Un evento per festeggiare l’inserimento delle Fonti di Poiano e i Gessi Triassici della valle del Secchia nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità Unesco. L’appuntamento, organizzato dall’Unione montana dell’Appennino in collaborazione con il Parco nazionale e la Regione Emilia-Romagna, è per sabato, 28 ottobre, alle ore 10 alle Fonti di Poiano, al Bar Ristori.
Ci sarà l’intrattenimento musicale a cura del violinista Ezio Bonicelli, poi a seguire l’intervento del Presidente dell’Unione Appennino, sindaco di Villa Minozzo e delegato della Provincia per la montagna Elio Ivo Sassi, del docente di geologia all’Università di Modena e Reggio Emilia Stefano Lugli, che ha collaborato in modo determinante alla candidatura dei siti appenninici all’Unesco, del Presidente del Parco nazionale Fausto Giovanelli e dell’Assessore regionale a parchi e forestazione Barbara Lori. Si svolgerà anche una breve passeggiata alla scoperta delle fonti e del Gessi triassici a cura di Alessandra Curotti, geologa e guida ufficiale del Parco nazionale.
“Riteniamo molto importante organizzare momenti sul territorio – spiega Elio Ivo Sassi - che coinvolgano la comunità appenninica per far comprendere pienamente l’importanza di questo riconoscimento, che ha delle potenzialità enormi per la promozione e lo sviluppo del nostro territorio. Non è soltanto un 'titolo' di cui possiamo fregiarci, è uno strumento straordinario che dobbiamo essere capaci di utilizzare, noi amministratori ma anche le imprese, le associazioni, tutti i soggetti portatori di interesse in questo territorio appenninico che oggi trova una dimensione internazionale di alto spessore, alla quale dobbiamo essere preparati”.
Lo scorso 19 settembre il Comitato internazionale dell'Unesco, riunito a Riyad (Arabia Saudita) ha riconosciuto i Gessi e le Grotte dell’Appennino settentrionale Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Ne fanno parte 7 siti, di cui appunto i Gessi Triassici dell’Alta Val Secchia, che si trovano nei Comuni di Villa Minozzo, Ventasso e Castelnovo Monti. Gessi, grotte e carsismo rappresentano, come hanno sottolineato le motivazioni dell’accoglimento nel patrimonio Unesco, “testimonianze straordinarie dei principali periodi dell’evoluzione della terra e riguardano una zona ricca di depositi evaporitici che generano forme carsiche, particolarmente significativa per lo studio della disgregazione del supercontinente Pangea avvenuta circa 200 milioni di anni e della crisi del Messiniano di circa 5-6 milioni di anni fa. L’intero complesso costituisce il primo e il più studiato carso evaporitico del mondo”.