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Al Santa Maria Nuova

La Medicina d’Urgenza compie 30 anni, con un grande restyling

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La Medicina D’urgenza dell’Ospedale Santa Maria Nuova nasceva il 4 novembre del 1993. Nei giorni scorsi, la struttura, di cui è responsabile il dottor Luca Boracchia, ha festeggiato i suoi primi 30 anni inaugurando i nuovi spazi dedicati. Il reparto è stato ristrutturato grazie ai fondi approvati per il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza Covid 19.

Il taglio del nastro del rinnovato reparto di Medicina d'Urgenza del Santa Maria Nuova

Il progetto di ristrutturazione è stato portato a termine sotto l’attuale direzione del Dipartimento Emergenza Urgenza da parte della dottoressa Ivana Maria Lattuada a completamento del percorso iniziato dalla precedente direttrice Anna Maria Ferrari,attualmente in pensione.

Con la nuova sistemazione sono state potenziate le capacità logistiche della struttura al fine di offrire cure sub-intensive a un maggior numero di pazienti. I nuovi locali dispongono di 14 posti letto: 4 letti di degenza ordinaria provvisti di telemetria e 10 postazioni sub intensive, dotate di monitoraggio multi-parametrico, suddivise in una stanza da 2 posti e due spazi open space da 4 posti ciascuno, uno dei quali convertibile a terapia intensiva in caso di necessità. Lo sviluppo di questo progetto ha permesso di garantire il distanziamento fisico tra i degenti richiesto dalla normativa.

La Medicina d'Urgenza accoglie da sempre una grande varietà di casistiche e nel corso degli anni ha dimostrato di essere un importante snodo di cura per l’inquadramento e la stabilizzazione di pazienti acuti con elevato carico assistenziale. Nel tempo è cresciuta la capacità del reparto di gestire patologie sempre più complesse.

Questo è stato possibile in virtù del potenziamento delle competenze del personale medico-infermieristico, della formazione continua, della disponibilità crescente di nuove strumentazioni, della nascita di una Scuola di Specializzazione in Medicina d'Emergenza Urgenza, istituita in Italia per la prima volta nel 2009, che ha formato specialisti nel settore delle emergenze urgenze con competenze dedicate.

“Lo scorso anno – spiega il responsabile medico Boracchia - il reparto ha accolto circa 700 pazienti e per il 2023 i dati evidenziano prospetticamente un incremento del numero totale dei ricoveri. I ricoveri nell’Unità operativa avvengono prevalentemente da Pronto Soccorso e in minor misura da altri reparti, in particolare dalla Rianimazione e dalla Terapia Intensiva”. Sono in dotazione 7 ventilatori e 7 dispositivi per l'erogazione di ossigeno ad alti flussi, il che permette di gestire nelle fasi inziali patologie respiratorie e cardio-respiratorie acute e complesse. Una gran parte della casistica riguarda la traumatologia come il trauma grave/politrauma non rianimatorio: in particolare traumi complessi del distretto toracico con eventuale necessità di ventilazione non invasiva e il trauma cranico con emorragia cerebrale. Altra area di interesse è la gestione del paziente con quadri di intossicazione acuta moderato-severa di vario genere. La restante parte di casistica che afferisce alla struttura concerne pazienti con emorragie attive (per esempio emorragie digestive), pazienti con infezioni gravi/shock settico e pazienti con quadri clinici di acuzie, che in senso lato necessitino di un monitoraggio multi-parametrico.

La Medicina D'urgenza ha avuto un ruolo importante durante l'emergenza Covid 19 accogliendo nelle varie fasi della pandemia pazienti affetti da SARS CoV2 con quadri di insufficienza respiratoria severa necessitanti di ventilazione meccanica non invasiva o malati positivi al Covid 19 affetti da patologie tempo dipendenti (infarto acuto del miocardio, trauma, ictus), mostrando grande flessibilità, secondo le necessità epidemiologiche, nel convertire parti del Reparto ad aree dedicate per degenti covid positivi.