ufficio scolastico territoriale questo dimensionamento della rete scolastica provinciale anche perché con i due istituti superiori reggiani, che per altro a breve condivideranno anche la stessa sede scolastica, avevamo già avviato un percorso per arrivare ad un accorpamento che salvaguardasse comunque le specificità, a partire dagli indirizzi, tanto del Secchi quanto dello Zanelli. Deve però essere chiara una cosa: gli ulteriori tagli ipotizzati dal decreto ministeriale per i due anni scolastici successivi al 2024-2025 sono per la Provincia assolutamente irricevibili in quanto non porterebbero ad alcuna positiva razionalizzazione e rischierebbero solo di penalizzare i territori più fragili, a  partire da  quelli montani. Non saremo pertanto disponibili ad accompagnare in alcun modo scelte calate dall’alto prive di un criterio logico e  non rispettose della nostra identità territoriale”.

L’Ufficio scolastico: nessuna conseguenza per utenza e docenti

“Sappiamo bene che per le scuole ed i Cpia interessati dal nuovo dimensionamento si tratta di un passaggio difficile, ma abbiamo dato il nostro sostegno tecnico alla decisione della Provincia trattandosi di operazioni ipotizzate già da tempo e che vanno nella direzione di razionalizzare l’offerta didattica – dichiara Paolo Bernardi, dirigente dell’Ufficio Scolastico di ambito territoriale – Da una parte si crea il “polo della terra”, con Agrario e Cat (Costruzioni, ambiente e territorio), dall’altra viene uniformata l’offerta per gli adulti su tutto il territorio reggiano, come del resto avviene già in quasi tutte le altre province. Sappiamo anche che non ci saranno conseguenze per l’utenza, per cui i ragazzi potranno iscriversi nei medesimi plessi tradizionalmente presenti, né si prevedono ripercussioni negative sugli organici dei docenti, che rimarranno distinti tra i diversi indirizzi, e dei non docenti.”