Home Cronaca “Castelnovo nè Monti ‘sede disagiata’, tempi stretti per la proroga”
Parla Stefano Ambrosecchia (Conapo)

“Castelnovo nè Monti ‘sede disagiata’, tempi stretti per la proroga”

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“Il rischio del venir meno del criterio di sede disagiata? Al di là delle ripercussioni su di noi che operiamo sul territorio, è che anche in questo ambito, possa diminuire la qualità e la capillarità di un servizio che per l’Appennino è molto importante”.

Stefano Ambrosecchia è il segretario provinciale del Conapo, il sindacato dei vigili del fuoco che la scorsa settimana ha nuovamente sollevato il tema del venir meno, dal 1 gennaio 2024, della qualifica di ‘sede disagiata’, appunto, per la stazione di Castelnovo Monti (assieme ad altre presenti in Emilia Romagna: Bobbio (Pc) e Vergato (Bo)).

“Diciamo che il concetto di ‘sede disagiata’ è legata ad alcuni criteri. Una distanza dal Comando centrale importante, quindi un tempo di percorrenza per raggiungere quel luogo più ampia. Il fatto di trovarsi in zone particolarmente complicate anche dal punto di vista della ‘copertura’, così, come, per esempio, il fatto di non essere raggiungibili con vie alternative al trasporto su terra (mancanza di una stazione ferroviaria per esempio, ndr). Insomma, tutti parametri geografici e zonali che influiscono sul servizio offerto”.

La sede dei vigili del fuoco di Castelnovo ne' Monti

Che cosa implica da questo punto di vista?

“Che per esempio, di fronte ad un turno di lavoro di 24 ore ve ne sono 72 di stacco. A differenza delle altre sedi dove il rapporto è circa 12 ore lavorate, 24 di stacco”.

E Castelnovo Monti in questo contesto come si inserisce?

“E’ ‘fuori’ per 5 chilometri. E’ l’unico parametro che non rientra fra quelli previsti per la definizione di ‘sede disagiata’. Però il senso di questa attività sindacale che portiamo avanti è che qui c’è un impatto sul territorio e sul lavoro che deve essere tenuto in considerazione”

Un cambiamento dello ‘status’ che cosa comporterebbe?

“Innanzitutto il fatto è che ci troviamo di fronte ad un decreto presidenziale, quindi da un punto di vista, per lo meno formale, il ‘dado è tratto’. Sul piano logistico l’impatto più grande potrebbe essere per molti dei 32 colleghi che formano il personale che occupa la stazione di Castelnovo”.

In che senso?

“Il 47% dei colleghi proviene da fuori regione, dalla Toscana in particolare. La dislocazione dei turni, com’è adesso grazie allo status di ‘sede disagiata’, consente loro di poterli affrontare senza dover sostenere costi personali ulteriori come può essere, per esempio, un’abitazione in affitto. Il cambiamento metterebbe a rischio questa sorta di continuità lavorativa, creando problematiche importanti”.

Di che tipo?

“Diciamo che il rischio vero è quello che, con il cambiamento dei turni, vi possano essere molte defezioni obbligando il Comando centrale a dover inviare da Reggio le sostituzioni. Col rischio che anche questo non sia possibile, perché già quest’ultimo è sotto organico, quindi…”.

Quindi, diciamo noi, vi potrebbe essere il rischio di un ‘abbassamento’ del livello delle prestazioni anche come interventi sul territorio? Tenendo conto dell’importanza e del contributo che i vigili forniscono su tutto il territorio Appenninico…

“Questo non mi permetto assolutamente di dirlo. Quello che si può paventare è il rischio che turni da 5 possano, in futuro, diventare turni da 3, con tutto quello che comporta, ed è ciò che stiamo cercando in tutti i modi di evitare. In Appennino gli interventi in un anno sono circa 450. Non tantissimi in termini assoluti, ma per impatto sulla popolazione, tipologia, e ”.

Stefano Ambrosecchia (Conapo)

Anche perché i tempi sono stretti…

“Lo confermo. Come sindacato abbiamo già chiesto al Comando di poter prorogare la situazione per 4 mesi (il massimo possibile nella facoltà dello stesso, ndr). Però…”

Però, appare evidente che sarebbe come calciare il barattolo un po’ più in là…

“E infatti ci siamo anche rivolti alla politica, perché possa intercedere nei confronti del Governo centrale per poter cercare di risolvere in modo positivo e duraturo la questione. Devo dire che i senatori Barcaiuolo e Tubetti si sono fatti carico della questione e se ne stanno interessando. Credo che una soluzione alla tematica possa arrivare in tempi piuttosto brevi. Nella speranza che il servizio per i territori montani possa essere mantenuto intatto”.