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I sindaci dell’Appennino firmano il ‘patto straordinario per la legalità’

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I sindaci dell’Appennino firmano il 'patto straordinario per la legalità'.

Un “Patto straordinario per la legalità”, strumento che oltre ad alcuni impegni morali, dà anche importanti indicazioni concrete e la nuova Carta di Avviso pubblico, forse il più avanzato strumento volontario di autodisciplina sui temi della lotta per la legalità, contro le mafie e la corruzione che è stato di recente aggiornato in una nuova e convincente forma.

Trentadue i sindaci presenti all’Assemblea che hanno già sottoscritto il Patto, altri hanno già fatto pervenire la propria adesione da remoto.

LE REAZIONI DEI SINDACI DELLA MONTAGNA

Presenti alla firma, ovviamente, anche i sindaci dell’Appennino reggiano che hanno, una volta di più, ribadito il loro impegno per la legalità.

Elio Ivo Sassi, sindaco di Villa Minozzo e presidente dell'Unione montana: "E’ un principio di vita democratica portare la legalità nel territorio. Il rispetto delle leggi e dei diritti, sia da parte delle Istituzioni che da parte dei cittadini, credo che sia un buon esempio per la democrazia. Questo ‘patto’ che viene sottoscritto ribadisce, al di là dei ruoli, la presenza e il nostro impegno per la legalità".

Vincenzo Volpi, sindaco di Toano: “La legalità è dalla parte di chi vuol fare le cose fatte bene, è un prerequisito indispensabile per le pubbliche amministrazioni, senza rispetto della legalità non si fa nulla”.

Fabrizio Corti, sindaco di Baiso :“Noi siamo contenti di questo importante passo avanti. Continuiamo a rinsaldare la nostra idea di rispetto di determinate norme".

Tiziano Borghi, sindaco di Carpineti: “La nostra amministrazione è sempre stata attenta ai segnali di infiltrazione malavitosa sul territorio. Per questo già dal 2017 ha aderito al circuito di mafia free dove i comuni iscritti adottavano maggiore attenzione al pericolo di entrare in contatto con imprese malavitose".

IL PATTO

Con l’adesione al Patto, i sindaci si impegnano personalmente “ad applicare, difendere ed innovare costantemente il sistema dei protocolli di legalità sviluppato di concerto con la Prefettura per prevenire e combattere l’infiltrazione mafiosa sul territorio” nonché “straordinarie cautele per la tutela dell’integrità delle amministrazioni comunali, esigendo le dimissioni o l’astensione dai procedimenti decisionali da parte di amministratori o funzionari che siano interessati da interdittive o da esclusione dalle white list, nonché da quanti siano colpiti da provvedimenti per reati connessi alla criminalità organizzata, applicando un “principio di precauzione”, nel rispetto delle norme vigenti”.

Il Patto prevede inoltre che i sindaci individuino “le migliori procedure per raccogliere e far pervenire segnalazioni dal territorio e dai sindaci su situazioni meritevoli di approfondimento”, offrano “la più ampia e franca collaborazione alle forze dell’ordine, alla Procura della Repubblica e alla Prefettura per le rispettive azioni di indagine, repressione e prevenzione del fenomeno mafioso sul nostro territorio” e si attivino “sempre ed in ogni caso, anche tramite l’ufficio legale convenzionato della Provincia, per valutare la proposta di cost istruzione di parte civile dei Comuni in caso di processi relativi a reati di mafia che riguardino il proprio territorio”.

Si tratta di un atto volontario, che i sindaci sono stati chiamati a sottoscrivere a titolo personale. Non si tratta di un protocollo di legalità, che ha effetti amministrativi, ma di un accordo di principio generale, in cui si stabilisce una linea politica  al di là delle appartenenze partiti che, con reggiana originalità - spiega il coordinatore provinciale Anci e delegato regionale per la legalità, Emanuele Cavallaro, sindaco di Rubiera - Lo abbiamo scritto alla luce delle esperienze che abbiamo attraversato in questi  anni mettendo nero su bianco impegni che vanno al di là delle norme e che dunque potevano essere assunti solo in questo modo”.

L’adesione ci impegna a promuovere i valori del Patto e della Carta all’interno delle nostre amministrazioni come codici di comportamento ai quali ispiriamo la nostra azione”, sottolinea il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni.