Giovani a Casina: l’esperienza del tavolo di comunità.
Il vice sindaco Ilaria Cilloni fa un primo bilancio sul Patto educativo di Comunità, stipulato nel 2023.
Solitamente si pensa al mondo giovanile focalizzandosi sui problemi e sulle preoccupazioni degli adulti. Si tende anche a delegare ai servizi sociali, sanitari e educativi la soluzione di questi problemi dimenticandosi che lo star bene dei giovani è una questione che riguarda tutti, è come si dice una questione di comunità.
E’ anche da queste riflessioni che nel Comune di Casina nasce, con l’attuale amministrazione, l’assessorato alle politiche giovanili.
“La proposta di lavoro – spiega il vicesindaco Ilaria Cilloni - parte dalla nostra volontà di agire da subito, trovando l’adesione ed il consenso di attori rappresentativi della comunità che, a vario titolo, coinvolgono i giovani e che con buone intenzioni e tanta volontà hanno deciso di scommettere su questa partita”.
E aggiunge: “Per realizzare questa visione sul territorio del nostro Comune, da circa un anno, è partita così una sperimentazione che vede impegnati il Comune con la collaborazione dell’Azienda Speciale Consortile Teatro Appennino, i servizi sociali e scolastici dell’Unione Montana, le associazioni Effetto Notte, Croce Rossa Italiana, Sport Club, Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo di Casina, Centro di Ascolto Caritas Casina, Real Casina 04, Organizzazione di Volontariato Lupi dell’Appennino Reggiano, Associazione Nazionale Alpini, Casa Cantoniera, l’Istituto Comprensivo, i cittadini e i giovani per progettare e realizzare insieme iniziative e azioni rivolte alla fascia 11-20 e 20-34 anni”.
“A marzo 2023 si è concretizzata l’approvazione formale del Patto educativo di Comunità per il territorio del comune di Casina. Crediamo molto nel lavoro svolto – sostiene - un patto è anche espressione di un principio solidaristico e il nostro è scaturito insieme a quello della comunità di Casina, che, attraverso un approccio partecipativo, cooperativo e solidale dei firmatari, intende attivare progetti rivolti ai giovani. Rappresenta uno strumento per costruire insieme intese, mezzi, modalità e azioni che possano efficacemente rispondere ad alcuni bisogni dei giovani, ad esempio quello di essere accompagnati a sperimentare attività positive, utili alla loro personale crescita”.
Con il patto, nasce anche il Tavolo di Comunità, quale spazio di confronto e ideazione congiunti di come rendere Casina un luogo più a misura delle nuove generazioni. Il Tavolo ha dato vita, tra aprile e maggio 2023, ad una prima fase di progettazione di attività che si sono realizzate durante l’estate.
Questo percorso si è da subito innestato con il Progetto Montagna Giovani, finanziato dalla Regione-Emilia Romagna e dall'Unione montana dei Comuni dell'Appennino Reggiano, in capo ad ASC Appennino Reggiano, con l’obiettivo di estendere questa modalità di lavoro anche ad altri comuni come buona prassi di progettazione delle politiche giovanili di comunità.
Tra giugno e settembre sono stati coinvolti oltre 200 ragazzi e ragazze tra gli 11 e 20 anni in attività diverse: l’aiuto nei campi estivi, l’accompagnamento ai giovani volontari della parrocchia per gestire le attività con i bambini, l’animazione della zona Pineta, l’organizzazione di una due giorni sportiva al Play Village.
Il Tavolo, dopo la valutazione positiva di quanto realizzato in estate, è già al lavoro per rilanciare una proposta invernale ancora più strutturata e partecipata, tra cui un’idea emersa da parte dei giovani stessi per ampliare l’attività del laboratorio dei giochi di ruolo già in corso da tempo presso la biblioteca comunale.
“Le associazioni ad oggi coinvolte – conclude il vicesindaco - sono molte e presenti da tempo sul nostro territorio, ma siamo disposti ad accogliere richieste anche di altre realtà, pronte ad impegnarsi attivamente sul fronte giovani”.
Oggi ci poniamo tante e legittime domande sul “mondo giovanile”, e casomai ci dividiamo sui soggetti cui delegare la soluzione dei relativi problemi, chiedendoci anche se gli adulti vogliono per caso modellare quel mondo secondo i propri schemi, mentre un tempo, che io ricordi, c’erano luoghi, vedi fra questi il bar, dove si incontravano spontaneamente le diverse generazioni e, nel normale discorrere, l’una trasmetteva all’altra il rispettivo “sentire”, o lo lasciava quantomeno intuire, e si realizzava così una reciproca ed utile conoscenza, e per i più giovani tale confronto e “baratto” poteva eventualmente diventare un’importante e naturale fonte di esperienze e “lezioni”, apprese dai più anziani in età e che potevano rivelarsi abbastanza formative, quanto a comportamenti e modi di pensare.
P.B. 20.12.2023
Mi sembra un’ottima idea: cessiamo tutte le iniziative di educazione e di aggregazione sul territorio, e cerchiamo di far passare più tempo nei bar ai nostri giovani! Al massimo, ci sarà qualche alcolizzato in più, ma si risparmiano soldi pubblici e si rilancia l’economia!
L’associare, o quasi, la frequentazione del bar all’alcolismo mi sembra un automatismo sbagliato, o quantomeno azzardato, e anche piuttosto ingeneroso, trattandosi di luogo dove a qualcuno capita semmai di “alzare un po’ il gomito” ma dove è nel contempo possibile socializzare – aspetto non irrilevante per quanti cercano di sfuggire a isolamento e solitudine – e dove potersi scambiare i rispettivi punti di vista, non di rado tra loro abbastanza differenziati, tanto da abituarci così al confronto e alla convivenza con le altrui idee, e dando modo ai più giovani di ascoltare voci e “campane” diverse sull’uno o altro argomento (aspetto pure questo affatto secondario, io credo, per il progressivo formarsi delle proprie opinioni, nonché della propria personalità).
P.B. 21.12.2023