“Tramite accesso agli atti siamo entrati in possesso delle istruzioni operative sul taglio cesareo in emergenza dell’ospedale di Montecchio”. Ad affermarlo è Nadia Vassallo, consigliere comunale di minoranza di Castelnovo ne’ Monti.
“Lo abbiamo chiesto – spiega - perché con l’ultima presunta emergenza di settembre 2023 (elisoccorso inviato a prelevare gravida con diagnosi di parto imminente fatta al telefono, che poi ha partorito due ore dopo) l’Ausl e i suoi difensori civici, fra cui il dottor Boni, si erano affrettati a raccontare l’ennesima bugia sul punto nascita di Castelnovo, ovvero che anche un tempo quand’era ‘aperto e pienamente efficiente la donna sarebbe stata mandata a Reggio”.
Una tesi, secondo la Vassallo “volta a giustificare anche la morte del bambino a maggio 2023 che era ancora vivo all’arrivo a Castelnovo ne’ Monti e senza vita una volta giunto a Reggio perché a Castelnovo non è stato fatto il taglio cesareo di emergenza. Oltre ad essere smentita dai fatti storici, ovvero dalle decine di bambini e mamme salvate in loco con il punto nascita aperto, questa tesi è smentita appunto dall’ospedale di Montecchio che quando si presenta una emergenza assiste direttamente donna e bambino con il taglio cesareo, perché è più importante la tempestività dell’intervento rispetto alla presenza o meno della terapia intensiva neonatale o di un centro di neonatologia”.
Nelle istruzioni operative si legge che “le emergenze ostetriche sono il più delle volte imprevedibili, compaiono acutamente, e nel momento stesso in cui si manifestano mostrano tutta la loro drammaticità in quanto possono diventare rapidamente fatali per la madre e/o per il feto, richiedendo pertanto prontezza d’intervento da parte del personale presente. Ognuno deve sapere esattamente cosa fare e quando farlo. Se il ginecologo ravvisa il sospetto o ha la certezza di una sofferenza fetale tale da richiedere l’estrazione immediata del neonato o nel caso in cui si verifichi una situazione clinica che metta in pericolo di vita la donna in travaglio di parto, la procedura deve essere applicata”.
Secondo la consigliera di Castelnovo ne’ Cuori “queste istruzioni operative descrivono il flusso di lavoro nei giorni festivi e nel turno notturno, perché durante il diurno la prassi del taglio cesareo di emergenza fa parte della normale operatività di reparto. Ripetiamo quindi la nostra denuncia: alla violenza su donne e bambini a cui è stata negata dalla Regione l’assistenza al parto in montagna si aggiunge quella dell’Ausl che ha aggravato la situazione smantellando la guardia medica ginecologica e ha ordinato di trasferire comunque le emergenze su Reggio, anche se ciò comporta la perdita di vite umane. Ricordiamo che il sindaco Bini, interrogato da noi in consiglio comunale, ci ha risposto che secondo lui, sia le disposizioni operative che organizzative dell’Ausl, sono giuste così”.