Ideo Fantini, classe 1949, il 5 settembre ha iniziato il Cammino di Santiago de Compostela per concluderlo dopo 39 giorni e 1050 km. Nei suoi occhi si scorge l’orgoglio per aver portato a termine il compito che si era prefisso e anche, forse, un po’ di nostalgia per quelle strade che gli hanno permesso di conoscere un pezzo di umanità straordinaria.
Come è nato il desiderio di intraprendere questo cammino?
Il desiderio di fare il Cammino di Santiago è nato come una sorta di rivalsa. Sono sempre stato uno sportivo e ho partecipato a diverse gare e maratone nel corso degli anni. Nel 2018 ho vissuto una delusione quando ho partecipato a una gara di 500 chilometri che è stata sospesa a causa di problemi di organizzazione. Avevo da tempo pensato di fare il Cammino di Santiago, che parte da Saint Jean Pied de Port e arriva a Santiago de Compostela ma poi ho deciso di andare oltre e andare da Lourdes a Finisterre. Inizialmente avevo pianificato di affrontare questa avventura da solo, ma poi un'amica ha espresso il desiderio di unirsi a me per una parte del percorso. L'anno precedente, aveva già percorso 200 km in bicicletta e altri 200 a
piedi con il suo fidanzato. Così, ha deciso di accompagnarci per la prima parte del cammino, con Pamplona come meta finale. La sua compagnia e le indicazioni che mi ha dato sono state estremamente utili. Successivamente, ho continuato da solo, anche se non mi sono mai sentito davvero solo lungo il percorso. Ho fatto molte nuove amicizie e ho avuto l'opportunità di incontrare persone straordinarie. Questa esperienza è stata incredibile, non solo per i luoghi visitati, ma anche per le relazioni umane che ho sviluppato. Naturalmente, ci sono stati momenti di sofferenza, specialmente a causa dei problemi ai piedi che ho avuto. Ho dovuto cercare assistenza medica due volte per risolvere questi problemi, ma fortunatamente non erano gravi.
Come si affronta un cammino così impegnativo?
Affrontare il Cammino di Santiago può avvenire in vari modi, a seconda delle preferenze e delle condizioni fisiche del pellegrino. Alcuni lo percorrono in 3-4 anni, affrontando una settimana alla volta e proseguendo l'anno successivo. Altri lo percorrono solo per gli ultimi 120 km al fine di ottenere il riconoscimento ufficiale. Questi pellegrini sono riconoscibili per il fatto che viaggiano con uno zaino più leggero. Personalmente, ho portato uno zaino che pesava circa 8-9 kg, incluso l'acqua.
All'inizio, potrebbe causare qualche disagio alla schiena e alle spalle, ma ci si abitua col tempo. Lungo il percorso, ci sono varie strutture per l'alloggio, alcune comunali e senza necessità di prenotazione, altre che consentono di prenotare in anticipo. È importante notare che molti luoghi chiudono tra fine ottobre e febbraio, quindi è opportuno fare attenzione a camminare in quel periodo. I costi per il pernottamento variano, ma di solito si aggirano tra i 10 e i 14 euro, con alcune strutture più esclusive che possono arrivare a 16 euro. In ogni caso, ci sono opzioni valide per chi percorre il cammino.
Come si svolge una giornata tipica di un pellegrino?
Ogni pellegrino affronta il cammino a modo suo. Non ci sono regole fisse su quando iniziare la giornata o quanti chilometri percorrere. La mia giornata tipo iniziava presto: alle sei del mattino facevo le mie attività quotidiane e mi occupavo della cura dei piedi, un rituale importante. Verso le 6:50 o le 7:00, iniziavo a camminare, spesso con la luce dell'alba alle spalle. Mentre avanzavo, la pila elettrica diventava meno necessaria con l'arrivo del giorno. In ogni caso, c'era sempre un altro pellegrino o una pellegrina a portata di vista, dato che il Cammino di Santiago è ben segnalato con frecce gialle e conchiglie a indicare il percorso. Inoltre, ci sono cartelli che indicano la direzione nei paesi attraversati. Uno degli aspetti più belli del cammino è stato l'incontro con persone provenienti da tutto il mondo. Spesso, una breve conversazione o un semplice saluto sulla strada erano sufficienti per fare nuove amicizie. Anche se non parlavo inglese, ho scoperto che molte persone sapevano un po' di spagnolo o italiano, quindi riuscivamo a comunicare
grazie a traduttori o semplici gesti. Ho sviluppato relazioni brevi ma significative con molti pellegrini, trascorrendo alcuni giorni insieme prima di separarci e poi ritrovarci più avanti. Ad esempio, dopo 18 giorni, ho rincontrato alcune persone che avevo conosciuto all'inizio del cammino. Le persone che ho incontrato erano sempre gentili e premurose, interessate al mio benessere e all'andamento del mio viaggio. In una serata, ho condiviso una cena con una giovane ragazza australiana, una signora danese di mezza età e un signore inglese della mia età. Nonostante le differenze culturali, siamo riusciti a ridere, scherzare e condividere storie personali. Queste esperienze mi hanno fatto sentire come se conoscessi queste persone da una vita. Gli incontri brevi e casuali lungo il cammino mi hanno lasciato un'impressione duratura. Il Cammino di Santiago è davvero un'esperienza di vita unica.
Rifarebbe l'esperienza?
Ho corso la maratona a Reggio 13 volte e l'eco maratona del Ventasso altre 13 volte. Farei di nuovo il Cammino di Santiago magari senza la Francia, provando un altro cammino, visto che ce ne sono tantissimi da scoprire. C'è il Cammino Portoghese che parte da Lisbona e arriva a Santiago, o il Cammino del Nord che inizia ancora più a nord e costeggia l'Atlantico prima di raggiungere Santiago. C'è anche il Cammino Inglese, che dura solo una settimana. Insomma, ce n'è davvero un'infinità da esplorare ma ora non voglio pensare a niente. Non voglio mettere in difficoltà la mia famiglia o creare ulteriori impegni. Ma se mai dovesse venirmi voglia di intraprendere un nuovo cammino, potrei anche considerare percorsi in Italia. Il problema è che spesso sono poco organizzati e richiedono un budget elevato.