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LA LETTERA

Gli anziani: un peso?

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Riceviamo e pubblichiamo

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Non vorrei  essere facilmente etichettato come retrogrado, ma viviamo tempi nei quali le problematiche che in gran parte sperimentano le persone anziane, sono quelle di sentirsi, a volte, un po’ “sopportati”, da una società nella quale tutto cambia e in tempi rapidissimi, non c’è tempo di assimilare  le novità e quel che forse è più grave, fa sentire chi non ha sufficienti capacità di “correre”, come “fuori” dalla convivenza, sostanzialmente un “peso”.

Non sto facendo filosofia a buon mercato. Mi riferisco a situazioni molto concrete, molto diffuse, specialmente in un territorio come il nostro  dove l’indice di vecchiaia della popolazione raggiunge circa un terzo e che nel crinale arriva al 37%.

Va infatti diffondendosi sempre più la via “telematica” per interfacciarsi, in particolare, con  gli Enti erogatori di servizi pubblici. Sempre di più  è richiesta una interlocuzione per via mail ,sempre più frequentemente  calano le possibilità di accesso diretto ai servizi. Enti come l’Asl, l’Inps, Agenzia delle entrate, Comuni, ecc., vanno  estendendo queste modalità.

Qui non sono sotto accusa queste modalità poiché si comprende bene che sono decisioni operative a favore dell’utenza in  generale e per snellire procedure.

Ma gli anziani? Chi non ha adeguata strumentazione tecnologica? Coloro ricompresi tra i cosiddetti fragili?

Come  responsabile di una di queste categorie, i pensionati CISL, ritengo che all’interno di una organizzazione del lavoro nei servizi pubblici con strumenti  moderni, prevedere forme di accesso ai servizi stessi con orari o giornate dedicate per coloro che sono praticamente nell’impossibilità di usarli, sarebbe utile e credo doveroso.

Le fasi transitorie, come quella in cui siamo immersi, ritengo debbano tener conto delle diversità, dei diversi gradi di preparazione nel corpo sociale, e non lasciare nessuno indietro.

Bucci Claudio

4 COMMENTS

  1. Trovo giusto e ragionevole l’aver posto il problema, già in atto e che casomai potrebbe via via aumentare stante l’indice di invecchiamento della nostra montagna, indice che sino ad ora sembra non lasciar intravedere quella controtendenza auspicata da tanti.

    Se dovessi rispondere alla domanda contenuta nel titolo di queste righe, mi verrebbe purtroppo di esprimermi in maniera affermativa, perché in “una società nella quale tutto cambia e in tempi rapidissimi”, l’esperienza offerta dagli anziani trova poco spazio.

    Nel passato, quando i cambiamenti avvenivano con gradualità e con ritmi molto più lenti, la loro esperienza, e saggezza, poteva invece tornare utile, se non preziosa, così come poteva esserlo, in diverse attività del tempo, il loro lavoro integrativo e “complementare”.

    Qui ci si riferisce verosimilmente ad anziani in grado di autogestirsi, salvo la “insufficienza telematica”, e si vuole giustamente aiutare la loro autonomia, e per me andrebbero impiegati anche ulteriori strumenti per favorire e supportare questa loro “indipendenza”.

    Posso sbagliarmi, ma a me sembra che siano più d’uno i casi di persone non più giovani che potrebbero continuare a vivere a casa loro se potessero usufruire di collaborazioni “domestiche” occasionali, accollandosi i costi (un tempo c’erano i voucher poi abrogati).

    P.B. 06.11.2023

    • Firma - P.B.
  2. … “ in una società nella quale tutto cambia e in tempi rapidissimi, l’esperienza offerta dagli anziani trova poco spazio.” Verissimo!

    Non si capisce allora il perché ci sia, da parte di gente anziana, una presenza quotidiana che pretende uno spazio che, – nel quotidiano -, non esiste più.

    • Firma - Giovanni Annigoni
  3. Io non so se la pungente annotazione del terzo commento si riferisca pure al mio scrivere su Redacon, ma qualora così dovesse semmai essere, risponderei con un duplice ordine di considerazioni, il primo dei quali si sostanzia nel fatto che la Redazione ha finora ritenuto di pubblicare quanto riceve da parte mia, e per il futuro si vedrà (posto che non manca chi ne è infastidito al punto da non leggere più Redacon, stando almeno ad un commento di non molto tempo fa su queste pagine).

    Dopo di che, confermo che l’esperienza degli anziani trova oggigiorno poco spazio causa il venir superata e “marginalizzata” in continuazione da un sistema che, a differenza del passato, si è dato, con un ritmo incalzante ed incessante, nuovi strumenti e metodi di lavoro, dei quali non è conseguentemente pratico chi non li ha mai impiegati, e così si spezza giocoforza la continuità generazionale che vigeva nel precedente modello sociale e produttivo, il quale evolveva invece in maniera graduale.

    Tutto ciò non vieta comunque che i meno giovani esprimano le proprie opinioni, per quanto inascoltate ed ignorate rimangano in ragione della loro supposta “arretratezza”, ma potrebbe anche succedere che qualcuno se ne accorga tra chi sta riflettendo sulle accelerazioni del “modernismo”, e il futuro potrebbe pure riservarci una qualche piccola “retromarcia”, vedi gli accenni intravedibili nel ritorno a riparare e riutilizzare l’usato di casa, rispetto a quando si preferiva sostituirlo sempre col nuovo.

    P.B. 08.11.2023

    • Firma - P.B.