Edilizia sociale a borgo Mazi, con un edificio che verrà interamente ristrutturato affinché vi possano andare a vivere 8 disabili.
Lo ha annunciato l’Unione Tresinaro Secchia. Un progetto fortemente voluto dai sindaci e dal Servizio sociale unificato assieme allo Stradello.
Lo faranno nei due appartamenti che la stessa cooperativa sociale di Scandiano realizzerà ristrutturando un edificio a borgo Marzi, nei pressi della ferrovia, dove – affiancati in alcuni (ma non tutti) momenti della giornata da un educatore – impareranno a fare la spesa, preparare i pasti, rapportarsi con altre persone per raggiungere nel tempo un sufficiente livello di autonomia.
Il progetto – iniziato la scorsa primavera con un bando emesso dall’Unione Tresinaro Secchia – è in parte finanziato con 475.580 euro di fondi della Missione 5 Componente 2 del Pnrr (“Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”). Altri 221.000 euro saranno messi dallo stesso Stradello, che si era aggiudicato il bando e che nei giorni scorsi, con il vicepresidente Massimo Rossi, ha firmato, insieme al dirigente del Servizio sociale unificato Luca Benecchi, la convenzione con l’Unione raggiunta dopo un percorso di coprogettazione secondo il Codice del terzo settore.
“Saranno 2 gli appartamenti che verranno ristrutturati per essere destinati ad ospitare 8 disabili nella struttura che Lo Stradello gestirà fino a metà 2026 e che dovrebbe essere disponibile dalla fine del prossimo anno – spiega il dirigente del Servizio sociale unificato dell’Unione Tresinaro Secchia, Luca Benecchi – Nei prossimi mesi un’unità di valutazione composta da operatori pubblici del nostro servizio e dello Stradello individuerà, tra i circa 300 disabili che seguiamo, quelli che meglio potrebbero beneficiare di questo servizio”.
Tra i 18 e i 40 anni la fascia d’età a cui ci si rivolgerà principalmente, ovviamente tra i residenti nei sei comuni dell’Unione: Baiso, Casalgrande, Castellarano, Rubiera, Scandiano e Viano.
Il progetto è rivolto a disabili sia fisici sia mentali, a cui verrà proposta l’adesione e che – attraverso lavoro o tirocini – dovranno contribuire in parte ai costi. “Si tratta di una sorta di ‘palestra di automomia’ che, nel tempo, dovrà mettere in grado queste persone di trovarsi una sistemazione completamente indipendente – conclude Benecchi – E’ una metodologia, per altro, che come Unione stiamo sperimentando con successo da almeno vent’anni con altre tre strutture analoghe sempre a Scandiano, una di proprietà del Comune, le altre in affitto da privati, gestite in questi casi dal Consorzio Oscar Romero”.